Emma Marrone: un Concerto 3.0

Dopo il grande successo dei live estivi, Emma è tornata sul palco per una serie di concerti nei palazzetti delle principali città italiane. Scenografia minima ma che si fa apprezzare. Un look, interessante, che ha portato Emma ad abbandonare il suo lato sexy per un outfit che rispecchia la ragazza di tutti i giorni: pantaloni di pelle, canotta nera con su scritto BROWN 21, camicia di flanella intorno alla vita e delle deliziose treccine.

Inizia il concerto, Emma canta e balla. Microfono alla mano, una grande potenza vocale. Un concerto che ripercorre tutta la sua carriera e che vede Emma esibirsi sulle note dei suoi pezzi forti, come Sembra strano, Meravigliosa e Folle paradiso; ovviamente, non mancheranno i brani che l'hanno portata in cima alle classifiche, canzoni d'amore e pezzi più rock attraverso i quali Emma ha mostrato la sua vera anima. Credibile più dal vivo che in studio, Emma risulta più grintosa, con una voce più naturale, una vera forza.

"Ho spogliato definitivamente la mia immagine pop, per un aspetto più cattivo. [...] Mi sento più libera, ho imparato a cantare più pulita"

"Ho lavorato, abbiamo lavorato, tantissimo - racconta - a questa evoluzione, riarrangiando tutto, introducendo con equilibrio l'elettronica, abbiamo rispolverato i miei primi successi. Stasera sarà comunque, prima di tutto, una grande festa. L'elettronica mi ha sempre appassionato, incantato. Non è stato facile perché devi aggiungere macchine, suoni e competenze. Per sottrazione. Al pubblico piace. Sarà comunque tutto live, con la doppia batteria, le chitarre trattate. Ho spogliato definitivamente la mia immagine pop, per un aspetto più cattivo. Anche la voce deve lavorare, in questo contesto, per contrasto. In modo diverso. Mi sento più libera, ho imparato a cantare più pulita".

Lo show finisce con Non è l'inferno, canzone accompagnata da una cornamusa, ed Emma che esclama: "Io sto bene solo sul palco, quindi torno. Datemi solo il tempo di fare un altro disco".

Emma 3.0 - Mandela Forum, Firenze - 18 novembre 2014

Fotografie di Simone Piantini

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