Alla fine della ricerca si è scoperto che i pazienti che avevano assunto l’enzalutamide, avevano prolungato la loro sopravvivenza del 37%. Dopo il trattamento, erano vissuti in media 18,4 mesi, mentre coloro che avevano ricevuto le terapie convenzionali erano vissuti circa 13,6 mesi.
Ora si sta sperimentando questo nuovo farmaco in combinazione con un altro precedentemente utilizzato per vedere se è possibile impedire al cancro alla prostata di diffondersi ai linfonodi ed alle ossa. In realtà, non tutti sono favorevoli a sostenere costi elevati per produrre farmaci in grado di allungare la vita solo di pochi mesi, ma la speranza della ricerca sanitaria è quella di individuare e perfezionare cure alternative grazie alle quali migliorare la vita delle persone colpite da queste gravi e devastanti malattie.