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Energia; Italia bestia nera in Europa.

Creato il 22 gennaio 2014 da Mir Gorizia @Ettore_Ribaudo

Il comparto energetico italiano presenta un fatturato complessivo stimato attorno al 20% del prodotto interno lordo nazionale e, considerando l’indotto, dà lavoro a quasi mezzo milione di persone: ciò ne fa uno dei settori chiave dell’economia italiana. L’Italia ha una bolletta energetica pagata dagli utenti nel 2012, per energia elettrica, gas, benzina e diesel per i trasporti, di oltre 160 mld€. A causa dell’aumento dei prezzi dei prodotti energetici sui mercati internazionali, questa bolletta è cresciuta di quasi il 10% rispetto all’anno precedente nonostante i consumi si siano ridotti.

electricity_and_gas_prices

Costi elettricità in Europa

Partendo dall’analisi svolta sui prezzi dei prodotti energetici, l’italia paga nel complesso il 35% in più della media europea. Inoltre, l’andamento mostrato per molti prodotti, suggerisce una crescita di tale surplus. Se i prezzi dei prodotti energetici italiani fossero allineati a quelli medi europei, la bolletta energetica pagata dagli italiani sarebbe più bassa di circa 25 mld€. Questo risparmio si ripartirebbe in maniera differente tra le diverse utenze e sarebbe particolarmente importante per le piccole e medie imprese. Nello specifico l’analisi comparativa dei prezzi evidenzia che:
Una famiglia media italiana paga il gas naturale tra il 27% e il 35% più della media europea: ridurre questo gap significherebbe un risparmio di 3-4 mld€, attorno ai 300 €/anno per famiglia. Per quanto riguarda l’energia elettrica, invece, i prezzi del kwh per famiglie con livelli di consumo medio-basso sono del 7-21% inferiori alla media europea, ma la situazione si inverte al crescere dei consumi, con prezzi fino al 75% più alti: allineando i prezzi alle medie europee le famiglie italiane risparmierebbero per l’elettricità circa 1,4 mld€;

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Prezzo dell’energia

Le piccole e medie imprese pagano il gas naturale dal 7 al 21% in più della media europea, mentre al contrario risultano avvantaggiate quelle con consumi più alti, che spendono per il gas fino al 9% in meno della media ue27. La situazione peggiora per l’energia elettrica, con le imprese che pagano il kwh dal 30% all’86% in più della media europea: se le stesse imprese potessero pagare tariffe in media europea risparmierebbero fino a 12 mld€ ogni anno.

Electricity_prices_for_industrial_consumers_2013s1

Prezzo per Industrie

Anche i prezzi di benzina e diesel, che rappresentano la principale voce di spesa della bolletta energetica degli italiani e che incidono sia sui cittadini che sul settore produttivo, sono più alti che nel resto d’europa. Questo differenziale, inoltre, è aumentato in modo sensibile negli ultimissimi anni, arrivando a produrre una maggiore spesa rispetto alla media europea stimata in 2 mld€ per la benzina e in circa 6 mld€ per il gasolio.

Sono molti i fattori che concorrono a determinare questa situazione di prezzi dell’energia particolarmente elevati per l’italia.

gas_prices_for_household_consumers_2013s1

Prezzo Gas

Uno è certamente rappresentato dalla tassazione. Secondo eurostat, nel 2011 per ogni tep di energia consumata in italia si pagano in media 211 € di imposte (iva esclusa), a fronte dei 184 della media eu27. Il gettito fiscale derivante dalla vendita dei prodotti energetici nel 2011 sarebbe stato quindi di circa 28 mld€, dato certamente cresciuto nel corso del 2013. La maggiore tassazione, differenziata in base ai prodotti, in molti casi, a cominciare dai carburanti, determina una parte importante del differenziale di prezzo con l’europa.

Gas_prices_for_industrial_consumers_2013s1

Gas Industrie

Un altro elemento è rappresentato dal mercato all’ingrosso del gas, che in italia viene scambiato a circa 5 €/mwh in più rispetto alle altre piazze europee (circa il 25% in più), anche se negli ultimi mesi si assiste a una riduzione di questo gap. Il mercato del gas influenza a sua volta anche la borsa elettrica: il kwh scambiato sulla piazza italiana è tradizionalmente più alto delle altre principali piazze europee anche del 40-60%. Nel 2013 il gap è ulteriormente aumentato: con 75,5 €/mwh l’italia paga all’ingrosso da 28 a 44 € in più per ogni mwh scambiato.

Prezzi primo semestre 2013 dell’Energia Elettrica per le Famiglie: cara l’Italia, ma ancora piu’ cara la Germania (che vedono bollette gonfiate a causa della tassazione e degli incentivi per le rinnovabili), decisamente piu’ convenienti i prezzi in Francia e nei paesi dell’Est Europa (la prima basata su produzione nucleare, i secondi sul carbone)

L’Italia e’ penalizzata da 2 fattori ben precisi:

a) Dal Costo Industriale dell’Energia Elettrica (elevato a causa del Mix produttivo meno competitivo rispetto ad altre nazioni)

b) Dalla Tassazione su Gas ed Energia (in particolare gli incentivi alle rinnovabili, pesano pesantemente sulle bollette d’elettricita’)

In Europa fanno meglio i Paesi dell’Est Europa, ma anche Francia e Regno Unito. La Germania ha una situazione di prezzi piuttosto deteriorata, anch’essa a di elevata tassazione ed incentivi alle rinnovabili.

Ma come risolvere questi problemi?

Innanzitutto i paesi europei citati sono paesi in cui l’ innovazione ed i giovani che la supportano sono favoriti in tutti i modi da banche, Stato ed imprese, in testa alle graduatorie di spesa per ricerca e scuola ed in cui ai giovani si chiede flessibilità ma non si pretende di trasformarli in prodotti “usa e getta”.
l’Italia dovrebbe migliorare la sua reputazione all’estero, che a causa della clamorosa instabilità politica non è delle migliori. Viviamo in un Paese dove le larghe intese in realtà si restringono sempre di più. Il mercato sconta l’incapacità del Governo di accontentare tutti.  Inoltre è necessario che l’Italia rafforzi i legami all’interno dell’Unione europea, ma che sia un’unione più federale e meno politica, per evitare di perdersi nelle beghe del proprio cortile. Speriamo che le piccole beghe italiane ancora una volta non prevalgano sugli interessi generali.


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