Riceviamo dal giornalista Roberto Mancini e volentieri pubblichiamo.
Allegri! Stanotte a Cervinia ha preso fuoco l’ennesimo escavatore.
Incendio doloso, è una vecchia tradizione culturale valdostana, che trovate documentata nel sito del giornale torinese Nuovasocietà.it. Niente di allarmante, non dura da tanto: solo da circa 30 anni…
Ora tutti si eserciteranno nella nobile arte del negazionismo: l’ Uv sosterrà che sono fuochi celtici, antica tradizione di druidi, dunque preziose radici etniche, da preservare. Non è esclusa la pubblicazione di qualche pregevole volume dal titolo “il rogo dell’escavatore nel pensiero federalista”. Il Pd affermerà che non era un fuoco, sono esagerazioni vetero-marxiste, ma solo un fuochino, un amabile fuocherello acceso da volenterosi boy-scout renziani. Stella Alpina che era autocombustione. Forza Italia che erano estremisti di Sinistra che fumavano “canne.” Però per ora il fenomeno ( chiamiamolo così..) non è associabile ad altri rimasti misteriosi e dal significato più nettamente intimidatorio, gli inquirenti propendono per un “semplice” e maldestro tentativo di furto.
Per ora dunque limitiamoci a segnare un punto in più un punto in più nella nutrita statistica degli incendi di macchine movimento terra. Niente fretta, siamo valdostani. (roberto mancini)