Che la discarica di Pecol dei Lupi sarebbe stata una gatta da pelare era sicuramente stato previsto, ma non era stato previsto, dagli addetti ai lavori, che si protraesse così tanto; allora perché non utilizzare i rifiuti per qualcosa di produttivo ed investire in progetti ed opere ecostostenibili a sicuro ritorno economico?
In Italia annualmente si producono oltre 32 milioni di tonnellate di rifiuti urbani e il problema della loro gestione, già oggi particolarmente grave in alcune zone del Paese, è destinato a peggiorare per la necessità di chiudere parte delle discariche. L’obiettivo, perciò, dovrebbe essere quello di ridurre drasticamente i quantitativi avviati in discarica, incrementando parallelamente il recupero di materia ed energia così come avviene in molti Paesi europei.
Il recupero energetico da rifiuti è indicato come necessario dalla normativa europea e nazionale, ai fini dell’attuazione di un sistema sostenibile di gestione dei rifiuti, in quanto consente il risparmio di combustibili fossili e riduce il quantitativo da avviare in discarica; nessun preconcetto quindi a degli investimenti in tecnologie nuove e pulite che permettano di trasformare una discarica in una fonte energetica da utilizzare per le famiglie o le imprese.
Rimarco l’importanza di questo passaggio: non c’è alcuna contraddizione tra investimenti nelle tecnologie pulite e crescita economica, non dobbiamo avere paura del futuro e non dobbiamo rimanere imprigionati nel passato.
Nessuno dubita che la dipendenza dal petrolio mina la nostra sicurezza interna, e nessuno dubita che le emissioni di CO2 stiano mettendo il mondo a rischio. Sta già succedendo. E non c’è nemmeno alcun dubbio sul numero di posti di lavoro e sulla ricchezza che nasceranno nel 21esimo secolo da tecnologie ed energie pulite.
L’ ideale è individuare quelle soluzioni possibili che producano i minori oneri ed i maggiori vantaggi, per questo mi pare essenziale, per trattare i rifiuti sia le discariche, l’introduzione di questi impianti che realizzano la dissociazione molecolare ad elevatissima temperatura che, operando in camera stagna e in assenza di combustione, garantiscono contro le emissioni di fumi in atmosfera ed il riuso delle scorie rese inerti dalla loro vetrificazione; per verificare quanto sostenuto si può visitare l’impianto di Monaco di Baviera.
Attraverso questo sistema si riesce a trasformare in gas il 99,96% dei materiali organici, va da se, che pur potendo trattare qualsiasi tipo di rifiuto maggiore è la quantità di gas ed energia ottenuti. E il gas prodotto potrebbe essere utilizzato per le nostre imprese e famiglie oppure essere utilizzato per il riscaldamento.
Fin da ora però che penso, le autorità di competenza, Isontina Ambiente e la Conferenza dei Servizi devono dare il proprio contributo, mettendo in cantiere subito un impianto di gassificazione dei rifiuti, naturalmente ad emissione zero, anche se di ridotte dimensioni, per trattare residui eccedenti, rifiuti speciali o monocomponenti o servire alla bisogna di comuni scoperti di servizio. Una simile iniziativa potrebbe essere una risposta significativa alla costante ricerca sia della miglior soluzione per eliminare in positivo elementi di scarto di cui, nolenti, ci dobbiamo liberare sia della dipendenza di energia; non considerando i posti di lavoro che potrebbe un simile progetto creare.
Una volta le persone aravano a cavallo, e la farina veniva macinata in mulini a vento e ad acqua. I progressi tecnologici hanno fornito le macchine, e fonti di energia più affidabili. Ma è passato meno di un secolo, e le persone si stanno rivolgendo ancora una volta alle forze della natura: sole, vento e acqua sono pronti a condividere la loro energia con l’uomo, Spero che i nostri governanti condividano questa volontà con i Cittadini, perché è una grande opportunità per unire gli interessi del nostro Paese, dei lavoratori, dei nostri figli e delle generazioni future.