Se avessi un centesimo per ogni volta che...
Mi è capitato spesso di raccontare sul blog di come alla dichiarazione del mestiere che svolgo per guadagnarmi da vivere, solitamente le reazioni delle persone siano ricche di fantasie da cliché su cosa fa lo psicologo.
Una delle frasi che spesso sento dire è: " ahh! ma lo sa che anche io sono un po' psicologo? sono una persona molto empatica e le persone amano confidarsi e chiedermi consiglio".
Nel mondo ci sono più psicologi che persone?
Se non hai letto 5 Buoni motivi per NON andare dallo psicologo il post in cui parlo dei luoghi comuni classici sullo psicologo, t'invito a darci un'occhiata, perché è importante ricordare che "andare dallo psicologo" ( espressione generica, mi perdoneranno i colleghi, perché in realtà parliamo anche di psicoterapia e di svariati orientamenti che richiederebbero un ciclo di 10 post per raccontare la storia della psicoterapia a partire dalla psicoanalisi fino ad arrivare agli oltre 400 metodi psicoterapeutici esistenti al mondo ) non è come andare dal sacerdote o da un'amica, che assolve e da soluzioni.Intendiamoci rivolgersi a persone con cui abbiamo un legame affettivo e chiedere aiuto è utile e sano, ma semplicemente non è come fare una consulenza specialistica con uno psicologo.
Empatizziamo
L'empatia si definisce come la capacità di entrare in sintonia con le emozioni degli altri.
"Ci sono molte persone che sanno relazionarsi con gli altri con profondità e con empatia, che sono doti naturali preziose. Però l’empatia psicoanalitica è tecnicamente un’altra cosa: ha una complessità tecnica diversa, ad esempio implica la sintonizzazione con diverse parti del paziente che sono in contrasto tra loro, come l’affetto e l’odio sperimentati al tempo stesso verso una stessa persona". Stefano Bolognini, presidente dell’International Psychoanalytical Association ( Tutto quello che avreste voluto sapere sulla psicanalisi di Filippo La Porta )
Bolognini nel suo libro L'empatia dello psicoanalista affronta con completezza questo tema partendo da un excursus storico e teorico sul concetto di empatia, fino a definire le modalità con cui l'empatia entra nel gioco della relazione tra terapeuta e paziente.
Empatia vs Solidarietà
In realtà credo che se da una parte si continuino a vendere e promuovere libri di "auto-aiuto" per conoscere se stessi e gli altri oppure per imparare a leggere il comportamento delle persone, verrebbe da pensare che di empatia molti si sentano sprovvisti e fatichino a capire innanzitutto se stessi e le persone con cui sono in relazione.Spesso si confonde un atteggiamento di solidarietà e vicinanza di cui è munito un buon amico ( che spesso s'identifica, senza rendersene conto, con ciò che viviamo ) con l'empatia.La verità è che l'empatia richiede una sostanziale consapevolezza da parte del terapeuta che accetta di "stare" con certe emozioni e alcuni vissuti del paziente e accoglierli.
Diffidare dalle imitazioni
Per questo credo che quando ci sia bisogno di affrontare problemi e disagi emotivi non basta rivolgersi a qualcuno che ci ascolta o al massimo da soluzioni pratiche ( intendiamoci non ho nulla contro ciò che è pratico e concreto, anche perché credo non ci sia nulla di più concreto delle emozioni che sono gli aspetti di noi che ci accompagnano 24 ore su 24 nella nostra esistenza ), ma sia necessario anche lavorare in modo più radicale e definitivo rivolgendosi ad un vero terapeuta che possa "sentire" le emozioni del paziente e aiutarlo a fare i conti con quelle più sgradevoli o che spesso vorrebbe non dover provare. Subscribe in a reader