Empty Seats! Il tormentone dei mega eventi sportivi.

Creato il 02 agosto 2012 da Sdemetz @stedem

Pare incredibile, ma ogni cronaca di un mega evento sportivo riporta nelle prime pagine dei giornali l’urlo scandalizzato per le tribune vuote. E a ogni evento si riproduce lo stesso copione con variazioni minimali il cui ritmo è scandito allo stesso modo: l’immagine del vuoto, la presa di posizione ufficiale del comitato o della federazione, la promessa di risolvere il problema, l’accusa agli organizzatori e così via. Invece di  giudicare il vuoto da un lato e giustificarlo dall’altro, bisognerebbe invece affrontare una volta per tutte il problema partendo da una consapevolezza, un fatto, una realtà: il tema “empty seats” sta ai grandi eventi come il sale sta al mare.

Naturalmente è giusto chiedersi com’è possibile? Perché accade sempre? Perché non si risolve il problema?  E perché si offrono sempre le stesse spiegazioni? Ma, fintanto che non si analizzano bene le cause, è impossibile risolvere il problema.

E che Londra non sia IL caso, ma solo un copione ripetuto lo mostrano questi articoli:

Why Are There So Many Empty Seats In Beijing? (Olimpiadi Pechino 2008)

Reserved seats sit empty in Vancouver (Olimpiadi Vancouver 2010)

Uefa explains away empty seats at Euros (Euro 2012, Calcio)

World Cup 2010: empty seats undermine Fifa claims over poor attendances (Coppa del Mondo Calcio 2010)

Provate a mettere “empty seats” in google e vi esce la storia sportiva delle tribune vuote!

La situazione attuale

A Londra è stato adottato un nuovo sistema per prezzare i biglietti e definire i contingenti delle diverse categorie. Ne ho parlato nel mio post precedente. Un sistema nuovo, che necessariamente va testato e che non può essere perfetto, visto il modus flessibile e dinamico per il quale non vi è esperienza passata. Dalla destinazione dei blocchi di biglietti al sorteggio come strumento democratico le falle possono essere molte. Certamente il “final report” del direttore delle vendite sarà interessante.

Scotland Yard intanto ha aperto un’inchiesta per sondare il mercato nero, anche perché alla vigilia dei Giochi era quasi tutto esaurito. Posso confermare che io volevo biglietti per il nuoto, ma sono stata costretta a deviare sui tuffi.

I perché del vuoto

Le spiegazioni, che provengano dalla stampa o dal comitato LOCOG sono simili a quelle offerte a ogni mega evento.

Prezzi troppo alti (lo dice la stampa)

Sponsor che non si fanno vedere (molto probabile)

Funzionari che hanno l’accredito, ma non vanno a seguire la competizione (possibile, capita anche negli eventi minori, capita anche da me, nella Coppa del Mondo di Sci)

È impossibile per me qui e ora sapere quale sia la causa. Mettiamola però così: seguendo lo spirito di questo blog, cerco di imparare da Londra 2012 (e da Euro 2012 e da Vancouver 2010 e da Sudafrica 2010 da Pechino 2008 …) e senza conoscere i dati attuali e le manovre, a caldo, butto lì alcune riflessioni.

Le soluzioni (un tentativo)

Per tamponare il flusso di vuoto:

1.   Quale gruppo tende a bigiare?

Capire esattamente a quali categorie appartengono le sedie rimaste vuote in questi e in altri mega eventi è fondamentale. È ricorrente lo stesso gruppo? Allora è su quello si deve intervenire.

 2.   Non farmi buca!

Una volta individuate le categorie (i clienti) colpevoli, trovare un sistema (dinamico e molto efficiente) per conoscere il “no show” (la non presenza) in tempi utili per vendere quei posti a nuovi spettatori.

 3.   A lezione di educazione!

Chi ha il privilegio di avere un accredito per la tribuna al collo deve sentire il peso della sua responsabilità verso gli organizzatori, verso gli sportivi e verso il pubblico pagante. Non andando a occupare la sua preziosa sedia, insomma, il funzionario si deve sentire terribilmente in colpa e a disagio.

 4.   Paghi la multa se non ti fai vivo!

Vincolare contrattualmente gli sponsor con penali per “no show” dell’ultimo minuto potrebbe aiutare.  Se i clienti non si fanno vedere, devono dirlo con un certo anticipo. Sento già le proteste degli sponsor, ma anche la loro immagine è legata alle tribune vuote.

 5.   Durante lo sport non si mangia!

Chiudere le aree hospitality VIP durante le competizioni

 6.   Alza gli occhi e dì di sì!

Proiettare su schermi giganti dentro il parco olimpico o in prossimità delle venue in una specie di live “twitting” la disponibilità di biglietti (esempio: “Fra un’ora inizia la gara! Ci sono ancora dieci tickets disponibili! Di di sì!”) Avere la possibilità di prolungare la permanenza nel parco olimpico e di vedere una gara non prevista è un bel regalo che uno spettatore appassionato si concede con facilità. Io lo avrei fatto.

Lavorare con la stampa

Qualora tutto questo e magari anche altro, i posti permanessero vuoti, è necessario affrontare i media in modo diverso. Posto che ogni mega evento ha un problema di “empty seats”, perché non studiare una strategia di comunicazione tale da prevenire i ripetuti e stra-ripetuti strilli d’allarme?

Per esempio:

Rendere partecipi i media, far vivere loro empaticamente la stessa frustrazione. Puntare insieme il dito contro chi non rispetta il possesso di un biglietto …  Fare una campagna congiunta …

Insomma, Londra sicuramente non è perfetta (e nel prossimo post cercherò di raccogliere alcune impressioni sulle mie ventiquattro ore olimpiche), ma nessun mega evento lo è. Otto milioni di spettatori non sono pochi da gestire.

E in ogni caso, alla finale dei tuffi sincronizzati, sotto la splendida conchiglia di Zara Hadid, c’erano soprattutto sedie piene di spettatori urlanti.


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