Dallo 0 al 24% in sei anni. È la quota di energie rinnovabili che gli Emirati Arabi Uniti si sono impegnati a immettere nel proprio mix energetico nell’ambito dell’accordo per il clima presentato alle Nazioni Unite.
Tale impegno rende gli EAU il secondo Paese del Golfo a rendere nota la sua strategia contro il riscaldamento globale dopo l’Oman, ed è ritenuto dal piccolo ma ricchissimo Stato «coerente con il riconoscimento delle circostanze particolari dei Paesi in via di sviluppo con alta dipendenza da combustibili fossili». Non a caso, gli EAU dipendono dipende da petrolio e gas per circa il 25% della propria ricchezza.
«Lo sviluppo non è solo ricchezza – dichiarò il negoziatore climatico Majid Al Suwaidi alla COP 20 di Lima dello scorso anno – Ci rendiamo conto che è una cosa a breve termine e dobbiamo pensare alle nostre prospettive future. Anche se stiamo lavorando molto duramente per diversificare la nostra economia, rimaniamo molto dipendenti dai combustibili fossili».
A ogni modo, passare “da 0 a 24” in sei anni è già un primo passo. La cosa davvero importante, è che non sia l’ultimo.
[foto da greenbiz.it]