La sottile guerra “intestinale” tra Renzi e Letta non conosce tregue. Enrico, da buon diplomatico biforcuto, cerca un’intesa che nel contempo plachi e incastri il segretario della Mattel a lingua libera. Nel frattempo Renzi sguscia come un capitone e tiene sulle spine - con logorroiche dichiarazioni al simil-vetriolo - un governo di ricotta alla diossina. E’ una guerra tra mediocri, ma dei mediocri ai quali è stato dato un enorme quanto immeritato potere. Il primo è a palazzo Chigi, a spacciare per riforme un commissariamento in piena regola, e nel frattempo il secondo ordisce per prenderne il posto, così potrà suonare e cantare con un discendente di Apicella cover dell’epoca d’oro del berlusconismo. E mentre questi due nani sulle spalle di Brunetta fanno a gara per farci credere di essere le reincarnazioni di Pericle, noi restiamo fermi ad esprimere preferenze che verranno puntualmente reinterpretate, a rispondere a sondaggi adulterati, e a fare quell’ inutile, ma tradizionale, tifo da stadio - privo di ogni spirito critico - che fa tanto bene ad una politica in coma vigile da tempo. Scriveva Marcello Marchesi che di tanto in tanto può capitare una generazione di fessi, però qui si esagera! Ma siamo fatti così; a noi piace strafare! Letta cerca con Renzi un patto di coalizione alla tedesca, una sorta di lega della giustizia solida e inossidabile, un po’ come come i suoi attributi (ed è tutto dire). Però Renzi nicchia: finge di starci ma in realtà rilancia tutto al mittente e maliziosamente dichiara che il governo in dieci mesi non ha fatto nulla, e solo se inizierà davvero a lavorare troverà il suo appoggio. In pratica Letta corteggia Renzi perché è un buon partito - anche se è racchio - e Matteo può permettersi di fare pure la preziosa. A questo punto il padre superiore non ci sta e alza la posta sul tavolo per ottenere i favori dell’ebetino: se Renzi accetta un patto di coalizione verranno re-impastate le Larghe Intese in favore dei renziani (anche se tutti noi sappiamo cosa si dice in giro sulle minestre riscaldate). Anche in questo caso “il racchio anatroccolo” che se la tira finge di ammiccare ma in realtà vede e rilancia. Inaspettatamente Calimero si mette d’accordo con un ex senatore pregiudicato e impone una nuova legge elettorale truffa: in pratica un pessimo revival del porcellum con un acre sapore di paella al pesce marcio! Niente! Anche stavolta salta l’accordo. A questo punto la tensione è al massimo! Letta tempera i canini, mentre Renzi alza il risvolto delle sue camice fino alle ascelle e arma i nei gentilmente concessi in comodato d’uso da Vespa in vista dello scontro finale in aula sulla nuova legge elettorale.
Ufficialmente Letta cerca ancora un patto di coalizione e Renzi finge puntualmente di ascoltarlo, ma ad onor del vero il loro rapporto è come quello tra il Trota e il suo cervello: si sono tolti il saluto da tempo! Il canonico ha capito fin troppo bene che fidarsi di Renzi è un po’ come chiedere a Berlusconi di far ripetizioni private ad una liceale, e Renzi è ben cosciente che per arrivare a governare gli basta sparare sulla croce rossa; ma lo fa in modo sadico e sottile, con piccole ferite e frecciatine mirate. Questo serial killer delle larghe intese, non vuole semplicemente eliminarle, ma logorarle a poco a poco, per poi declinare ogni responsabilità e dichiararsi estraneo al decesso quando arriverà il doloroso momento del riconoscimento!