Oggi toccheremo virtualmente altre cinque discipline, entrando più nella sfera meditativa, che mi hanno permesso in questi anni di ricerca, studio e sperimentazione, di sentire l’esistenza concreta dell’energia vitale.
Dai metodi rivoluzionari di Osho all’esecuzione dei Mudra, dai chakras alla scrittura, ecco per te le forme di meditazione che più mi hanno aiutato a scoprire la parte più profonda dell’energia, quella che si cela nell’anima…
#21° modo: Kundalini, meditazione rivoluzionaria di Osho
Creato e divulgato da Osho, guru indiano del secolo scorso, questo metodo rivoluzionario consente al praticante di liberare le tensioni e quindi lo stress accumulato durante una giornata. La meditazione kundalini dura un’ora ed è divisa in cinque stadi, può essere eseguita individualmente ma è ancora più potente se fatta in gruppo (te lo garantisco, l’ho provato in prima persona). Qui l’energia si irradia in tutto il tuo corpo, ti fa sentire forte, carico, libero e infine rilassato a tal punto da poter dormire profondamente. Almeno così è stato per me: energia a mille… che poi si è azzerata!
#22° modo: Mudra, meditazione tramite sigilli fatti con le mani
L’unico metodo che ho sperimentato nel campo dei mudra, è quello del “Kuji-in”, un insieme di posizioni eseguite con le dita delle mani. Esse sono in grado di farti sentire una grande forza interiore se correttamente eseguite e allenate con costanza. La sequenza di mudra veniva originariamente utilizzata da ninja e samurai, poi si è evoluta in molteplici discipline meditative legate alle arti marziali e alla meditazione religiosa.
Ciò che ho sentito con alcune delle 9 posizioni originali (in totale dicono siano 81), è uno stato di forza fisica associata a una grande concentrazione a livello mentale. Che a lungo andare mi ha generato uno stato di benessere e un atteggiamento più positivo. Un’energia vitale psico-fisica e spirituale, ottenibile (non facilmente) con semplici gesti delle mani.
#23° modo: Chakra, meditazione sulle ruote di energia
“I chakra (dal sanscrito “ruota”) “si ritiene siano vortici creati dal campo energetico; se visualizzi lo sgorgo dell’acqua nel lavello hai un’idea di come si presentino. Sono sette principali, doppi, disposti davanti e sul retro del nostro corpo in modo speculare, eccetto il primo e il settimo che corrispondono al chakra della terra e al chakra del cielo. Questi innestano la loro radice sulla colonna vertebrale, l’uno parte dal perineo e carica la forza della Terra e l’altro carica la forza, o energia, prana (in sanscrito) che proviene del Cielo.
I chakra, quindi, s’innestano e corrispondono a quelli che sono i grandi plessi per la nostra medicina, il loro compito a livello energetico è di caricare questi plessi (e le ghiandole a loro associate) di prana, in modo da rivitalizzarli” (parzialmente tratto da L’energia dei 7 chakra di Alessandra Pacini). Personalmente utilizzo spesso le varie forme di meditazione e visualizzazione proposte nell’ebook sopracitato, a mio avviso un “must” per chi vuole provare come autodidatta a scoprire il ki o prana grazie ai chakras.
#24° modo: scrivere su carta
Scrivere è stato il mio sogno sin da ragazzino. Decine di fogli riempiti a mano e in seguito inseriti nella mia prima (e ultima) macchina da scrivere, una Olivetti rossa regalatami dai genitori per Natale. A distanza di anni, dopo che il mio sogno di diventare sceneggiatore è andato in pezzi, riprendo con gioia block-notes e quaderni per annotare qualsiasi cosa. Trovo sia molto terapeutico per lasciar scorrere i pensieri, soprattutto quando l’energia scorre libera dalla mente alle dita che appaiono instancabili, guidate da una forza misteriosa che talvolta sembra anticipare il pensiero.
Spesso scrivevo in preda a una forma di ossessione per la quantità, scrivendo il più possibile e subito. Sentivo l’energia crescere dentro di me e trasferirsi sui bianchi fogli in meno di un istante, solo che non riuscivo a controllarne la forza impetuosa. Così mi sentivo spesso in preda a raptus di follia scrivente e sentivo le dita esplodere, parimenti il cervello. A volte non riuscivo nemmeno a leggere ciò che avevo appena scritto. Eh no, meglio rallentare mi sono detto, così ho provato a scrivere in un altro modo…
#25° modo: scrivere nel web
Ho iniziato a scrivere nel web, nel mio primo blog, verso la fine del 2008. Da lì non ho più smesso, seppur con alti e bassi, brevi pause e ripensamenti. Ho trovato nel web, nell’arco di alcuni anni, il giusto equilibrio tra la gioia di scrivere per annotare i propri pensieri e la gioia di scrivere per essere letti da qualcuno. Bello scrivere ma se nessun ti legge converrai con me che la motivazione cambia completamente o cessa del tutto.
Dopo un paio di blog e svariate esperienze come autore di ebook, corsi multimediali e post per altri noti portali e case editrici, ho scelto di incanalare la mia energia, che gradualmente ho imparato a controllare, nella direzione già scelta nella vita off-line. BudoBlog è stata la naturale prosecuzione di ciò ho trovato nella mia vita, la strada della pace. Mi è stato abbastanza semplice condividerla nel web, in una bellissima forma di meditazione energetica che dalla carta si è trasferita on-line in maniera controllata, genuina, sincera, carica di energia.
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