Il proiettore illumina la parete del terzo piano dell’Ufficio speciale per la ricostruzione, trasformando un lato della stanza in una mappa della città, con le zone colorate a seconda dei cantieri. Dall’altro lato, dati alla mano, l’assessore Pietro Di Stefano scandisce i tempi del piano di interventi nel capoluogo, mostrando un pacato ottimismo rispetto al cronoprogramma: «Potendo contare su fondi certi», afferma, «porteremo a termine la ricostruzione dell’asse centrale entro il 2017. Torneremo così a riprenderci i nostri spazi, recuperando un pezzo importante del nostro passato». Un messaggio ben preciso da condividere con gli aquilani, ma anche da lanciare a livello nazionale, anche alla luce di recenti polemiche sull’utilizzo dei fondi, come quelle che hanno fatto seguito agli articoli del Sole 24 ore.
STIME AL RIBASSO. «I dati delineano scenari assai meno tetri di quelli che vengono evocati da alcune testate», sottolinea Di Stefano. «In primo luogo, abbiamo portato a termine l’iter di approvazione dei progetti del Mibac. Inoltre, possiamo dire che sono state presentate praticamente, finalmente abbiamo il quadro completo della situazione e le sorprese non mancano: con il vecchio sistema la previsione di spesa era di 1,3 miliardi, così come indicato sul Piano di ricostruzione. Con l’adozione della nuovo metodo abbiamo invece una previsione di spesa di 812 milioni di euro, mezzo miliardo in meno».
I CONTRIBUTI. Di fatto, sono stati stanziati contributi per 311.846.675 euro, mentre l’iter è ancora aperto per pratiche dal valore complessivo di 500.562.848 euro.
«Siamo ora in grado di monitorare la spesa esatta», sottolinea Di Stefano, «così possiamo dire a testa alta che all’Aquila non si gioca con le risorse. Anzi: siamo molto al di sotto di quanto inizialmente programmato».
Al fianco dell’assessore alla Ricostruzione c’è il capo dell’Ufficio speciale, Paolo Aielli. «Stiamo elaborando una programmazione degli interventi sapendo di poter contare sul sostegno del governo uscente che ha permesso l’anticipazione di risorse già assegnate per anni successivi», spiega. «È segno che stiamo impegnando i finanziamenti in maniera trasparente e coerente con le disposizioni dell’esecutivo. Dirò di più: probabilmente, la ricostruzione dell’Aquila, sarà la prima opera pubblica in Italia che costerà meno di quanto previsto».
LA ROAD MAP. L’asse centrale è stato diviso in dieci sub-ambiti di cantierizzazione: di ognuno di questi sono stati resi noti il numero delle unità immobiliari, dei negozi e degli uffici privati e pubblici, oltre a delle indicazioni di massima sul numero dei residenti. Tra qualche giorno, si partirà con una fase due. Gli addetti ai lavori avranno un termine per presentare il progetto della ricostruzione, così verrà erogato il contributo. «Se arriva il miliardo all’anno che serve», ribadisce Di Stefano, «ci porteremo avanti con l’asse centrale insieme alle aree di Santa Maria di Farfa, Santa Giusta e villa Comunale e di Santa Giusta. Una buona fetta di centro storico». L’auspicio è che il premier Matteo Renzi «sia un buon interlocutore per le istanze di questa città. Confidiamo che con il nuovo governo non ci siano quelle difficoltà di comunicazione che abbiamo registrato con il ministro Carlo Trigilia le cui affermazioni ci hanno lasciati perplessi più volte».
di Fabio Iuliano – fonte: il Centro