Comunque. Scarsa modestia ed elevata spiritosaggine a parte, il punto è che l'italo-spagnolismo musicale, in questi giorni, sta toccando le sue vette più elevate. C'è uno scambio continuo, un flusso indiscriminato di gente che passa allegramente da un Paese all'altro. Manco avessero aperto un tunnel clandestino sotterraneo. Tipo The Bridge, solo un po' più lungo e all'insaputa dei francesi. Già me li vedo, a Parigi: "cos'è questo rumore?" "Ah, rien, c'est le metró". E invece é Bisbal che gli piroetta come un indemoniato sotto i piedi mentre Mengoni si pettina il ciuffo. Son cose.
Ma non divaghiamo. Le notizie salienti, grossomodo, sono le seguenti. Innanzitutto Elisa, che da mia brava concittadina ha scelto un festival di Málaga per conquistare live il pubblico spagnolo. Elisa al 101 Sun Festival di Málaga in una foto condivisa su Twitter.Certo, l'han fatta suonare alle 14.15 in pieno Luglio andaluso (ed é già tanto se non s'é beccata un coccolone) ma suppongo che tutto non si possa avere. Del resto, basta guardare me per capire che Monfalcone e Málaga siano destinate ai buoni rapporti. Spero solo che qualcuno l'abbia portata al Pimpi. Degli Efecto Pasillo, invece, ho già parlato in abbondanza su Total Free Magazine. La loro "funketón" è dallo scorso 11 Luglio in rotazione nelle radio italiane (o così dovrebbe essere, visto che personalmente non l'ho ancora mai sentita on air). A dimostrare i miei "li conoscevo già"ci sono un disco impolverato sulla scrivania, qualche playlist su Spotify, un paio di post su questo blog e persino un look ispirato alla copertina di "El Misterioso caso De…", che a questo punto dovrei proprio riciclare. Ah, domani sono in concerto al Latino Americando di Milano: io, se fossi in voi, ci andrei. E poi c'è Emma Marrone, il cui nickname su Instagram ho scoperto essere (giuro!) real_brown. Beh, la brownie - ormai ne parlano ovunque - ha duettato col suddetto piroettante Bisbal in quel dell'Arena di Verona.
A quanto pare è solo l'antipasto di un duplice e duraturo scambio: il brano, Hombre de mi vida, sarà presente sia nella versione spagnola del disco di lei che in quella (ebbene sí!) italiana dell'album di lui. Ora: nonostante il bilinguismo - che di per sé, lo sapete, costituisce a mio giudizio un punto a favore - a me la canzone piace grossomodo come sbattere il mignolo contro l'angolo del comodino quando ti alzi di notte per fare la pipí (piuttosto meglio la versione spagnola di Amami). Peró son gusti, niente da obiettare. Quello che invece non concepisco é che 'sta poverina si strusci contro un tizio su di un palco, si faccia cavallerescamente aprire le porte di un mercato, e non abbia ancora capito come accidenti si chiami. Ché, se guardate attentamente i video dell'Arena, sembrerebbe davvero di sentire l'urlata presentazione finale di un tal "Deivid Bísbal" seguita da un successivo "Grazie Deivid", a ribadire il concetto. Cioè: Deivid Bísbal, capite? Il collega di Deni Mártin. Spero davvero sia solo una distorsione data dal microfono. Comunque sia, lui fa finta di niente, un po' stordito. D'altronde, mi chiedo se il patrocinio della Real Brown non sia l'ingrediente giusto per quell'ingresso in Italia che sta tentando - piuttosto invano - di realizzare sin da quel lontano e da me citatissimo Festivalbar a Trieste nel duemilaqualcosa. Non é tra i miei preferiti, ma glielo augurerei.
Se poi non fosse abbastanza, apprendo dal buon Lombardini che pure Controvento di Arisa verrà tradotta per il mercato iberico. Al che la domanda sorge spontanea: perché vogliamo farci del male? Lo sapete, vero, che potrebbe anche essere il pretesto per una dichiarazione di guerra? Se non altro, questo bisogna ammetterlo, in metrica "Controviento" ci sta da Dio.