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Ennio morlotti | fausto pirandello | alfio giurato | figure e bagnanti

Creato il 25 ottobre 2018 da Manuelgaruffi

Federico Rui Arte Contemporanea – 25 ottobre / 23 novembre 2018

La settimana precedente all’inaugurazione della Fiera che ha il superlativo assoluto del nome, Artissima a Torino, la galleria milanese Federico Rui Arte Contemporanea inaugura una mostra (collettiva, gli artisti son più di due e quand’è cosè la personale diventa legione) non allineata, fuori dal coro, tangente il tempo presente ma non presentissima: ENNIO MORLOTTI | FAUSTO PIRANDELLO | ALFIO GIURATO dice già tutto anch’essa nel nome. Due artisti “storici”, Morlotti e Pirandello e un “giovane, Giurato. Anche qui il tema è quello affrontato da diverse sperimentazioni artistiche nel corso del tempo e dei mezzi espressivi: il corpo. E naturalmente, trattandosi della Federico Rui Arte Contemporanea, il suddetto tema non poteva che essere affrontato sub specie pittura, cioè dal punto di vista della pittura: quella disciplina che i soloni e gli esperti (mai fidarsi degli esperti, né nell’arte né nella finanza né in qualsiasi altro campo dello scibile) ogni tanto danno per morta o morente e che invece è ogni anno presente in gran copia ad ogni rassegna fieristica tranne che ad Artissima.

Ennio morlotti fausto pirandello alfio giurato figure bagnanti

ENNIO MORLOTTI | FAUSTO PIRANDELLO | ALFIO GIURATO | FIGURE E BAGNANTI

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Volete sapere per quale ragione non tutti sono pittori? Guardate Alfio Giurato e lo capirete: pittura materica, sì, il tributo a Morlotti è lapalissiano, ma soprattutto pittura CORPOREA. Sono infatti pronto a scommettere che anche Giurato, come Monet, compia molti e diversi movimenti specifici del polso, della mano, del busto, non appena il pennello inizia ad atterrare sulla superficie. Anche un musicista, un chitarrista ad esempio, per produrre i suoi suoni non si limita a tenere le dita a martelletto sulla testiera: a partire dalle regole, non negoziabili per ogni disciplina, si passa alla personalizzazione. Ecco perché ogni suonar che sia degno –e quindi ogni dipingere che sia degno- è assolutamente unico: altro che genio e sregolatezza, è proprio dalla regola che può partire, se c’è, il genio.

Bene, ammesso di poter confidare nelle autoascrizioni di genio di Salvador Dalì, non diciamo che anche Giurato lo sia: ai posteri l’ardua sentenza. Ma per il momento possiamo dire che il confronto con due pezzi da novanta della storia italiana novecentesca della pittura come Morlotti e il meno popolare Pirandello serve proprio a massimizzare il riconoscimento di quel quid che porta il giovane Alfio Giurato nella pittura inattuale: prendete un suo quadro e fingete di proiettarlo nella prima metà del 900 italiano: chi, allora, l’avrebbe detto futurista rispetto alla produzione pittorica dei Grandi di allora? Nessuno. E noi, oggi, che lo vediamo dominare le pareti di una galleria e di uno stand fieristico mentre riceve gli occhi e le parole degli amatori, dei critici, dei giornalisti, dei collezionisti, noi oggi diciamo che rispetto a settant’anni fa lui è archeofuturista (rubo il termone all’intellettuale delinquente Guillaume Faye): Alfio Giurato (non solo lui, ovviamente) riporta la pittura in quest’Italia che vien troppo spesso, di questi tempi, gabbata facendole credere che certi quadri e certi quadroni squillanti che sembrano poster da appendere in cucina e che invece vengono appesi sulle pareti delle gallerione, che questi quadri e quadroni così fru fru siano pittura che vale il prezzo e il successo di pubblico. Capre!,capre!, capre!, capre!…Vittorione, Vittorione…

Ennio morlotti fausto pirandello alfio giurato figure bagnanti

ENNIO MORLOTTI | FAUSTO PIRANDELLO | ALFIO GIURATO | FIGURE E BAGNANTI

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Ma torniamo a bomba a Morlotti and Company: in mostra da Federico Rui i corpi di pittura di Giurato dialogano, come un feed back di risposta nel tempo e nello spazio, con i corpi di pittura di Morlotti e Pirandello: Pirandello tormentato, Morlotti cerebrale, Giurato la sintesi. Le donne, la carne di Morlotti sono molto pensate e, per rubare il gergo ai lavoratori del marmo, in lui  «il corpo vuole lavorato», mentre la carne di Pirandello è più tragica, letteraria quasi (forse una recondita eredità creativa?), del resto ha fatto parte della Scuola Romana, che in quanto a tormentati, beh…

Alfio Giurato ne è la sintesi hegeliana, conserva e supera e riporta al tempo presente una pittura che ha poco colore e molti fans, non del tutto inaspettatamente anche da parte della generazione giovane-giovane, quella nata a metà anni Novanta per intenderci e, chissà chissà perché, statisticamente in prevalenza femminile.

ENNIO MORLOTTI | FAUSTO PIRANDELLO | ALFIO GIURATO – FIGURE E BAGNANTI: uno sguardo al passato per esser fedeli al presente, perché l’arte è sempre fedele al presente, altro che sempre contemporanea. E soprattutto perché la pittura ha le sue regole, quando invece troppo spesso vien fatta passare per tale l’incompetenza esposta alle mostre che piacciono alla gente che piace.


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