Immagino molti tra voi non sappiano nemmeno di chi stia parlando... per quanto mi annoi avere l'ennesima conferma che il mondo continui imperterrito a non riconoscere ai suoi miti il giusto posto, mi trovo costretto giocoforza a spendere due parole in più per salutarlo degnamente: già collaboratore, negli anni '60, (tra gli altri) di Antonio Infantino e Dario Fo, Enzo Del Re scriveva canzoni di protesta. Come unico strumento di accompagnamento (oltre allo schioccare della lingua, da lui ribattezzato linguofono) utilizzava una sedia, con la quale scandiva il tempo; sedia che rappresentava un'estensione della sedia elettrica ("non suonerò altro strumento se non la sedia," diceva, "finché al mondo esisterà la pena di morte"). E' un peccato che, fino alla fine, la brutalità di questo mondo non gli abbia permesso di cambiare strumento.
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P.S. C'ho messo un intero pomeriggio per dedicargli questo necrologio, ma ho ormai da tempo capito che bisogna lavorare con lentezza.
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