Che bello! finalmente qualcuno che ha il coraggio di dire quello che pensa veramente, senza peli sulla lingua e senza riguardo per nessuno. Questo mi sono detto dopo aver letto i giudizi che Enrico Vaime, uno dei più noti autori televisivi, radiofonici e teatrali italiani. Finalmente si torna al tempo in cui gli intellettuali più insigni e illustri si affrancano dalle solite critiche mielose verso tutto e tutti e si impegnano invece a sferzare i difetti e le storture di quanti gli sono davanti senza tema di ritorsioni. Così mi era sembrato, però sbagliavo.
Nel giro di nemmeno 24 ore il dottor Enrico Vaime ha negato che quanto scritto nel libro "A Sinistra della Foto", nel quale aveva detto peste è corna un po' di tutti i protagonisti della televisione italiana, dando del cialtrone ignorante a Enrico Mentana, della brutta persona a Michele Santoro e del testa di cazzo un po' a tutti gli altri.
Anzi, non solo ha negato di aver mai detto quelle cose al giornalista Luca Sommi che lo aveva intervistato, ma ha pure minacciato di querelare l'editore del libro, Francesco Aliberti, per aver dato alle stampe una pubblicazione non conforme ai contenuti dell'intervista e agli accordi presi in precedenza.
Siamo dunque di fronte ad un editore scorretto di fronte alla cui disonestà il coraggioso intellettuale fa valere le sue ragioni?
Non proprio, perché l'editore Aliberti non solo conferma che il contenuto del libro riporta esattamente quello che Vaime raccontò a Luca Sommi, ma che è pure in possesso della video registrazione del colloquio con la quale può provarlo.
Tutta la storia si conclude con una email di Vaime spedita all'editore e con la quale l'autore televisivo ammette:
«Tutto è stato chiarito con l'editore Aliberti... Riconosco la sua buona fede. Ho effettivamente reso l'intervista... Ma l'ho fatto in un clima colloquiale affrettato e improvvisato... Dal canto suo Aliberti aveva fatto affidamento sulla definitività del testo. Mi dispiace di aver esagerato nel valutare il suo comportamento...».Morale della favola, non eravamo davanti all'intellettuale coraggioso che sferza i corrotti costumi del nosto tempo, ma ad un anziano autore televisivo in preda a un attimo di follia, presto rientrata però.
Bisogna però dire pure che non solo Enrico Vaime non si è dimostrato coraggioso (e a 75 anni qualche sassolino dalla scarpa potrebbe pure toglierselo) ma pure due volte codardo: la prima ritrattando quando detto per paura della reazione dei nominati; la seconda battendo in ritirata davanti alla risposta ferma dell'editore, foriero di eventuali guai giudiziari.
Che dire: gli intellettuali che abbiamo questi sono e questi dobbiamo tenere.