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Enneagramma di Alexander: la fase preparatoria

Da Vgiandomenico @singleitaly

Nella Ruota del Cambiamento di Frederick Matthias Alexander, dall’Eredità discende una linea retta perpendicolare che divide l’enneagramma in due sezioni uguali.
enneagramma di Alexander

enneagramma di Alexander

Ogni parte dell’enneagramma è formata da quattro punti.

Ponendosi di fronte alla ruota, la parte di destra riguarda le pratiche preparatorie, quella di sinistra è il periodo del cambiamento. Come vedremo in seguito le due parti sono divise per comodità di studio ma sono interdipendenti: cambiamento, crescita e sviluppo non possono in alcun modo essere separati.

La parte preparatoria è formata da:

  • Osservazione (Punto 1)
  • Interpretazione (Punto 2)
  • Assistenza (Punto 3)
  • Sperimentazione (Punto 4)

Nel periodo del cambiamento invece troviamo:

  • Direzione (Punto 5)
  • Inibizione/Fede (Punto 6)
  • Nuova Esperienza (Punto 7)
  • Integrazione/Visone (Punto 8)

Eredità (Punto 9) è la partenza!

Il triangolo sono le fonti energetiche.

Se si osserva attentamente lo schema dell’Enneagramma si nota immediatamente un particolare: il triangolo energetico 9 – 3 – 6 attraversa il primo periodo in due parti (9-3, 3-6). La parte del cambiamento ha una sola fonte energetica (6-9).

Se si osservano le linee di congiunzione dei punti, invece,  si noterà che la fase preparatoria è interessata dall’Osservazione, dall’Interpretazione e dalla Sperimentazione. Il periodo del cambiamento dalla Direzione, dalla Nuova esperienza e dall’Integrazione della visione.

Le linee che congiungono i punti 1,2,4,5,7,8 non si spezzano mai!

Nel primo periodo ci rendiamo conto che esiste un problema e che va risolto, altrimenti che senso avrebbe cambiare? Siamo però confusi, frustrati, amareggiati.

In un gioco di ombre che si inseguono, vediamo solo la conseguenza e non la causa del nostro “malanno” e cerchiamo le risposte alle nostre domande non vedendole.

Continuiamo inesorabilmente ad osservare la realtà (Punto 1)  attraverso quello che abbiamo a disposizione, sperimentiamo (Punto 2) attraverso delle azioni, cerchiamo di decodificare il nostro operato interpretandolo (Punto3) ma l’obbiettivo che ci siamo prefissato ci appare lontano.

Arriviamo, quindi al punto 8, la visone, sappiamo che possiamo farcela e continuiamo a sperimentare ed interpretare chiedendo Assistenza (punto 3) alla nostra forza di volontà e a chi ci può dare un aiuto per capire e comprendere più e più volte.

Siamo mossi da un impulso volitivo. La nostra motivazione, dove per motivazione si intende l’Azione moltiplicata per il valore che le diamo per raggiungere un obiettivo, dovrebbe essere molto alta per perseguire un cambiamento.

Da ciò si spiega perché le fonti energetiche che attraversano la fase preparatoria sono due contro solo una del periodo del cambiamento.

Spesso non riusciamo, malgrado ci proviamo, a trovare una soluzione e ci fermiamo alla Visione (Punto 8) ed  il nostro obbiettivo riamane un miraggio non qualcosa di reale.

Da che dipende?

Dipende da cosa ci muove: è un desiderio o un bisogno? E’ qualcosa di reale o un capriccio? Ci serve ottenerlo o possiamo anche “vivere senza”? L’obbiettivo è formulato correttamente?
Difatti, se la nostra “motivazione” è data da un bisogno, un capriccio o peggio l’obbiettivo non rispecchia i canoni di positività, fattibilità, quantificazione,  il valore che attribuiamo alla nostra azione è sempre basso: in breve siamo poco motivati.

Anche se “cresciamo”, facendo esperienza spesso, non cambiamo e non sviluppiamo le nostre attitudini. Anche se troviamo la “chiave” non apriamo la porta perché siamo consci che richiederebbe uno sforzo e, semplicemente, ci accontentiamo della realtà che ci circonda.

Ci rendiamo conto che potremmo crescere e migliorare (sviluppo) ma il cambiamento richiede fatica. Ecco perché spesso iniziamo un percorso che non completeremo mai!

Tu che ne pensi?

Prossimo step?

Parleremo nello specifico dell’Osservazione!

Ad maiora semper.
Giandomenico

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