Ending the PKK Insurgency

Eccellente studio pubblicato dall’International Crisis Group sul conflitto curdo e sulle possibili vie di uscita, con un’impostazione simile a quello di Cengiz Çandar di cui ho parlato qualche tempo fa. Il succo è: una soluzione militare è impossibile, lo stato turco deve necessariamente insistere sulla via politica nell’alveo del processo costituente (riconoscendo in sostanza ai curdi – direttamente nella nuova costituzione – pari dignità e diritti) e cessare ogni azione nel Curdistan iracheno; d’altra parte, il Pkk è chiamato a un parallelo sforzo di rinuncia alla violenza e le forze politiche curde devono tornare senza remore e con spirito costruttivo a confrontarsi col governo e con gli altri partiti rappresentati in Parlamento. Le raccomandazioni sono più numerose e più articolate, potete leggerle per esteso nel testo. Del resto, nei giorni scorsi sono state diffuse delle registrazioni – apparentemente risalenti al 2009 – che testimoniano l’esistenza di trattative tra il Pkk e il governo (col coinvolgimento in prima persona del capo dei servizi segreti turchi) per una soluzione negoziata e politica. Perché allora – se lo è direttamente chiesto, senza poter offrire una risposta, il celebre editorialista di HürriyetDaily News Mehmet Ali Birand – questa nuova recrudescenza della violenza? Perché tutti sono d’accordo su cosa fare e invece fanno altro?