Proprio come un fotografo professionista, per cogliere ogni dettaglio della luna di Saturno la sonda Cassini usa due sorgenti luminose: il Sole e la luce riflessa dal pianeta. Il risultato in questa spettacolare immagine. Di Marco Malaspina
I colori non saranno all’altezza d’un ritratto di Steve McCurry, il pluripremiato fotografo del National Geographic, ma quanto a giochi di luce occorre ammettere che la sonda Cassini della NASA ci sa fare. Guardate la fotografia qui a fianco. Raffigura Encelado, la luna di Saturno resa celebre dai pennacchi che si levano dal suo emisfero meridionale. Pennacchi che qui s’apprezzano a meraviglia grazie a un virtuosistico controluce, ottenuto immortalando la luna con il Sole alle spalle. Ma come ben sa chiunque abbia provato anche solo a scattare la classica foto vacanziera d’un soggetto con il tramonto alle spalle, il problema del controluce è che, senza un flash o un faretto a controbilanciarlo, il volto ritratto rimane oscurato. E allora com’è possibile che la superficie di Encelado appaia qui perfettamente illuminata? Per ottenere questo risultato, non disponendo d’un flash – il cui utilizzo sarebbe in ogni caso stato reso vano dalla distanza del soggetto: oltre 800mila km – Cassini ha fatto ricorso allo stratagemma dell’ombrello riflettente. Un trucco che permette d’ottenere una luce indiretta, uniforme e quanto mai soffusa, ideale dunque per ritrarre un volto, sia pure d’una luna. E come “ombrello”? Semplice: Cassini ha usato niente meno che Saturno, un riflettore ideale a giudicare dagli esiti di questa insolita seduta fotografica, preparata in ogni dettaglio. Lo scatto risale al 2 aprile scorso, e la risoluzione dell’immagine, ottenuta grazie alla “narrow-angle camera” a bordo del satellite, è di 5 km per pixel.
Fonte: www.media.inaf.it