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Energit: Palomba: necessita chiarezza. Governo pretenda chiarimenti da Alpiq

Creato il 26 ottobre 2012 da Yellowflate @yellowflate

Energit: Palomba: necessita chiarezza. Governo pretenda chiarimenti da Alpiq ”Il ministro dello Sviluppo Economico verifichi al più presto le reali intenzioni di Alpiq nel processo di vendita dell’azienda cagliaritana Energ.it a tutela dei lavoratori e dell’intero tessuto economico sardo”. Lo chiede il deputato dell’Italia dei Valori Federico Palomba in un’interrogazione a risposta immediata al ministro delle Attività Produttive. Dopo aver ripercorso la vicenda dei dei 62 lavoratori della Energit, su cui dallo scorso 19 ottobre pende la spada di Damocle del licenziamento collettivo, e aver ricordato le trattative per l’acquisto dell’azienda rilevata nel 2006 dal gruppo svizzero Alpiq, Palomba chiede al ministro Se non reputi strano che la multinazionale elvetica non abbia dimostrato alcuna intenzione di voler vendere la società nonostante, da febbraio ad oggi, tantissimi soggetti abbiano dimostrato interesse a rilevare un’azienda efficiente e produttiva che può contare di valide professionalità. Per questo motivo, il deputato dipietrista chiede al ministro di fare chiarezza sulle reali intenzioni della multinazionale per tutelare i lavoratori e l’intero tessuto economico sardo che, perdendo Energ.it, si vedrebbe privato di una importante ed affermata realtà Imprenditoriale.

Di seguito l’interrogazione dell’On. Palomba

Interrogazione a risposta scritta

Al ministro delle Attività Produttive

per sapere, premesso che:

Energit Spa, società attiva nel mercato libero dell’energia elettrica, è stata fondata a Cagliari nel 2000 come multiutility e conta attualmente 62 dipendenti;

la società è stata rilevata dal gruppo Alpiq, la più grande azienda elettrica svizzera costituita nel 2009 dalla fusione tra due storiche compagnie energetiche (Atel e EOS), che vanta una presenza in più di venti paesi attraverso la produzione, distribuzione e vendita di elettricità e la fornitura di servizi;

l’Alpiq si è presentata con un ambizioso piano industriale che prometteva una crescita esponenziale in termini di numero clienti, energia erogata e fatturato; presupposti essenziali per il perseguimento di tali obiettivi erano la specializzazione sul solo mercato dell’energia elettrica, l’insediamento di un nuovo management e lo sviluppo di nuove sinergie con il resto del Gruppo;

la specializzazione dell’azienda è stata rapidamente raggiunta attraverso la cessione alla società Tiscali del ramo di azienda legato al business delle TLC e l’abbandono di tutte le attività della filiera al di là della vendita pura e dell’assistenza al cliente. Anche le “sinergie” all’interno del gruppo si sono sviluppate velocemente attraverso la firma di alcuni accordi intercompany, tra Alpiq Energia Italia e Energit, per l’erogazione da parte della casa madre di una serie di servizi, a partire dalla fornitura all’ingrosso dell’energia elettrica, a prezzi non sicuramente di favore, e troppo spesso totalmente sbilanciati verso il fornitore dal punto di vista delle manleve, delle responsabilità e dell’operatività stessa che spesso rimaneva comunque in capo a Energit;

a fronte dei suoi ambiziosi progetti la società madre non ha però mai programmato nessun nuovo investimento da destinare alla comunicazione, alla promozione del marchio e allo sviluppo della rete di vendita, al fine di affrontare un mercato sempre più competitivo;

tale situazione, nonostante l’alta professionalità dei dipendenti, ha portato Energit SpA – utilizzata come stabilizzatore di rischio dalla casa madre e come semplice cliente cui fornire dei servizi ovviamente a pagamento – all’attuale situazione di difficoltà;

per far fronte allo stato di crisi, Alpiq ha deciso di attuare un piano di ristrutturazione che prevede la dismissione delle attività non sul territorio svizzero, a discapito delle altre società del gruppo presenti nel territorio europeo come appunto Energit Spa; nell’ambito di questo piano nel febbraio 2012 è stato comunicato ai dipendenti l’avvio delle trattative per la cessione della società;

