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Oggi finiscono le premesse di End Times per ogni razza giocabile di Warhammer Fantasy. Dal prossimo articolo in poi, inizierà la storia vera e propria.
Elfi Silvani
Per il popolo di Athel Loren, il ritorno degli uominibestia non sarebbe potuto arrivare in momento peggiore. La Battaglia di Quenelles era stata vinta, ma ad un terribile costo. Ariel stava morendo e la foresta stava morendo con lei.
Per quel che ne sapevano, Ariel era uscita illesa dalla battaglia, ma le forze la abbandonarono appena mise nuovamente piede nella foresta. Venne portata alle Querce delle Ere, sperando che potesse guarire, ma, una settimana dopo, i primi segni di decomposizione iniziarono ad apparire anche su di esse. La pazzia si diffuse tra le driadi e gli uominialbero, mentre antichi alberi si spaccarono, rivelandosi pieni di larve ripugnanti. Contemporaneamente, gli uominibestia invasero le radure da ogni direzione, continuando a ricevere rinforzi per quanto gli elfi silvani cercassero di respingerli.
La disperazione si diffuse per tutta Athel Loren. Nessuno riusciva a capire l'origine della malattia della regina e molti facevano ipotesi su di essa. Orion, non potendo guarire né la sua casa né la sua amata regina, decise di trovare rifugio nella battaglia, sfogando la sua rabbia sugli uominibestia, la quale iniziò a governare la sua mente al posto della ragione. Privati del consiglio di entrambi i propri sovrani, il Concilio di Athel Loren non poté trovare la giusta via da seguire.
Diversi mesi dopo l'inizio della malattia di Ariel, una nuova intrusa si aggirò da sola per la foresta. Quando raggiunse la radura del Re, venne accolta da un anello di lance puntate verso di lei, ma fu in quel momento che riconobbero Alarielle, Regina Eterna di Ulthuan.
Sebbene i tradimenti e gli scontri del passato non fossero facili da dimenticare, i rapporti tra Athel Loren e Ulthuan erano notevolmente migliorati negli ultimi anni. Alarielle ebbe un'udienza con il Concilio di Athel Loren, dove spiegò il motivo del suo arrivo. Parlò di sua figlia Aliathra, tenuta prigioniera da Mannfred von Carstein, e dei tentativi falliti atti a salvarla. Parlò anche della missione di Eltharion e di come questa battaglia non potesse essere vinta dagli alti elfi se avessero combattuto da soli e pregò quindi il loro aiuto. Se non per la salvezza di Aliathra, o di quella di Ulthuan, per quella del mondo.
Il Concilio dibatté a lungo riguardo alla richiesta di Alarielle. Pochi volevano indebolire le difese di Athel Loren contro gli uominibestia, ma al contempo conoscevano le conseguenze in scala più grande se avessero rifiutato. Alla fine, la questione venne risolta da un'influenza inaspettata. Durthu, sebbene negli ultimi anni parlasse poche volte con lucidità, si espresse senza rabbia. Il ciclo del mondo stava riniziando e, come avevano fatto in passato, gli elfi di Athel Loren avrebbero aiutato quelli di Ulthuan, ma ad un prezzo, proprio come un tempo.
La Regina Eterna non sapeva nulla dei giorni citati da Durthu, ma accettò senza esitazione. Il Concilio, non volendo contraddire la decisione di Durthu, ordinò la preparazione di una schiera destinata ad addentrarsi nella temuta Sylvania per aiutare gli alti elfi nella loro missione di soccorso. Questo compito venne affidato ad Araloth, Signore di Taslyn e Campione di Ariel.
La schiera di Araloth partì di notte, dirigendosi verso nord tramite il Passo Colpo d'Ascia. Durante il loro percorso, si avvicinarono alle mura di Parravon. Il Duca Cassyon, svegliato dalle sentinelle, si chiese il motivo di questo spostamento da parte degli elfi, ma subito dopo cacciò via questo dubbio dalla propria testa. Bretonnia aveva già abbastanza problemi...
Bretonnia
Quando la gente di Bretonnia ricordò gli orrori del recente passato, concluse che il regno era sicuramente maledetto.
