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Enter the Void, 163 minuti di puro delirio psichedelico

Creato il 06 marzo 2011 da Lorant88
Enter the Void, 163 minuti di puro delirio psichedelico
Regia: Gaspar Noè Interpreti: Nathaniel Brown, Paz de la Huerta, Cyril RoyFotografia: Benoit Debie
Enter the Void è un’opera di proporzioni monumentali e di ambizioni sproporzionate. Letteralmente un viaggio che parte e stabilisce fin dai titoli di testa (eccezionali, capolavoro a sè stante, con il sonoro mi ha ricordato molto l'altro capolavoro di Tsukamoto, Tetsuo) un chiaro rapporto sadomasochistico con lo spettatore, non solo per la sua durata, ma per la natura delle immagini e dei suoni a cui lo espone.
Enter the Void, 163 minuti di puro delirio psichedelico
Il film sottopone i suoi personaggi alle torture fisiche e psicologiche più efferate che la vita abbia da offrire, dalla morte violenta al tradimento dell’istituzione stessa della famiglia, dalle tragiche conseguenze dell’abuso di droghe sintetiche. Lo sguardo che si percepisce da spettatori e la resa registica osannano la tecnica voyerista utilizzata dal maestro Noè. Incominciamo con la soggettiva estrema di Oscar, persino lo sbattere delle palpebre che domina la primissima parte del film e concede ad esso un disturbante senso di confidenzialità.
Enter the Void, 163 minuti di puro delirio psichedelico
Attraverso una camera a mano strettamente fissa sulla nuca del protagonista scorgiamo ogni suo movimento e azione (l'apice viene raggiunto quando entrato nel locale "The Void" accortosi della trappola si rifugia nei cessi, è da antologia quella sequenza, di una crudezza e realtà unica). Infine come non citare i viaggi extracorporei realizzati con voli attraverso muri, corpi, luci, piani sequenza estenuanti e ridondanti per chi non li adorasse, ma non è il mio caso, la loro perfezione e fluidità ricordano per forza di cose al genio di Kubrick e il loro entrare ed uscire da oggetti per il 90% tondeggianti non possono non ricordare lo scarico di Hitchcock.
Enter the Void, 163 minuti di puro delirio psichedelico
Il racconto crudo del rapporto intimo tra Oscar e la sorella è reso da una macchina da presa che non si allotana mai concedendo privacy o qualche tipo di intimità. Noè non lascia nulla al caso, si rimane lì impassibili nel mentre si consumano gli atti più violenti. Plauso particolare alla fotografia di Debie, stratosferica in ogni angolo filmico. Gaspar Noè ci trasporta in mondo affascinante con i contorni ben delinaeti e anche se qualcuno si inorridisce per le scene di orge violente, non importa, sotto l'effetto della DMT tutto è concesso, in un mondo post-moderno non puoi aspettarti che questo perciò:
ENTER THE VOID

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