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Enrique Irazoqui il Cristo di Pier Paolo Pasolini

Creato il 08 gennaio 2012 da Peppinoimpastatoproject

Enrique Irazoqui il Cristo di Pier Paolo Pasolini

di Enrique Irazoqui

In febraio del 64 andai a Firenze e a Roma come rappresentante del sindacato clandestino universitario di Barcellona per stabilire contatti con personaggi conosciuti in Italia che potessero venire da noi a dare conferenze contro il franchismo. Dopo conoscere La Pira, Nenni, Pratolini e tanti altri, il pomeriggio prima di ritornare a Barcellona, Giorgio Manacorda, il figlio dello storico, mi disse che avevamo tempo di trovare un tale Pasolini, poeta, di cui non avevo sentito mai parlare. Fece l’appuntamento e poco dopo eravamo a casa sua. Aprì la porta Pier Paolo, chi settimane dopo mi disse che in quello istante seppe che io ero il Cristo. Seduti in due divani della sua casa del EUR, cominciai a parlare della nostra lotta antifascista e  che avevamo bisogno di aiuto economico e personale. Intanto quell’uomo si alzava, girava intorno a me, si fermava, girava ancora, non ne capivo niente, si sedeva e si alzava un’altra volta, incominciava a essere scomodo per me. Finito il mio discorso, mi disse che verrebbe a Barcellona, come fece in Novembre, e che forse io potrei farli un favore: da due anni preparava un film sul Vangelo di Matteo e voleva che io fossi il Cristo. Un film! Di religione! Io!!! Io volevo fare la rivoluzione e francamente me ne fregavo del vangelo, del cristo e della religione, oppio dei popoli, la unica chiesa che illumina è quella che brucia, il Vaticano adorava Franco, era il nemico, dunque no, grazie, non m’interessava niente (dopo mi disse che a lui li era piaciuto moltissimo questa risposta). Insomma, dopo spiegarmi che sarebbe un film rivoluzionario, marxista come noi, raccontato in chiave epico-lirica nazional-popolare (Gramsci), dissi che molto interessante, grazie, ma no, non volevo, ritornavo dai mie compagni. Allora si alzò e fece una telefonata chiedendo qualcuno di venire subito subito. Così conobbi Elsa Morante, poi diventata la più grande e bellissima amica che ho mai avuto, che si era seduta accanto a me. Ma invece di convincermi, Elsa disse a Pier Paolo che non poteva fare quello a un attore di teatro tedesco che era gia a Roma per firmare il contratto come Cristo del Vangelo, li sembrava male. Dunque Elsa voleva convincere lui, non me. Io non avevo mai visto una donna tanto strana, abituato come ero alle donne di parrucchiera e collane di perle. Poco dopo Elsa abbandonò la diffesa del attore tedesco e trattò di convincermi. No, non volevo, avevo cose importanti da fare, non dei film di Gesù, per piacere… Un’altra telefonata a non sapevo chi e arrivò Manolo Bolognini, il capo di produzione di Alfredo Bini. Un mucchio di soldi, grandi alberghi, viaggi in prima classe, cosi via. Non m’interessava affatto ed ero già stufo a morte di perdere il tempo con quelle stupidaggini. Allora Giorgio Manacorda mi tradì dicendomi che potrei dare i soldi alla lotta clandestina che ne aveva tanto bisogno. Era ovviamente vero, aveva ragione, dovevo farlo, e anche se bestemmiando accettai.

Ci sono due lettere, di Pietro Nenni a Pier Paolo e di Pier Paolo a Nenni, meravigliandosi di che quello studente antifascista solo accettò fare il film per dare il danaro alla lotta. Quella sera Pier Paolo telefonò a Ninetto gridando “Ho trovato Gesù!” Poco fa, a Valencia, Ninetto e io ridevamo tanto parlando di quella giornata.

A proposito di quelle lettere, http://www.cinemagay.it/dosart.asp?ID=11487 , mentre Pier Paolo pensava che “tutto preso dal suo unico ossessivo sentimento, la lotta per la libertà, povero ragazzo, non percepiva neanche le mie parole, con cui timidamente cercavo di proporgli di lavorare con me (vergognandomi della sproporzione tra l´umile, ma immenso, idealismo per cui era venuto a trovarmi, e ciò che invece gli offrivo)”, io pensavo esattamente il contrario, che la sproporzione era tra la immensità della rivoluzione e la banalità di un film su Gesù.

(Chiedo scusa per la infamia del mio italiano)

*Si ringrazia Enrique per aver concesso di pubblicare qui ricordi e racconti del suo incontro con Pier Paolo Pasolini.

ll Vangelo secondo Matteo
1964
Scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini 
Fotografia Tonino Delli Colli; architetto-scenografo Luigi Scaccianoce; costumi Danilo Donati; musiche a cura di Pier Paolo Pasolini; musiche originali Luis Bacalov; montaggio Nino Baragli; aiuto alla regia Maurizio Lucidi; assistenti alla regia Paul Schneider, Elsa Morante
Interpreti e personaggi Enrique Irazoqui (Gesù Cristo, doppiato da Enrico Maria Salerno); Margherita Caruso (Maria Giovane); Susanna Pasolini (Maria Anziana); Marcello Morante (Giuseppe); Mario Socrate (Giovanni Battista); Rodolfo Wilcock (Caifa); Alessandro Clerici (Ponzio Pilato); Paola Tedesco (Salomè); Rossana Di Rocco (angelo del Signore); Renato Terra (un fariseo); Eliseo Boschi (Giuseppe D’Arimatea); Natalia Ginzburg (Maria di Betania); Ninetto Davoli (pastore); Amerigo Bevilacqua (Erode I); Francesco Leonetti (Erode II); Franca Cupane (Erodiade); Apostoli Settimio Di Porto (Pietro); Otello Sestili (Giuda); Enzo Siciliano (Simone); Giorgio Agamben (Filippo); Ferruccio Nuzzo (Matteo); Giacomo Morante (Giovanni); Alfonso Gatto (Andrea); Guido Gerretani (Bartolomeo); Rosario Migale (Tommaso); Luigi Barbini (Giacomo di Zebedeo); Marcello Galdini (Giacomo di Anfeo); Elio Spaziani (Taddeo). 
Produzione Arco Film (Roma) / Lux Compagnie Cinématographique de France (Parigi); produttore Alfredo Bini; pellicola Ferrania P 30; formato 35 mm b/n; macchine da ripresa Arriflex; sviluppo e stampa, effetti ottici SPES; registrazione sonora Nevada; doppiaggio CDC; missaggio Fausto Ancillai; distribuzione Titanus 
Riprese aprile-luglio 1964; teatri di posa Roma, Incir De Paolis; esterni Orte, Montecavo, Tivoli, Canale Monterano, Potenza, Matera, Barile, Bari, Gioia del Colle, Massafra, Catanzaro, Crotone, Valle dell’Etna; durata 137 minuti. 
Prima proiezione XXV mostra di Venezia, 4 settembre 1964; premi XXV mostra di Venezia: Premio speciale della giuria, Premio OCIC (Office Catholique International du Cinéma), Premio Cìneforum, Premio della Union International de la Critique de Cinema (UNICRIT); Premio Lega Cattolica per il Cinema e la Televisione della RFT; Premio Città di Imola Grifone d’oro; Gran premio OCIC, Assisi, 27 settembre 1964; Prix d’excellence, IV concorso tecnico del film, Milano; Premio Caravella d’argento, Festival internazionale di Lisbona, 26 febbraio 1965; Premio Nastro d’Argento 1965 per la regia, la fotografia e i costumi. 



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