Il primo caso di EV-D68 è stato diagnosticato in California nel 1962 e fino a quest’anno aveva registrato solo circa 100 casi. La particolarità di questa nuova epidemia è che nelle ultime settimane ha colpito più di 130 bambini negli Stati Uniti e si suppone che la scorsa settimana nello stato di Rhode Island sia verificato il primo decesso da Enterovirus.
Il Enterovirus (EV) appartiene alla stessa famiglia di poliovirus che provoca la meningite. Mentre ci molti tipi sono per lo più innocui e il cui suo esito non differisce dal comune raffreddore. Spesso si ci ammala durante il periodo delle stagioni temperate, per cui si spiega come questa epidemia negli Stati Uniti ha avuto inizio nel mese di settembre.Nella sua prima fase è difficile da rilevare, i sintomi non differiscono molto da quegli di un comune raffreddore (tosse, starnuti, muco eccessivo), ma si evolve nei pazienti iniziando a manifestare grave tosse, febbre, difficoltà di respiro, senso di costrizione toracica ed eruzioni cutanee. Nel nostro paese non ci sono stati casi, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, ma si deve prestare particolare attenzione quando il gran numero di viaggiatori che si sposta quotidianamente dal Nuovo al Vecchio Continente portando con sé oltre i propri bagagli ed effetti personali, visita l’America del nord in quanto si presume che il virus si trasmette attraverso le secrezioni respiratorie. Poiché non vi è alcun trattamento specifico per questa malattia, ma di solito il riposo, l’idratazione e farmaci indicati per il trattamento di sintomi a volte preferendo l’ospedalizzazione del ricoverato per isolare il virus, per fornire una terapia di ventilazione e facilitare il supporto farmacologico per rinforzare il sistema immunitario per combattere la malattia.Per prevenire l’infezione, si raccomanda di prendere le stesse precauzioni come per qualsiasi malattia infettiva trasmessa da secrezioni respiratorie e infezioni; estrema igiene, disinfezione di superfici ed evitare il contatto con persone infette.
Lecce, 3 ottobre 2014
Giovanni D’AGATA