"[...] Con esemplare dedizione forniva qualificato apporto personale nell'organizzazione logistica delle complesse e articolate attività connesse all'evento di presentazione e promozione mediatica del calendario storico del Corpo 2014".
Parole che sembrano tratte, a parte il riferimento all'anno 2014, dal testo di un film Luce dell'anteguerra, mentre si tratta della motivazione per la concessione di un encomio ad un ufficiale della Guardia di Finanza, parte di un elenco di 171 encomi concessi dai vertici del Corpo, venuto nelle mani del quotidiano Il Giornale:
"E le operazioni sul campo di contrasto alla criminalità economica?"
si chiede l'autore dell'articolo (dal sito de Il Giornale, 18 giugno), Stefano Sansonetti.
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Sicuramente saranno stati concessi encomi, diciamo noi, anche per aver scoperto evasori fiscali o per aver concluso importanti operazioni antidroga, ciò che non va, in tutto questo, è un'altra cosa: poiché gli encomi influiscono sulle progressioni in carriera, risulta evidentecome il percorso individuale di un appartenente alla Fiamme Gialle possa essere determinato anche o solo da attività che nulla hanno da spartire con la missione di una polizia economico-finanziaria quale è, o dovrebbe essere, la Guardia di Finanza. Motivazioni come quella citata all'inizio o come altre che si possono leggere nell'articolo di Sansonetti, sarebbero possibili in una Guardia di Finanza smilitarizzata?