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End Times: 1a parte

Da Nickolas94
End Times: 1a parte
Molti mi hanno chiesto uno o più articoli che parlassero del background di End Times, dato che in tanti non sono riusciti ad avere una copia di Warhammer Nagash o al massimo hanno preso la versione italiana. Per questo motivo, oggi inizio una serie di articoli dedicati ad un riassunto più dettagliato dei vari libri.
L'Inizio della Fine
Guerrieri del Caos e Demoni del Caos
Per millenni, gli Dei del Caos hanno cercato di infettare il regno materiale con la propria corruzione, seducendo i mortali e facendosi servire. Ogni volta sono stati sconfitti, la magia si è ritirata e la barriera tra i due regni si è ricostituita, ma le ferite non si sono mai totalmente rimarginate. Con la venuta di una nuova cometa a due code, la barriera si infranse nuovamente e gli Dei del Caos poterono di nuovo attaccare, scatenando le proprie tempeste caotiche. Piovve sangue, i cieli e i campi si illuminarono di fiamme multicolore, città secolari caddero nello squallore e le acque diventarono nere e nocive.
Le tempeste si sparsero, attraversando mari e monti, provocando la comparsa di legioni demoniache. I servi di Khorne massacrarono e macellarono, i servi di Tzeentch attuarono schemi millenari, le piaghe di Nurgle portarono morte ovunque e i servi di Slaanesh sedussero i mortali con gioie rare e squisite. In molti posti, i Demoni si uccisero l'un l'altro, ma agli Dei non importò.
Nonostante gli Dei del Caos stessero accrescendo il proprio potere, non avevano ancora raggiunto la vetta e, per questo motivo, molte tempeste di magia collassarono poco dopo essersi formate. Karak Izor affrontò le legioni demoniache senza speranze di vittoria, per poi trovarsi, un attimo dopo, con il cielo blu e nessun nemico da abbattere. Il fiume Aver si trasformò in sangue e partorì la propria progenie demoniaca, portando alla caduta di paesi e villaggi. Solo Averheim sopravvisse, ma solo perché i demoni scomparvero un attimo prima di raggiungere le mura.
Epidemius portò il Festival della Decadenza in Middenheim.
Quando le fiamme smisero di tormentare Tor Achare, i demoni continuarono a farlo nei sogni dei suoi abitanti e alcuni non si risvegliarono più.
In Tilea, la città di Trantio venne pervasa da un vortice di tenebre profumate per tre giorni e tre notti; quando la tempesta cessò, la città era totalmente distrutta e le anime degli abitanti erano intrappolate e costrette a servire Slaanesh.
In Lustria, la grossa falla nel cuore di Xahutec si riaprì. Sebbene gli Uomini Lucertola si fossero preparati e le antiche rovine fossero circondate dalle truppe, il massacro venne solo contenuto.
In Ulthuan, Yvresse venne quasi invasa quando il demone N'kari guidò le sue legioni per portare ancora una volta sofferenza tra gli alti elfi.
In Athel Loren, le Cripte d'Inverno si aprirono, facendo fuoriuscire eserciti demoniaci.
Ma nessuna di queste incursioni fu comparabile a quella presente al polo nord, dove le legioni demoniache si riunirono in quantità mai viste, dividendosi in quattro enormi schiere di dannazione guidate dai servi più esaltati degli Dei del Caos. Uno per uno, i quattro demoni esaltati si inchinarono in segno di fedeltà; non di fronte ad un dio, non di fronte ad un altro demone, ma di fronte ad un mortale, un traditore per il suo popolo. Si sparsero notizie secondo cui Archaon si fosse seduto sul suo trono di ossa e ottone, la Corona della Dannazione posata sul capo del Prescelto Eterno dall'empio Be'Lakor e che la sua gloria fosse talmente grande che pure gli immortali servi degli dei ora gli offrivano fedeltà.
In Bretonnia, nella grande cattedrale di Gisoreux, un alfiere fu costretto ad ungere la Fontana della Lady con la melma proveniente dalle sue piaghe annerite.
In Altdorf, una Sorella di Shallya completò i suoi riti mattutini, poi prese un coltello da intaglio dal refettorio e macellò le donne con cui aveva vissuto e pregato per due decadi. Quando la guardia cittadina irruppe nel tempio il giorno dopo, trovò la donna seduta in mezzo a corpi sanguinanti e parzialmente mangiati.
Ora per ora, l'armata di Archaon crebbe, ma lui non si mosse. L'Occhio di Sheerian gli aveva mostrato la visione di un mondo divorato dalle fiamme, in cui la civiltà si piegava alla gloria degli Dei del Caos.
I Tempi della Fine erano arrivati e l'ora di Archaon era vicina.
Elfi Oscuri

