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Enrico Galiano e le “meraviglie della didattica a distanza”

Creato il 10 aprile 2020 da Francesco Sellari @FraSellari

Articolo pubblicato su Corriere.it

Gioie e soprattutto dolori della scuola alle prese con l’apprendimento da remoto: un barcamenarsi continuo tra app e piattaforme, interminabili minuti persi per attivare microfono e videocamera, studenti in pigiama, animali domestici e genitori invadenti. Enrico Galiano, insegnante presso la scuola media Italo Svevo di Pravisdomini in provincia di Pordenone, ne ha preso spunto per video dal titolo sarcastico: “Le meraviglie della didattica a distanza”.  Galiano è anche scrittore con un importate seguito social e già in passato ha realizzato video per portali web che si occupano di scuola. Risultato: migliaia di visualizzazioni per quello che è uno spaccato divertente delle disavventure quotidiane che gli insegnati devono affrontare al tempo del Coronavirus.

“L’idea nasce dalla mia pagina fb – spiega Galiano – ho chiesto ai miei colleghi di raccontarmi le esperienze più divertenti riguardo la didattica a distanza. Mi sono arrivati circa 500 commenti e ho scelto quelli più simpatici. E nei commenti successivi, gli adolescenti mi hanno confermato che fanno esattamente queste cose: spengono l’audio del prof se è noioso o fanno lezione con i propri animali domestici”.

Galiano da anni utilizza gli strumenti della rete anche per la didattica normale. Anche lui ha dovuto fare i conti con l’impreparazione generale del sistema ad affrontare questo shock e con il rischio che gli alunni si smarrissero. “Era importante dimostrare un interessamento soprattutto da parte di noi insegnanti. Siamo andati noi a “prenderli a casa”, a recuperare i contatti, a creare le prime chat di gruppo. Non è stato facile ma i ragazzi hanno dimostrato di apprezzare”.

Per stimolare i suoi studenti ha cominciato a fare dei video quotidiani, una nuova parola al giorno. Parole che avessero un’attinenza con la situazione attuale, invitando poi i ragazzi a utilizzarle per raccontare, in forma scritta, la loro quotidianità: come si sta in questo “limbo”? Come vi state “industriando” per affrontare il tempo ritrovato senza la routine di sempre? “È stata una bella sorpresa – prosegue – perché in questo modo hanno condiviso emozioni e paure che forse in un ambito diverso, come la classe, sarebbero rimaste sotto traccia”.

Situazioni paradossali, difficoltà tecniche, dunque. Ma la didattica a distanza sta rivelando anche aspetti positivi e inaspettati. Si supera ad esempio la paura: “La paura del rimprovero dell’insegnante, del brutto voto, dell’opinione dei compagni. La paura è un grande ostacolo per l’apprendimento. E invece così quasi non riesci a percepire di essere giudicato, lì a casa, in un ambiente protetto. Molti ragazzi che avevano difficoltà serie, con la didattica a distanza mostrano una maggiore tranquillità. Le difficoltà più grandi ci sono per quegli studenti che non hanno mezzi informatici o non hanno genitori che si spendono per farli partecipare. A quel punto devono intervenire le istituzioni per dotarli almeno degli strumenti informatici”.

Non solo: l’esperienza attuale sta rivelando, secondo Galiano, i limiti dell’approccio didattico tradizionale: “L’emergenza mette in evidenza alcune cose che nella scuola del pre Coronavirus forse andavano ripensate”. Il sistema di valutazione: quanto è davvero motivante la “sciabola” della bocciatura? O la didattica frontale: “Questo momento in cui ci è impossibile fare lezioni frontali per come eravamo abituati a farle ci spinge a immaginare soluzioni alternative. Per una lezione frontale oggi basterebbe registrare un video o un audio da inviare ai propri alunni, non servono piattaforme di videoconferenza. Ma l’educare non può limitarsi a ciò. Dobbiamo interrogarci: come possiamo fare per coinvolgere attivamente gli studenti”. Ed elaborare risposte e idee di cui far tesoro anche quando si tornerà sui banchi.


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