Classe 1979, aretino, laureato a Bologna e poi in forza all'azienda metalmeccanica di famiglia. Pare che sin da bambino gli piacesse inventare giocattoli, col nonno, ispirandosi alla terra Toscana. E ancora oggi, in un certo senso, la cosa prosegue, con il suo abbigliamento di tessuti semplici, vissuti, che richiamano le crete senesi e il lavoro nei campi della Maremma. Rigorosamente Made in Tuscany, come segnala l'etichetta, con tanto di stemma mediceo. Il salto dall'ingengeria alla moda è stato breve, passando per restauro di mobili antichi e creazione di bijoux e accessori, iniziato nel 2009.

Nel 2011 il suo piccolo marchio vince Who's on next, insieme ad Andrea Pompilio. La sua collezione AI 2012-2013 è ancora una volta andata in scena al pitti uomo, con un vero e proprio evento stile anni '70/'80 in una storica discoteca fiorentina, lo Yab.
"La nuova collezione che porta il mio nome rappresenta ancora una volta me stesso e la mia vita. Tutto nasce da un sogno che ho fatto la notte in cui ho vinto WHO IS ON NEXT?, la stessa notte in cui sono nati i miei due figli: mi sono visto in un night club newyorkese, collocato tra gli anni Settanta e Ottanta. La prossima stagione vestirò i panni di un uomo elegante nei suoi abiti in tessuti pregiati dalle tonalità notturne, che ama parlare di affari, trascorrere del tempo con gli amici e rilassandosi ascoltando musica inebriante e bevendo bollicine tutta la notte. E’ un uomo che ha voglia di godersi la vita e di stare bene. La mia collezione sarà come sempre l’espressione di uno stile di vita, un modo di essere e di sentirsi se stessi… ”.
Le calzature sono realizzate in collaborazione con Arfango, i tessuti dalla Dinamo fabrics pratese. Ovviamente senza uscire dai confini dell'amata regione. I tessuti vissuti si accompagnano a forme dei capi comode, abbondanti, che accentuano l'effetto rustico. Le giacche bellissime, anche loro dal sapore stropicciato, hanno i revers abbondanti, che ricordano quelli del vestito buono del nonno, o del commendatore, del borgomastro... Insomma, capi che raccontano una storia, non una moda. 100% made in Tuscany.


Poi c'è Kolor. Marca giapponese nata nel 2004 dalla fantasia di Junichi Abe, diplmato al famoso Bunka fashion colledge di Tokyo, che io, naturalmente, non conoscevo. Anche qui i tagli sono rilassati e il focus è sul tessuto. Il concetto di bello, da Kolor, nasce dalla contravvenzione delle regole, stile Prada, per intenderci. Da questa idea nascono i loro misti di tessuti dall'aspetto decisamente moderno e atipico, anche qui stropicciato e destrutturato all'ennesima potenza. Junichi Abe è stato sicuramente aiutato, nel creare Kolor, dalla sue esperienza come disegnatore di patterns (credo da Comme des Garcons), da cui poi viene il contatto col mondo dei tessuti, che attrae sempre di più anche me. Un outfit intero Kolor può risultare incomprensibile, difficile, ma un solo semplice capo è invece gradevole, unico. Bellissimo il dettaglio dei bordi delle tasche e delle maniche, non a costine, ma finemente arrotolati e cuciti, che dà un' idea di libertà e rilassatezza in linea con la marca.

Il brand inizia il suo percorso di successo quando viene definita numero uno dei designer "di casa" dal Giapponese The Senken, rivista specializzata di moda. Secondo Abe il segreto del buon abbigliamento sta nelle cuciture, nei materiali e nel taglio. Tutti e tre unici e particolare da Kolor.Inoltre questa "griffe" ha recentemente avviato una mini capsule-collection, composta di soli due blazer, realizzati per dare sostegno ai piccoli terremotati del Giappone, in collaborazione con l'Italiana - storica- Boglioli.Sarò matto io, ma vedo queste due piccole realtà molto simili. Di sicuro hanno una differenza stilistica forte: la metropolitana Kolor e la rustica Rinaldi. Eppure anche questo non è che, in un punto in comune, cioè l' influenza che il territorio - Toscana e Tokyo - ha sugli stilisti. E condividono tutto: i tagli rilassati, l'attenzione al tessuto...


