Magazine Diario personale

Enzima

Da Andreapomella

Devo comprare un paio di pantaloni, chiedo al commesso, il commesso mi mostra qualche modello, ne scelgo due, gli chiedo dove posso provarli, prima di provarli mi spiega che uno dei due modelli è straight, cioè a sigaretta, e l’altro è slim, cioè tendenzialmente aderente, gli dico che so cosa significa straight e slim, ma lui fa una faccia perplessa, allora vado a provarli, ne provo prima uno poi l’altro, il fatto è che non vedo differenze tra l’uno e l’altro, cioè mi sembrano entrambi molto simili, il commesso bussa alla porta del camerino e mi fa la domanda che fanno tutti i commessi: “Come va?” io mi sento sempre molto in imbarazzo quando mi provo un paio di pantaloni nel camerino di un negozio e un commesso bussa alla porta e mi chiede “Come va?” vivo la cosa come un’intrusione nella mia intimità, a dirla tutta mi sento come se uno sconosciuto bussasse alla porta del cesso mentre sto seduto sul gabinetto e mi chiedesse: “Come va?” perciò gli rispondo: “Tutto bene grazie”, che non è la risposta che lui si aspetta, però è una risposta che tronca la conversazione, insomma, scelgo uno dei due modelli ed esco, il commesso mi fa: “Quale ha scelto, lo straight o lo slim?” e io gli rispondo: “Non lo so, erano entrambi straight e slim allo stesso tempo”, sto parlando di pantaloni e uso una terminologia che mi fa sentire un idiota, è pressappoco in circostanze come queste che il mio organismo inizia a generare a tutto spiano un enzima che mi mette a terra e che mi rende il mondo un posto alieno e imperscrutabile.


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