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Enki e Ninmha

Creato il 14 ottobre 2014 da Dariosumer

Enki e Ninmha

Questo poema ha uno stile tutto suo che non è possibile paragonare ad altri. Viene qui descritta l'origine delle cose e degli uomini. Di esso esiste, in tre manoscritti di una ventina di linee, traccia di una versione accadica: è, come spesso avviene, una traduzione dal sumerico, oppure quest'ultimo sareb­be stato a sua volta tradotto?

Esso riporta fedelmente non soltanto la concezione mitologica, ma anche talvolta le parole stesse del famoso poema paleo-babilonese di Atrahasis: lo stato delle cose prima dell'uomo e la creazione dello stesso.

PARTE I

(La condizione primordiale: gli Dèi costretti a lavorare)
(1) In quei giorni, quando l'In-alto e l'In-basso
Erano stati [separati] -- Quelle notti, quando l'In-alto e l'In-basso Erano stati [disgiunti] Quell'anno, quando i destini (degli Dèi) Erano stati fissati, Quando gli Anunna erano stati messi al mondo,
E avevano ricevuto ciascuna la sua parte: Chi in alto, chi in basso, Ed erano state fecondate, ed erano divenute madri, E gli Dei dovevano procurarsi il cibo,(5) E le dèe erano state sposate (?), Ecco tutti (?) al lavoro: Mentre quelli di rango inferiore si occupavano dei lavori obbligatori.
E macinavano il grano: Ma si lamentavano della loro sorte! Tuttavia la Grande-intelligenza, Il Plasmatore (?) di tutti i grandi Dèi ENKI, nel suo profondo Engur burrascoso, In cui nessun Dio può spingere lo sguardo, Restava sdraiato nel suo letto: non smetteva di dormire!
"E' la causa della nostra infelicità,(10) Essi scavavano i canali, ammucchiavano la terra [...] Lui che resta a letto a dormire, senza mai alzarsi!" Allora Nammu, la Madre originaria, La genitrice di tutti gli Dèi, Riferì a suo figlio Enki i loro lamenti: "Tu, tu resti a letto, a dormire,
Ma gli Dèi, mie creature, protestano! Lascia il letto, figlio mio, Usa i tuoi talenti con intelligenza E fabbrica sostituti (?) agli Dèi, Affinché smettano di lavorare!"
(15) E gli Dèi a gemere e protestare:Alle parole di sua madre Nammu, Enki si alzò dunque dal letto,
L'Intelligente, il Saggio, l'Accorto [...], l'Abile, Il Creatore di tutto, preparò una matrice(Da qui l'idea di procurare loro dei sostituti) Che pose presso di sé e studiò con cura (?). E quando Enki, costruttore per natura, Ebbe ingegnosamente messo a punto il progetto (?) Si rivolse a sua madre, Nammu:
Eccola pronta al lavoro degli dèi! Quando avrai impastato una zolla Di argilla presa dalle rive dell'Apsu,(20) Senza interrompere il tuo sonno, Si darà forma (?) all'argilla di questa matrice (?) E quando vorrai, tu stessa, Modellarne (?) la "natura" (?), Ninmah ti assisterà, E Ninimma, Suzianna, Ninmada, Ninbara,
Tu fisserai allora il suo destino, oh madre mia, E Ninmah gli ordinerà di lavorare per gli dèi!"
(La festa per celebrare il successo di Enki) (Enki mette a punto gli uomini)
Ed esse ne furono felici: Così organizzò una festa, In onore di Nammu, sua madre, e di Ninmah!(25) E dopo aver [...], A Nammu (?), responsabile (?) della matrice originale (?), Diede da mangiare gusag in guisa di pane; E per An e Enlil, il signore Nudimmud Fece arrostire superbi capretti! E tutti gli dèi lo celebrarono: "Oh tu che detieni la più grande abilità, Chi sarebbe più accorto di te?
