Il 41° Doge 1192-1205
Doveva essere solo un dogado di transizione, lo spazio di un intervallo. Del resto, cosa aspettarsi da un’elezione che consacra a doge un vecchio di 85 anni? Fatto sta che Enrico Dandolo, quaranatunesimo doge della repubblica, il più vecchio doge di sempre, si rivela come il vero fondatore dell’impero veneziano.
Ricco esponente dell’antica famiglia dei Dandoli, con un passato di incarichi di primo piano nella diplomazia internazionale veneta (fu anche bailo a Costantinopoli) appena eletto conclude una serie di accordi internazionali che gli consento di occuparsi della questioni zarina. Il gigante, vecio e orbo, snida i pisani a Pola e altre città dalmate, sconfiggendo anche gli anconetani. Sul fronte interno, rafforza libertà popolari mai godute dai cittadini veneti in precedenza, rottama la perpetuazione dinastica e limita il potere dogale.
Nel 1198, il nuovo papa di Innocenzo III, proclama la Quarta Crociata. I veneziani concludono un accordo con i crociati per l’uso della flotta veneziana al costo di 85.000 marchi d’argento di Colonia. La partenza è fissata per il 1201. Al momento dell’imbarco i crociati non hanno il denaro. Il doge ottiene in alternativa che il pagamento venga ottemperato con l’aiuto militare dei crociati nella riconquista di Trieste e Zara. Papa Innocenzo III la prende male e scomunica Venezia, ma il Dandolo tira dritto. Il vecchio nobilomo da mar Enrico Dandolo guida la flotta e durante il vittorioso assedio a Zara, in città arriva Angelo Alessio, figlio del deposto imperatore di Costantinopoli Isacco, che invoca l’aiuto crociato e veneziano perché al trono dell’impero d’oriente sia reinsediato il padre. In cambio 200.000 marchi d’oro.
Nel 1203 la flotta punta Costantinopoli. I veneziani, guidati da Dandolo, partecipano all’assalto e in capo a pochi mesi mesi di scontri sanguinosi, conquistano la città. Il nuovo imperatore però non onora gli impegni. La vendetta crociata è feroce. Alla faccia di un’età da pensione, Enrico Dandolo issa la bandiera del leone di San Marco nella capitale dell’impero Oriente, diventa l’uomo più potente del mondo e entra nel mito. Il sacro romano impero d’oriente viene spartito tra crociati e veneti. Tre ottavi finiscono ai veneziani. Enrico Dandolo resta a Costantinopoli per organizzare i nuovi territori. muore il 21 giugno del 1205, all’età di 98 anni, vittorioso e in armi fino all’ultimo giorno della sua vita.
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