Stendardi neri si ersero contro Naggaroth. Era la l'Orda Insanguinata, guidata da Valkia la Sanguinaria, alla quale importava poco della strategia di Archaon. Sapeva solo che Khorne chiedeva sangue e lei avrebbe soddisfatto la sua mostruosa sete.
Gli abitanti di Naggaroth vennero colti di sorpresa a causa della loro eccessiva fiducia nella strega di Ghrond, incaricata di avvertirli dei pericoli, perciò la Torre della Profezia venne assediata dai demoni, ma, con molti sacrifici, alla fine venne dato l'allarme, il quale passò di torre in torre fino a raggiungere Naggarond. Ebnir Soulflayer viaggiò fino a Vorloth, ma trovò la fortezza già distrutta. Nonostante avesse portato con sé un esercito pronto ad uccidere gli invasori, l'Orda Insanguinata era già passata oltre.
Durante il percorso, l'invasione si divise, ma Valkia continuò per la sua strada, diretta a Naggarond. Alcune bande da guerra vennero distrutte nel tentativo di assalire Har Ganeth, mentre altre fecero la stessa fine ad Hag Graef. Malus Darkblade si dimostrò un valido leader durante quei giorni.
Ma al Lord di Hag Graef non importava della caduta di Naggarond, finché Malekith cadeva con essa. Eppure di Malekith non c'era traccia.
Kouran Darkhand, maestro della Guardia Nera, guidò la difesa di Naggarond. Due volte si scontrò con Valkia e due volte il duello finì in stallo. Dopo tre mesi di assedio, il Re Stregone finalmente tornò. Non parlò di dove fosse stato e nessuno osò chiederlo, proprio come non chiesero di chi fosse il sangue incrostato sui suoi guanti. Inizialmente era di buon umore, ma questo sparì del tutto quando il concilio lo informò sulle calamità del regno. Chiamando il drago Seraphon al suo fianco, Malekith allontanò l'Orda dalle mura di Naggarond e ordinò il ritorno di tutte le truppe dedicate all'attacco ad Ulhuan. L'antica vendetta avrebbe dovuto attendere finché gli invasori non avessero appreso la follia delle proprie azioni.
Alti Elfi
In Ulthuan, l'interruzione degli attacchi da Naggaroth non passò inosservata, ma gli alti elfi avevano comunque nemici da affrontare. In Saphery, le sponde del Mare dei Sogni presero vita con contorti tentacoli. Le foreste di Chrace bruciarono tra le fiamme di Tzeentch. I fiumi di Cothique ed Ellyrion divennero melmosi a causa del contagio da parte degli emissari di Nonno Nurgle. Schiere urlanti di sanguinari di Khorne marciarono sulle terre elfiche. Le città di Elisia, Tor Dynal, Tor Achare, la Torre di Hoeth e innumerevoli altre città-fortezza dovettero affrontare le invasioni.
Ora gli elfi, più di ogni altro momento, cercavano la guida del Re Fenice, ma Finubar non si trovava da nessuna parte. La versione ufficiale diceva che si fosse chiuso nella Torre Heavenlight e all'inizio bastò, ma il tempo passò e il malcontento iniziò a diffondersi.
Aliathra, figlia primogenita della Regina Eterna, era stata rapita da Mannfred von Carstein. Tyrion e Teclis guidarono la spedizione in Nagashizzar, ma il vampiro fuggì.
Imrik di Caledor, Morvai di Tiranoc e Caradryel di Eataine combatterono molte battaglie in terre non loro.
Chrace e Cothique erano quasi del tutto invase e presto Ellyrion e Avelorn avrebbero raggiunto lo stesso destino.
Nel frattempo, la Regina Eterna abbandonò il suo amato Avelorn e si rifugiò nella Valle di Gea.
Alla fine Imrik dichiarò che, con la sua inattività, Finubar avesse rinunciato alla Corona e che qualcuno avrebbe dovuto prendere il suo posto. Nessuno poteva negare che lui stesso volesse indossarla e sempre più lord lo appoggiarono, ma in quel momento tornarono Tyrion e Teclis. Entrambi vennero a sapere di Imrik, il quale però stava portando opposizione tra gli alti elfi.
Teclis decise di penetrare nella torre di Finubar e, dopo giorni di preparazione, riuscì a perforare le barriere magiche, rimanendo all'interno fino a mezzanotte. Quando uscì, era persino più pallido del solito.
Teclis cercò di convincere suo fratello gemello a prendere il comando degli eserciti di Ulhtuan, ma lui pensava solo al salvataggio di Aliathra. Diviso tra il cuore e il dovere, Tyrion si diresse verso l'Altare di Asuryan insieme ad Eltharion di Yvresse e la Principessa Eldyra di Tiranoc. Essi erano gli unici, oltre a Teclis, a cui aveva confidato la verità su Aliathra.
Quando arrivarono all'Altare, la Guardia della Fenice gli sbarrò il passaggio. Tyrion chiese la ragione di questo comportamento e inizialmente non ci fu risposta. Subito dopo, diecimila ginocchia si posarono a terra e diecimila spade si abbassarono in segno di fedeltà. Eltharion disse a Tyrion che questo era il segno che cercava e che sarebbe dovuto restare in Ulthuan. Al suo posto, lui ed Eldyra avrebbero guidato un esercito per salvare Aliathra.
Tyrion ritornò dal Concilio della Fenice, interrompendo uno dei discorsi di Imrik. Entrò vestito in armatura, sfidò ogni lord presente ad accantonare le proprie differenze per la difesa di Ulthuan e disse che avrebbe accolto ogni ulteriore lite con la punta della sua spada. Imrik domandò con quale autorità Tyrion parlasse in questo modo, perciò lui sorrise e disse di essere l'araldo di Asuryan e del Re Fenice e che con questa autorità non ci sarebbe stato nulla che non avrebbe osato fare.
Imrik, preso dalla rabbia, abbandonò ogni sogno riguardo alla Corona della Fenice e decise che Caledor avrebbe combattuto da sola.
Poco dopo, una prima e grande armata partì da Lothern con a capo Tyrion. Quest'armata attraversò tutti i reami, tranne Caledor, respingendo i demoni a fil di spada e con la magia. Teclis vide suo fratello combattere come non mai.
Una seconda armata, più piccola della prima e con a capo Eltharion ed Eldyra, salpò pochi giorni dopo e Belannaer partì con loro, lasciando i propri compiti a Finreir. Era chiaro che il rapimento di Aliathra era parte di un piano più vasto e perciò Belannaer consigliò ad Eltharion di chiedere aiuto agli altri popoli del Vecchio Mondo. Sebbene fosse subito riluttante, alla fine accettò e ordinò alla flotta di dirigersi verso l'Impero di Sigmar.

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