Claudia Cottrer, Dell'arte ribelle,
in Tafterjournal n. 55 - gennaio 2013 - numero speciale Epos"
Da "profana" mi avventuro in una scrittura che parla d'arte. Eccomi, la profana, ecco la sensazione di "profanare" che la dice lunga sulla mia sensazione di inadeguatezza verso un settore, quello artistico, che seguo da semplice fruitrice, che amo e che vivo nella libera espressione di un gusto, di uno stimolo, di un percorso di esplorazione, peregrino, irregolare, antisistemico, quindi irriducibilmente personale. Ma così, in effetti, di sicuro inciampo in momenti di creatività... L'arte per molti, l'arte per pochi, l'arte dei critici, l'arte dei fruitori? L'arte e l'umanità che si esprime, che cerca uno suo spazio, una sua stessa definizione, questa è la sola arte che conosco, che sento. Laddove giace quella molla, quella motivazione "urgente" di farsi vita troviamo le radici, nella nostra capacità di ascoltare e trasformare soliloqui e monologhi in discorsi collettivi, risiedono gli spazi di fluorescenza.
Torino, Palazzo Madama, MadamaKnit2012