Magazine Cinema

End of Watch (Tolleranza zero) – David Ayer, 2012

Creato il 23 novembre 2012 da Paolo_ottomano @cinemastino

End of Watch (Tolleranza zero) – David Ayer, 2012End of Watch – Tolleranza zero mieterà sicuramente tante vittime tra chi non ama le riprese sporche, pseudo-amatoriali; oppure tra chi non ama i film sulla polizia, quei buddy movie in cui due colleghi diventano come fratelli, a furia di lavorare o affrontare insieme qualsiasi tipo di difficoltà. È molto semplice incasellare questo film in un genere preciso: il nostro giudizio, però, non si può limitare a definirlo solo un film di genere, che se non c’è niente di meglio in tv non si cambia canale. Come tanti bei film, che magari non sono capolavori ma valgono almeno il prezzo del biglietto (ma se i prezzi continuano ad aumentare…) End of watch merita una breve riflessione che ne esalti i pregi e ne riconosca i difetti.

Le riprese sporche e pseudo-amatoriali non sono un vezzo del regista ma sono la chiave di lettura della storia, peraltro esplicitata subito dal protagonista, Taylor (Jake Gyllenhaal): l’agente documenta con una videocamera tutta la sua giornata lavorativa. Ne mette una in miniatura anche sulla propria divisa e su quella del suo compagno Zavala (Michael Peña), per poter registrare anche gli interventi più rischiosi. La sensazione di immediatezza come in un reality show, cara anche a una pietra miliare delle serie tv come The Shield, è supportata da una caratterizzazione dei personaggi spontanea ma molto verbosa, più vicina al gusto americano che al nostro. L’obiettivo di farci conoscere i personaggi senza colpi bassi o insegne luminose sulle loro teste è comunque centrato. Va anche detto che tutto questo trash talk, questo cazzeggio verbale esasperato, alla lunga può stancare: ecco allora che le ronde in auto sono spesso interrotte da un po’ d’azione, proiettili, sangue, scherzi da caserma, un po’ di sentimenti idioti e dimostrazioni di amicizia virile.

Seppure tutto quello che succede paia un’accumulo a caso di episodi, più ci si avvicina alla fine e più un disegno complessivo emerge: la valutazione finale non può non tenerne conto, sebbene il finale faccia rivalutare in positivo tutto quanto. È senza dubbio la parte più bella, più incisiva, quasi strappalacrime, ed è anche una bella sorpresa. Tutte le vittime mietute all’inizio possono restare a terra, ma chi non ha quei pregiudizi può passare una piacevole serata al cinema.

Ho già pubblicato quest’articolo su Cinema4stelle.



Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :