La protagonista è Veronica, bambina e poi ragazza, cresciuta in una famiglia segnata dalla morte, ancora in fasce, della sorella maggiore e, in seguito, dalla grave malattia che colpisce sua madre. Da ragazzina, frugando nelle carte dei genitori, scopre l’esistenza di Laura, forse la sorellina perduta, data per morta ma, in realtà, rapita ancora neonata, con la quale tenterà un contatto anni dopo per chiudere il percorso iniziato dalla mamma, con l’intento di ritrovarla e riavvicinarsi a lei.
Il tema dei bambini rubati in culla e poi ritrovati a distanza di anni non è nuovo in letteratura: era, infatti, una costante nelle fiabe e nei feuilleton e, in tempi più recenti, è diventato tragicamente realistico in alcuni Paesi, basti pensare all’Argentina, forse il caso più clamoroso, dove le nonne di Plaza de Majo cercano ancora oggi i nipoti e le nipoti partoriti dalle loro figlie e nuore nella carceri della dittatura militare e dati in adozione in segreto, tra la metà degli anni Settanta e gli anni Ottanta.
I fatti qui raccontati, ispirati all’autrice da una storia realmente accaduta, non riguardano tanto una dittatura, che la Spagna ha conosciuto, quanto piuttosto cose criminose e poco chiare che capitavano (o capitano) talvolta nei reparti maternità e che non sono solo leggende metropolitane.
Ma al di là del pretesto giallo, non nuovo per l’autrice, basti pensare che ne Il profumo delle foglie di limone c’era un’indagine, sia pure anomala, su persone al di sopra di qualunque sospetto, quello che interessa a Clara Sánchez è parlare di donne.
Le protagoniste del libro sono Veronica, bambina e poi donna in cerca della sua strada, che si confronta con un dolore in famiglia e con la voglia di sapere la verità a tutti i costi, ma anche con il suo diritto di stravolgere la vita a qualcuno che non la conosce e che se si è costruito un suo mondo, e Betty, la mamma di Veronica, che non ha mai accettato la morte di quella bambina e ha cercato a tutti i costi di scoprire una verità che sembrava impossibile, una ricerca che si trova costretta a smettere per cause di forze maggiore, senza dimenticare Laura, con una sua identità, che vedrà stravolta in nome della giustizia e della verità, ma che troverà un nuovo posto nel mondo, malgrado tutto.
Rifacendosi, quindi, a meccanismi tipici del feuilleton, ma presenti anche nella vita reale, Clara Sánchez parla di ricerca della verità, di identità, di legami familiari, dell’eterno dilemma di chi sono i figli, se di chi li mette al mondo o di chi li cresce. Il personaggio di Veronica è uno dei suoi più grintosi, e la storia è comunque avvincente, ma malgrado i colpi di scena non è incisiva come era Il profumo delle foglie di limone, forse perché è già un po’ sentita.
Nonostante questo, Entra nella mia vita riesce ad essere scorrevole, portando ancora una volta nel cuore dei personaggi femminili e rivelando di nuovo alcuni lati oscuri della società occidentale, dove i criminali possono annidarsi anche in un reparto maternità, pronti a sottrarre i bambini alle legittime madri per quattro soldi.