Prima era arrivato l'Anno del Dolore, quando i demoni invasero i quattro angoli del reame. Poi arrivò la rivolta del 1543. Mallobaudo, figlio bastardo del re, stava riunendo da tempo un'armata in Mousillon, e alla Vigilia d'Inverno di quell'anno, la liberò per conquistare il trono. Dopo la Battaglia di Châlons e la scomparsa di Morgiana le Fay, i Duchi di Carcassone, Lyonesse e Artois si allearono con Mallobaudo, trasformando la ribellione in una guerra civile.
Inizialmente la vittoria era nelle mani delle forze dalla parte di Re Louen, il quale, in un anno, mise in ginocchio le province ribelli. Sembrava che Mallobaudo fosse prossimo alla fine, ma solo in quel momento venne rivelato il suo patto con l'antico Arkhan il Nero, il quale rinfoltì i ranghi dei rivoltosi con i morti.
Quando venne combattuta la Battaglia di Quenelles, Mallobaudo comandava un'armata molto più grande di quella del re. La situazione fu così critica che gli elfi di Athel Loren offrirono le proprie forze a Louen. Alla fine, Mallobaudo affrontò suo padre Louen a duello, sconfiggendolo e gettando il suo corpo nel fango. Con la caduta del re, i Bretoniani persero la volontà e fuggirono dal campo di battaglia, lasciando da soli gli Elfi Silvani.
Nessuno sapeva il destino del re. Alcuni dissero di aver visto sette sorelle portarlo via dal campo di battaglia, portandolo dalla Lady per guarirlo; altri dissero che era morto a causa delle ferite e altri ancora dissero che ora faceva parte delle schiere nonmorte di Mallobaudo.
Divise e assediate, le province meridionali caddero e Mallobaudo ne uccise i cavalieri più valorosi, fino a raggiungere Couronne, dove lanciò nuovamente la propria sfida contro un campione. Questa volta, però, fu il leggendario Cavaliere Verde a rispondere. Prima che Mallobaudo potesse ritirarsi, il Cavaliere Verde lo raggiunse e lo decapitò. La sua armata morì con lui poco dopo, ma di Arkhan non vi era più traccia già da molto tempo.
Il corpo di Mallobaudo venne bruciato e sorse la questione riguardo alla successione, dato che Cuordileone era creduto morto. Fu in quel momento che il Cavaliere Verde si tolse l'elmo e si rivelò essere Gilles le Breton, il fondatore del regno, sorto a nuova vita grazie alla Lady in modo da guidare ancora una volta il proprio popolo.
Alcuni giorni dopo l'incoronazione di Gilles, la pestilenza si diffuse nelle province meridionali, eliminando ciò che rimaneva di Quenelles e Carcassone, susseguita dalla caduta di meteore di warpietra. Ogni notte era un incubo e, durante una di esse, la città di Bordelaux sparì e al suo posto comparve una fortezza di ossa e ottone con i teschi dei cittadini svaniti posti come trofei. Un quarto della popolazione era stata uccisa e un altro quarto era fuggito oltre le montagne, cercando rifugio nelle terre dell'Impero o in Tilea.
Dal suo trono in Couronne, Gilles dichiarò una guerra errante, I Figli di Bretonnia erano i più valorosi del mondo e non sarebbero stati fermi ad aspettare la propria fine, perciò avrebbero eliminato qualsiasi creatura del Caos dalle proprie terre.
Per l'onore, per il re e per la Lady!
Orchi e Goblin
Con la guerra nell'aria e l'alzarsi del fumo all'orizzonte, gli orchi e i goblin iniziarono a radunarsi, preparandosi per una nuova e sanguinosa era.
Il loro sangue iniziò a fluire più velocemente e improvvisamente cessarono le lotte intestine, come se sapessero che non portavano ad alcun risultato e avessero deciso di riservare la loro furia per le prossime battaglie. Negli angoli più remoti del mondo, tribù più piccole sentirono il bisogno di riunirsi con altri della propria specie e persino le tribù sparse nella Terra dei Troll iniziarono ad ammassarsi. Lo stesso accadde con i goblin della notte nelle caverne dei Confini del Mondo, ma il sito più attivo era quello delle Malelande. Se solo un capoguerra fosse riuscito ad unire tutte le tribù, i pelleverde avrebbero potuto dominare il mondo, infatti, molti si misero al comando di Grimgor Pellediferro, sebbene lui non avesse alcun reale desiderio di comandare.
