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Emozioni senza fine (Lettera d’addio a Philip)

Creato il 03 febbraio 2014 da Ilnazionale @ilNazionale

seymour hoffmann3 FEBBRAIO – Ti avevo notato per la prima volta in “Magnolia”. Eri un infermiere delicato e sensibile di una persona in fin di vita e raccoglievi le confessioni della moglie, pentita dei tanti tradimenti perpetrati senza vergogna. “Whow!”, fu il primo pensiero. “Chi è quel l’attore?”. Philip Seymour-Hoffmann, rivelarono i titoli di coda. Ti ritrovai poco tempo dopo in quel meraviglioso film di Cameron Crowe che è stato “Almost famous”, che tanto parla di me e dei miei sogni  e in quel caso la tua voce, risuonava come quella di una coscienza che ci spinge a inseguirli, quei sogni, con dannata ostinazione. Interpretavi il mitico giornalista musicale Lester Bangs e per la seconda volta dissi…”Whow!”. Anche in quell’occasione rappresentavi un po’ lo “sfigato” che poi tanto sfigato non è. Perchè bisogna andarci a fondo nelle cose e spesso l’apparenza inganna. E tu eri il più bravo di tutti, ad ingannare, cinematograficamente parlando.  Timido quasi nelle occasioni mondane, hai sempre dimostrato di non apprezzare le luci dei riflettori che in fondo ti eri guadagnato senza alcuno sforzo. Quando si dice “Dio dà il pane…”. 

E poi sei stato il magnifico ”Conte” in “I love radio rock” in cui hai sfidato, raggiungendo le vette (non solo musicali, peraltro) il tuo “avversario” Gavin. Una metafora, se vogliamo, del tuo modo di essere e di recitare. Ma non ti sei limitato a questo. Ne “La 25esima ora” di Spike Lee hai interpretato insieme a Edward Northon le ansie e le angoscie della New York post 11 settembre, mentre nell’atroce “Onora il padre e la madre” hai messo in campo tutto il tuo trasformismo per adattarlo ad una storia cruenta di beghe familiari a dir poco sconvolgente. E poi ti ho ritrovato “cattivo” in blockbuster come “Mission Impossibile III” o cineasta porno in “Boogie Nights”…sempre bravo, sempre sul pezzo, sempre capace di trasmettere emozioni nonostante le difficoltà di ruoli a dir poco non convenzionali. Mi hai fatto impazzire ne “Le idi di marzo”, un film forse poco comprensibile per la mentalità italiana, ma che spiega molto bene le dinamiche di un ufficio stampa, degno di questo nome. E senza la tua interpretazione sublime, quella del “Cesare tradito dal figlio” anche in questo caso, il film non avrebbe avuto il senso che il bravo George Clooney, regista ed attore, aveva in testa. Mi sono perso “The Master” e soprattutto “Truman Capote”, il film che ti ha permesso di vincere l’Oscar che per me avevi già vinto virtualmente fin dal primo film in cui ti ho scoperto. So già che rimedierò, non senza un filo di tristezza in più. Nonostante queste “mancanze” potrei stare qui ad elencare per ore le scene, le frasi, le espressioni che il tuo talento ha scolpito nella mia memoria e di quanti apprezzano il Cinema (con la C maiuscola) non solo come divertimento puro, ma come forma di comunicazione ed espressione più alta. Eri un artista vero, tanto da essere apprezzato molto anche a teatro, la tua vera passione e in cui, a dire di chi ha avuto la fortuna di vederti, eri addirittura (ma come può essere?) ancora più efficace.

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Tu e i tuoi bravi doppiatori (su tutti  l’ottimo Francesco Pannofino) avete dato un volto e una voce alle ansie occidentali degli ultimi vent’anni, provando a capire laddove possibile come sfuggire all’indifferenza e alla depressione. O come combatterla. Almeno a parole. Ironia della sorte la depressione (e la droga) ti hanno portato via da un mondo forse eccessivamente rude per la tua anima. Te ne sei andato troppo giovane, a soli 46 anni, con ancora tanto da dire, tanto da fare. E te ne sei andato, permettimi, nel modo forse più idiota possibile e non riuscirò forse mai a perdonarti per questo. Anche se la gratitudine per le emozioni che mi hai regalato attenua la rabbia, trasformandola soltanto in dolore. Non posso, però, non biasimarti per aver lasciato il mondo senza il tuo talento, la tua sensibilità, la tua arte. L’unica consolazione, a questo punto, sarà riguardare i film che ho amato e scoprire – come detto – quelli che non ho ancora avuto l’occasione di vedere. Sono certo che molti lettori faranno la stessa cosa. In fondo la fortuna per quelli come te è che la morte non è mai tale. Non scompari del tutto. Non cadi nell’oblio. Rimangono i tuoi film e a noi la consolazione di riguardarli per ritrovarti e ritrovarci, nel nostro smarrimento.

Ernesto Kieffer

@ErnestoKieffer

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