Ancora oggi, oltre 1 miliardo e 300 milioni di persone nel mondo non hanno accesso all’elettricità. Un dato impressionante, che non può non avere evidenti conseguenze sia dal punto di vista economico che da quello dello sviluppo sociale.
Non a caso, quello che sta per concludersi è stato dichiarato dal segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon “Anno dell’Energia sostenibile per tutti”.
Colmare il cosiddetto ‘energy divide’ tra il nord e il sud del mondo è infatti uno dei grandi temi da affrontare nel prossimo futuro, garantendo a chi ne ha bisogno non soltanto l’accesso all’elettricità, ma anche che questa sia prodotta da fonti rinnovabili.
Proprio in quest’ottica, martedì scorso è stato presentato al Parlamento europeo il programma Enabling Electricity sviluppato da Enel.
Un’iniziativa che si basa di tre macro aree di intervento: facilitare l’accesso all’energia elettrica attraverso nuove tecnologie, rimuovere le barriere economiche all’accesso all’elettricità e investire in capacity building, mettendo a disposizione delle popolazioni disagiate l’esperienza dell’azienda.
Tra le tante azioni nate dal progetto, la partnership tra Enel Green Power e il Barefoot College, l’organizzazione fondata in India da Bunker Roy che insegna a donne analfabete come installare, manutenere e riparare i pannelli fotovoltaici. Una volta terminata la formazione, queste donne ritornano nei propri villaggi come vere e proprie “ingegneri solari” in grado di portare energia pulita all’intera comunità.
[foto da bcasa.it]