Anche Skarsnik, Signore di Karak Otto Picchi, era un candidato eccellente, in quanto altrettante tribù si erano riunite intorno a lui. Egli voleva lanciare la Waaagh! Skarsnik contro i tanto odiati regni dei nani, ma prima avrebbe dovuto eradicare la minaccia skaven.
Nelle Malelande, il grande profeta Wurrzag cercava un gran capoguerra che potesse reclamare il favore di Gork e di Mork, aiutato da visioni mai state più chiare. Nonostante questo, non arrivò ad una soluzione decisiva, ma realizzò che forse ci sarebbero dovuti essere due potenti capoguerra - un Pugno di Gork e una Mano di Mork...
Regni degli Ogri
Nelle Montagne del Lamento, il cambiamento si poteva sentire nel vento. Gli ogri, anche se non subito, videro le luci multicolore a nord, visibili anche di giorno, i meteoriti attraversare il cielo e abbattersi nelle Terre Oscure, a volte troppo vicino. Ma la minaccia maggiore era l'attività vulcanica. All'inizio, i sacerdoti incrementarono i sacrifici alla Bocca di Fuoco, sperando di placare la sua fame e guadagnarsi il suo favore, ma il fumo crebbe, l'atmosfera venne sconvolta e grandi bestie addormentate si svegliarono. I rhinox si schiantarono contro i branchi di lupi, le chimere terrorizzarono i picchi e le manticore andarono a caccia. Molte tribù avviarono le Guerre Bestiali, le quali puntavano a difendere le proprie valli dal continuo massacro.
Greasus Dentedoro perse la propria influenza, non riuscendo più a farsi obbedire dalle tribù più lontane, mentre altri, come Golgfag Mangiauomini, preferirono dirigersi verso le battaglie nei Confini del Mondo.
Quando Greasus capì che era il momento di agire, la Bocca di Fuoco eruttò, scatenando una reazione a catena con gli altri vulcani. Molti fuggirono, mentre i più determinati restarono, facendosi inghiottire dalla lava. In mezzo alla pioggia nera e a una tempesta di massi, sfuggendo allo scorrere della lava, il grande esodo degli ogri cominciò. Era una migrazione così vasta da superare quella delle Antiche Terre dei Giganti e il mondo ne avrebbe pagato un caro prezzo.
Skaven
Gli Skaven avevano aspettato il proprio momento abbastanza a lungo. L'Impero Sotterraneo era un alveare di attività e ambizione, in cui lavori, complotti e piani di guerra si susseguivano in ogni momento. La rete di spie degli skaven si era infiltrata in molte nazioni e portava notizie di qualsiasi genere, dalla caduta di meteore all'eruzione di vulcani e tempeste innaturali che imperversavano sul mondo.
Il Concilio dei Tredici avviò il primo stadio del loro Grande Piano e con esso iniziò una nuova era per la dominazione skaven. La superficie venne invasa e i regni di Tilea ed Estalia caddero, travolti da ondate di immane violenza. Lunghe file di sopravvissuti vennero incatenati e portati nei tunnel per essere utilizzati come schiavi e servire il secondo stadio del Grande Piano. Gli schiavi venero sfruttati e i morti dati in pasto a quelli ancora in vita.
Con la luna dalle sfumature verdi alta nel cielo, gli skaven ritrovarono il vigore e quantità ancora più grandi di warpietra caddero dal cielo. Era come se il Ratto Cornuto stesse personalmente nutrendo i propri figli.
Presto gli skaven sarebbero insorti, come mai prima d'ora.
Re dei Sepolcri
Settra, il Re dei Re, osservava vigile i propri territori. Nuvole nere di uccelli necrofagi si riunivano nei deserti di Nehekhara. La Luna Caduta brillava e i demoni attaccavano in gran numero. Ciò che disturbava maggiormente Settra erano i presagi portatigli da alcuni preti del Culto Mortuario, i quali parlavano di strane voci riguardanti il Vento di Shyish.
Con un ordine mai dato prima, Settra chiamò il suo Ierofante e fece risvegliare ogni legione dal proprio sonno. L'ultima volta che tutte le legioni furono sveglie fu durante la Guerra dei Re. Fu così che le grandi città di Nehekhara iniziarono nuovamente a scuotersi.