Come un padre e genitore, sei il [...] del mondo!" E poiché Enki e Ninmah, Dopo aver bevuto birra a profusione, Avevano il cuore in allegria,(30) "Madre mia, la creatura a cui avevi pensato, Ninmah disse a Enki: "Poiché la natura (?) degli uomini Può essere sia buona sia cattiva,
Un destino buono oppure infelice!". E Enki rispose a Ninmah: "Ebbene! Io, io in persona correggerò Il destino che sceglierai, buono o infelice!". Ninmah prese quindi dell'argilla alle rive dell'Apsù, E il primo uomo che ella formò Non poteva trattenere nulla con le sue mani anchilosate.
Di tenere alcunché con le sue mani anchilosate, Gli assegnò per destino di entrare al servizio del re! Il secondo che ella fece era cieco, Non poteva vedere.(35) Ninmug, Musargaba e Ninguna, saranno le tue aiutanti! Ma Enki, davanti a quest'uomo cieco, che non poteva vedere, Gli assegnò per destino l'arte del canto:
Davanti al re! Il terzo che ella fece era [...], Gambe paralizzate. Sei versi rovinati e incomprensibili. Doveva esservi narrata la "nascita degli uomini". Questa sembra immaginata sul modello della nascita di ogni uomo. Ma Enki, davanti a quest'uomo [...] gambe paralizzate, Gli assegnò un certo splendore soprannaturale, Come a una [...] d'argento! Il quarto che ella fece non poteva trattenere il suo sperma.(44) Enki si compiacque della loro opera
Che non poteva trattenere il suo sperma, Lo guarì (?) con un bagno, e con l'esorcismo appropriato. Il quinto che ella fece, una donna, Non poteva concepire figli. Ma Enki, davanti a questa donna Che non poteva concepire figli, Le assegnò per destino di vivere nell'"harem"!
Ma Enki, davanti a quest'essere che non aveva né verga né vulva, Lo chiamò Enlil-kigal (?) e gli assegnò perdestino Di tenersi a disposizione Di colui che Enlil avrebbe designato come re! Cosi Enki mise il "forno (?) a terra (?)" E si comportò con genialità (?)!
"A tutto ciò che hai prodotto, io ho assegnato un destino E dato di che vivere!(50) Enki, oh grande signore, chi potrebbe eguagliare i tuoi successi? A mia volta fabbricherò qualcosa: Assegnagli subito, tu pure, un destino!" Enki fece dunque come una testa (?) [...], una bocca (?) al centro (?) E disse a Ninmah:(La sfida di Ninmah a Enki e i sei "uomini mancati" che egli ripara)
Lo sperma lo ha reso grosso!" Ninmah assistette dunque alla nascita: La donna mise al mondo qualcosa con unatesta (?) [...] Una bocca (?) al centro (?), Che divenne subito un umul: testa inerte, [...] inerte, Fiato corto, torace striminzito (?), petto inerte, Cuore inerte, ventre inerte,
Schiena penosamente incurvata, Spalle affossate, piedi che si impicciavano fra loro,(55) Io mi vanto di assegnar loro, a mio piacimento, Incapace di camminare allo scoperto (?) Ed Enki si rivolse a Ninmah: "A tutto ciò che hai fatto, io ho assegnato un destino, E dato di che vivere: A tua volta, assegna un destino a ciò che io ho fabbricato, E dagli di che vivere!"(6o) Ma Enki, davanti a quest'uomo, incapace(65) Ne fece il grande maestro dell'Usumgal,(7o) Ma Enki, davanti a quest'uomo(75) Il sesto che ella fece non aveva né verga né vulva.(La sfida di Enki a Ninmah e il settimo "uomo mancato") (80) Il grande signore Enki disse allora a Ninmah:(85) "Versato nel grembo di una donna,(90) Mani inabili a sostenere il capo, ad alimentare la bocca,


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