Quando trovi dei periodi cosi vuoti di film interessanti provi un certo imbarazzo davanti a pellicole senza senso come Dark circles o Dark skies (fantasia portami via...) di cui potete leggere il peggio del peggio dal mio amico psiche. Poi cazzeggi davanti al lettore e ricordi di avere qualche visione in sospeso come questo "End of the line" che avevi preso completamente sotto gamba e invece ti ritrovi sotto mano un gioiellino niente male. Il regista e sceneggiatore Maurice Deveraux sembra aver fatto del cinema di serie B la sua arma vincente. A memoria vidi qualche tempo fa il suo "Slashers" e ne mantengo un buon ricordo. Ancora una volta la produzione Canadese ci offre una buona prova nel comparto tecnico ma soprattutto, ci sorprende con un costo totale della pellicola stimato in soli duecentomila dollari.
Il film parte senza fronzoli. Una ragazza lavora in un ospedale ed ogni tanto ha delle strane visioni all'interno della metropolitana. Quando lei va alla stazione per prendere l'ultimo treno incontrerà il cattivo di turno ma anche un simpatico ragazzotto che la salverà dalle strane avance del brutto ceffo. A questo punto il film sembra rallentare troppo e l'inciampo è dietro l'angolo. Ma non fermatevi all'evidenza perché ci sarà da divertirsi. Una volta entrati nel vagone le atmosfere si fanno subito rarefatte ed è facile fare il paragone con "The midnight meat train" prodotto da Clive Barker, tanto bisfrattato ma che a me è sempre sembrato un'opera degna di esistere nel panorama del perturbante. Poi la storia diverge in modo brusco e vengono presentati tutti i protagonisti nel modo più inaspettato e coinvolgente: viene usato l'espediente del riavvolgimento del tempo per dare un senso di stordimento allo spettatore, e il regista ci riesce benissimo. Una volta terminata la carrellata inizierà il conto alla rovescia per la fine del mondo. Almeno questo è quello che si aspettano gli adepti della setta religiosa dei "Figli della speranza" che allo squillo del loro cercapersone inizieranno a massacrare chiunque a colpi di arma bianca. Secondo la loro idea, questo è il modo per salvare le anime dall'Apocalisse.
Cosa dici? Direzione errata!?
Ma sarà poi vero? Il film gioca tutto sull'inventiva e sui continui colpi di scena che permeano il racconto senza mai annoiare e, anzi, stupendo più volte. Non ci faremo mancare neanche un gore molto raffinato, se possiamo associare questi due termini, andando a ricavare idee dal capolavoro francese "A l'interieur", lasciandoci assolutamente di ghiaccio quando si toccherà il culmine con la morte di una donna incinta. Lontani i deboli di stomaco.Gli attori, quasi tutti giovani e semisconosciuti, portano a casa la pagnotta con qualche nota di merito. Una su tutti la buona prova della malvagia Carmen, in arte Bobo Vian.
La pellicola tocca con un certo savoir-faire il tema delle sette prendendo una posizione piuttosto chiara che sublima in un finale che potrebbe essere definito perfetto se ci fosse stata risparmiata la visione dei demoni che risultano piuttosto ridicoli e inutili al fine della vicenda. Questo e qualche altro piccolo dettaglio in fase di scrittura (cercapersone che prendono dove i cellulari segnano zero tacche...), non compromettono una visione davvero terrificante e originale su temi come la fine del mondo che sembrano ormai svuotati della loro essenza perturbante.
Una visione assolutamente consigliata per un film che intrattiene intelligentemente senza appesantire e con qualche bel passaggio sanguinoso e spiazzante che non fa mai male. E poi non prenderete più la metropolitana con lo solita indifferenza.