Dalla grande città di Khemri partirono Nekaph e migliaia di altri araldi, pronti a consegnare pergamene con comandi specifici, come l'invio di pattuglie e lo spostamento delle legioni.
Nella Grande Valle dei Re, i necrotetti iniziarono a riscolpire i visi delle monumentali statue dei monarchi, avviando anche i rituali che avrebbero soffuso la loro pietra con gli spiriti dei morti. Per ordine di Settra in persona, Ramhotep il Visionario marciò con una lunga colonna di statue da guerra in pietra verso Khemri. Lì gli fu ordinato di fortificare le mura della grande città, costruendo qualcosa di mai visto prima d'ora e così lui fece.
La Flotta da Guerra di Khemri raggiunse Zandri e si unì alla loro armata, riempiendo il Delta Mortis di navi da combattimento.
In Lybaras, il potere della Dea Asaph aveva risvegliato i suoi campioni e Khalida aveva già pronte le sue legioni di arcieri. Migliaia di carri alzarono nuvole di polvere e numerose creature si nascosero sotto la sabbia, pronte ad attaccare i nemici tramite delle imboscate.
Il risveglio di tutte queste legioni, però, portò anche al ritorno di re orgogliosi e arroganti pronti a voler dimostrare la loro superiorità, la quale avrebbe portato cambiamento, un concetto non benvenuto nella Terra dei Morti.
Il dominio di Settra era conosciuto come il Regno di Milioni di Anni e chiunque osasse sfidare il Sommo Re di Nehekhara avrebbe prima dovuto fronteggiare la sua collera.
Conti Vampiro
Lontano dalle sabbie di Nehekhara c'era il buio della Sylvania, terra ormai oltre il potere delle preghiere. All'interno di Castel Sternieste, la principale fortezza di Mannfred von Carstein, erano presenti portatori di sangue divino; nove mortali sul punto di morire, il cui sangue conteneva le benedizioni di un dio. Il sangue era cruciale per i piani di Mannfred.
Per secoli, Mannfred aveva desiderato di liberare la Sylvania dall'impero e trasformarla in un regno indipendente dove regnasse l'oscurità e dove la fede non avesse potere. Grazie al sangue dei nove, ora mura d'ossa torreggiavano intorno ai confini, trasformando la provincia in una fortezza.
Il suo piano era in atto da molto tempo, infatti, i nove non erano stati scelti casualmente, ma la loro linea di sangue era stata identificata tramite una profezia cifrata nei libri di Nagash. Decifrare il codice aveva richiesto decenni e, fortunatamente, nessuna delle linee di sangue si era estinta.
Tra i nove, ne spiccavano tre. Morgiana le Fay fu la prima ad essere presa, consegnata nelle mani di Mannfred da Drycha di Athel Loren, la quale non diede spiegazioni per il suo gesto. La seconda fu Aliathra, la figlia della Regina Eterna di Ulthuan. L'ultimo, invece, fu Volkmar, il Grande Teogonista di Altdorf.
Ciò che invece preoccupava maggiormente Mannfred fu la parziale rovina del suo grande piano. Mannfred aveva mandato i ghoul a seppellire le icone sacre talmente in profondità da non riuscire a disturbare i morti, ma durante l'invasione di Volkmar in Sylvania, esse vennero fatte risalire in superficie, creando un muro di fede e luce. Né Mannfred né qualunque suo sottoposto poté oltrepassare il sacro anello di luce e addentrarsi nel mondo all'esterno.
Mannfred attribuì questo imprigionamento a Balthasar Gelt, Patriarca dei Collegi della Magia, ma questo non aiutò perché Gelt era ad Altdorf. Nessun controincantesimo riuscì a contrastare il muro e Mannfred iniziò rapidamente a pensare che Gelt non fosse il suo vero artefice.
Gli altri vampiri della Sylvania notarono l'umore nero del proprio signore, ma non poterono far nulla per migliorarlo, infatti, non ci volle molto prima che Mannfred scorticasse Tomas von Carstein per aver anche solo iniziato a parlare dell'incantesimo di Gelt. Presto impararono a non istigarlo e lasciarlo ai suoi libri e alle sue pergamene.
La Sylvania era buia, notte e giorno, e c'erano piaceri crudeli senza fine da placare a proprio piacimento.
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