Spesso sentiamo parlare dei cosiddetti “professionisti dell’antimafia”, di quelle persone, cioè, che si espongono nella lotta alla criminalità con l’unico e poco nobile scopo di raggiungere fama e notorietà; Questa infelice espressione fu coniata tempo fa da Leonardo Sciascia in relazione a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, ed è stata rispolverata negli anni più e più volte, come è accaduto di recente nei confronti di Roberto Saviano…
Questo tentativo di delegittimazione nei confronti di chi ha fatto della lotta alla mafia un principio cardine della propria vita ha comportato una grossa distorsione di quella che, invece, è la situazione reale…
Chi si espone, chi non ci sta, chi decide di mettere in gioco la propria vita in difesa di valori come libertà ed onestà in questo paese viene isolato! A parte rare, rarissime eccezioni la loro vita è fatta di studi, di conferenze,di ore ed ore passate sui sedili di un treno, di duro lavoro e di tanto, tanto coraggio… Il coraggio di lasciare il proprio paese, le proprie radici, e di affrontare, spesso soli e ad armi spudoratamente impari, il terribile potere che noi tutti conosciamo, ma che al contempo preferiamo ignorare.
Fra di loro c’è un ragazzo. Si chiama Emiliano Morrone…
Emiliano è nato a Cosenza il 17 Gennaio 1976; la sua biografia su wikipedia dice: “giornalista, scrittore e regista italiano”. In realtà Emiliano è un giovane da sempre impegnato contro la criminalità organizzata, in particolare contro la ‘ndrangheta, il male oscuro che affligge la sua terra… Emiliano si è esposto, ha messo la sua faccia, la sua voce, la sua penna, in prima linea; e a riprova della bontà del suo lavoro sono arrivati da più parti, nel corso degli anni, numerosi atti di stima da personalità quali Salvatore Borsellino e Sonia Alfano e dai tanti giovani che hanno avuto la fortuna e l’onore di apprezzarne le immense qualità…
Ieri sera Emiliano è uscito di casa per passare qualche ora con degli amici; una brutta sorpresa lo attendeva al suo ritorno: la sua casa era stata violata. I ladri, evidentemente ben organizzati, hanno portato via i due computer con i quali Emiliano stava lavorando al suo libro. Insieme ai computer sono stati trafugati tutti i documenti e gli appunti che Morrone teneva in varie borse. Il frutto di anni di fatiche sparito in pochi minuti… Tutto il resto, compreso un portatile semi-nuovo usato per un altro lavoro, è rimasto al suo posto.
Che non si sia trattato di un semplice furto è tanto evidente quanto allarmante!
In questo momento credo sia importantissimo dare ad Emiliano il massimo appoggio possibile, sia da un punto di vista morale, che da quello pratico… Quello che vi chiedo è di far sentire ad Emiliano il vostro calore, la vostra solidarietà, per fargli capire che siamo con lui, e che siamo in tanti…
Per farlo ci sono vari modi: un messaggio sulla sua bacheca Facebook (qui il suo profilo), oppure sul sito “La voce di fiore”,a lui molto vicino. Per chi volesse contribuire anche da un punto di vista economico è possibile, attraverso il sito, scaricare il suo primo libro, scritto insieme a Francesco Saverio Alessio (disponibile gratuitamente on line), e dare un contributo volontario utilizzando le indicazioni apposite. Troverete tutte le informazioni su “La società sparente” (che racconta la Calabria della corruzione, l’impegno dei movimenti civili a favore del magistrato De Magistris, le indagini a carico dei consiglieri regionali, la sparizione della società calabrese, delitti e omicidi impuniti alla punta dello Stivale italiano), quelle riguardanti le vicende ad esso legate, ed anche le informazioni su come scaricarlo e come poter versare il contributo a questo link! Chi invece volesse effettuare una donazione diretta può trovare le coordinate bancarie di Emiliano in questa pagina di Facebook.
Vorrei salutare con un affettuoso ed un calorosissimo abbraccio Emiliano, ed in suo onore chiudo con un video a lui dedicato ed un articolo scritto per lui dall’amico e collega Francesco Alessio (che ho trovato su gliitaliani.it).
Siamo tutti con te, non mollare!
Segnali raffinati. Come far capire ad un giornalista che è meglio che non scriva di Francesco Saverio Alessio
“Stato” facebook di Emiliano Morrone del 10 settembre 2010: «Stanotte, intorno alle 23, qualcuno è entrato in casa mia dal terrazzo e, sfondando una porta metallica, ha rubato i miei due computer, un fisso 24 pollici e un portatile. Ho perso tutti i miei scritti, appunti, contatti, documenti. Non è stato preso il notebook di servizio, non mio, contenente diverso materiale. Ero uscito alle 21,15 e rientrato verso mezzanotte. Grazie a chi mi ha espresso vicinanza e solidarietà».
Quando non bastano le intimidazioni di ogni tipo: minacce, querele, richieste di sequestro del tuo libro, gli infiniti attacchi degli hakers ai tuoi siti web, i “messaggi” di Cossiga (buonanima!), la desertificazione delle occasioni di lavoro, i simpaticoni che mentre passano sfiorandoti a fianco in automobile ti urlano «Ve tagliämu a capu! ‘nfämi!», le persone “per bene” che ti dicono: «Ma chi te lo fa fare!, non cambierà mai niente», nel terzo millennio, in Italia, prima di farti sparire, spararti definitivamente o farti trovare “suicidato” ti sfondano la porta di casa mentre sei fuori per sole tre ore e ti rubano tutto quello che rappresenta il tuo pensiero.
L’episodio del furto in casa di Emiliano Morrone - giornalista e scrittore da sempre impegnato contro le mafie, fondatore del laboratorio di produzione culturale online “La Voce di Fiore” del quale è anche direttore responsabile, e poi di ndrangheta.it, di emigrati.it, ed altri siti web - così precisamente mirato alle sue inchieste giornalistiche - hanno rubato solo i suoi computer personali e non quello che usa per lavoro per un altro tipo di attività, hanno aperto diverse borse ma hanno portato via solo quella con documenti d’inchiesta e stampati vari, hanno aperto una piccola cassaforte dopo aver cercato e trovato le chiavi - assume connotati assolutamente inquietanti e preoccupanti. Sono “menti raffinatissime” quelle che hanno violato la soglia di casa di Emiliano Morrone. Lasciano messaggi precisi. Avvertimenti nefasti. Mortali? Spero di no!
Chiedo a tutti di tenere altissima la guardia intorno a quest’uomo. Un vero uomo. Semplice. Sincero. Vero. Non i coboldi incocainati a cui ci hanno abituato queste bestie del potere contemporaneo. Chiedo a tutti di manifestare il proprio sdegno! Se lo si prova...se la propria dignità viene ancora offesa quando offendono quella di un’altro.
Con profondo rispetto per chiunque legga.