lo scorso 26 luglio, al termine del processo di valutazione conclusosi a giugno, visto che nessuno dei soggetti che avevano manifestato interesse ha presentato poi un’offerta vincolante, l’azionista ha deciso di dichiarare lo scioglimento anticipato della società e l’apertura della procedura per la messa in mobilità di tutti i dipendenti;

nonostante in questi mesi la regione Sardegna, coinvolta nel processo di scouting attraverso l’Assessorato all’industria, si sia impegnata a supportare il rilancio dell’azienda e la tutela dei livelli occupazionali nel caso in cui un nuovo soggetto rilevasse Energit, Alpiq non ha mai fornito informazioni dettagliate sulle trattative, né alcuna garanzia certa sul fatto che le offerte al vaglio potessero contribuire al mantenimento dei posti di lavoro;

la società non ha infatti mai favorito il processo di vendita in quanto gli unici soggetti interessati sono sempre arrivati tramite la Regione Sardegna e contestualmente al processo di vendita ha comunque formalizzato prima l’apertura delle procedure di mobilità per i dipendenti e successivamente la messa in liquidazione della società;

lo scorso 26 settembre, dopo l’ennesimo incontro al tavolo assessorile conclusosi con un nulla di fatto, i dipendenti di Energit – indispettiti dal fatto che la scelta di chiudere una realtà pienamente funzionale e produttiva da parte di Alpiq pare dettata solo dalla scelta aprioristica della casa madre di abbandonare i mercati esteri e certo non dalla mancanza di prospettive – hanno convocato un’assemblea permanente;

allo scadere del termine per la valutazione delle offerte, lo scorso 28 settembre, erano state presentate 5 offerte vincolanti provenienti da: Esperia S.p.A., Onda Energia s.r.l., Sardinia Green Island S.p.A., Due Energie società del gruppo Duferco e Tommaso Seu, procuratore per conto di una multinazionale il cui nome non è emerso direttamente; in quella stessa data i lavoratori hanno alzato il tono della protesta – confermando l’assemblea permanente e organizzando il presidio della sede aziendale anche al di fuori dell’orario di lavoro – per chiedere ad Alpiq trasparenza nell’analisi delle offerte pervenute e garanzie sui livelli occupazionali;

la protesta dei lavoratori è stata condotta con grande senso di responsabilità con lo svolgimento quotidiano dell’attività lavorativa nonostante la situazione di disagio provocata dalla procedura di mobilità e nonostante la latitanza completa del management;

il 1° ottobre l’azionista ha annunciato di voler avviare il processo di negoziazione in esclusiva con Onda Energia, la cui offerta sarebbe quella che, secondo Alpiq, più si avvicina ai requisiti richiesti e garantirebbe la tutela dei livelli occupazionali sul territorio. Contemporaneamente però, la società ha confermato l’intenzione di liquidare la società nel caso in cui la trattativa non dovesse andare in porto;

nonostante tutti gli sforzi delle istituzioni sarde al termine della procedura di mobilità lo scorso 19 ottobre, Alpiq ha comunicato la chiusura negativa delle trattative con Onda Energia e ha annunciato definitivamente la sua intenzione di dar corso al licenziamento collettivo dei 62 dipendenti:-

se sia a conoscenza della situazione in cui versano i 62 lavoratori della Energit Spa;
quali siano le valutazioni in ordine al fatto che la multinazionale Alpiq non abbia dimostrato alcuna intenzione di voler vendere la società nonostante, da febbraio a oggi, tantissimi soggetti abbiano dimostrato interesse a rilevare un’azienda efficiente e produttiva che può contare di valide professionalità;
se per queste ragioni non verificare al più presto le reali intenzioni di Alpiq nel processo di vendita per tutelare i lavoratori e l’intero tessuto economico sardo che, perdendo Energit, si vedrebbe privato di una importante ed affermata realtà Imprenditoriale.


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