Massimo Troisi "ricominciava da tre", Enrico Letta ricomincia ognoi volta da -18 mesi.
Pochi mesi dopo, quando quasi tutti avevano capito che legare la revisione della legge elettorale alla revisione della Costituzione significava non voler fare né l'una cosa né l'altra, Letta di nuovo chiede i 18 mesi. A partire da Aptile? No, a partire da Giugno.
Adesso (e siamo a settembre) di nuovo a Enrico Letta servono 18 mesi. Ancora una volta si comincia da -18.
Qual è il nuovo procedimento per i quali Letta chiede di nuovo i 18 mesi? Leggiamo da Repubblica:
"...I punti contestati sono le modifiche, introdotte dal ddl, all'iter di riforma costituzionale. L'art. 138 della Costituzione prevede che su una proposta di revisione della Carta le Camere si esprimano due volte, sullo stesso testo, a un intervallo non inferiore a 3 mesi. Con il nuovo ddl l'intervallo scende a un mese. Resta inalterata la possibilità di un referendum confermativo, anche in caso di approvazione con 2 terzi dei parlamentari.La seconda novità sostanziale è l'inserimento, all'interno del percorso, di due soggetti differenti: i 35 saggi (nominati a giugno con funzione consultiva rispetto al governo), e il Comitato dei 40 che sarà formato da 20 deputati e 20 senatori, scelti dalle Commissioni Affari Costituzionali. Questi ultimi avranno il compito di mettere a punto la piattaforma di modifiche alla Carta. Mentre all'Assemblea spetterà essenzialmente un compito di ratifica. La conclusione di dei lavori è fissata entro 18 mesi..."
Ricordate lo spot della Telecom? "...una telefonata allinga la vita...". Bene, parafrasando quella campagna, Il DC Enrico Letta ha capito perfettamente che MAI il porcellum sarà abrogato se legato ad una modifica costituzionale, e a saggi di vario tipo. E che MAI Napolitano scioglierà le Camere, in vigenza del porcellum. Quindi l'obiettivo di Letta è diventato quello di allungarsi la vita, facendo finta di voler abrogare il porcellum, ma gettando le basi affinchè ciò non possa avvenire.
E intanto, ricomincia ogni volta da -18. Col rinforzino di ricordare ogni volta che le elezioni getterebbeo l'Italia nella più profonda crisi economica. Come se non fossimo già l'unico paese dell'Europa a 27 ancora col PIL in negativo.E con lo spread italiano ormai superiore a quello della Spagna...
Tafanus