Non soltanto una preziosa fonte di energia rinnovabile, ma anche un’eccellente diga contro gli uragani marini. Sto parlando dell’eolico offshore e degli studi compiuti da Mark Z. Jacobson, professore di ingegneria civile e ambientale a Stanford, da tempo impegnato a sviluppare un modello informatico complesso per studiare l’inquinamento atmosferico, l’energia, la meteorologia e il clima.
Ebbene, recentemente il modello è stato applicato per analizzare le modalità di sviluppo degli uragani e, allo stesso tempo, per determinare la quantità di energia che le turbine eoliche sono in grado di estrarre dalle correnti globali.
La ricerca, pubblicata sul sito della rivista Nature Climate Change, ha rivelato che le installazioni offshore possono ridurre la velocità del vento di un uragano sino all’80%.
Nello studio sono stati simulati tre uragani: Sandy e Isaac, che hanno colpito New York e New Orleans nel 2012, e il tristemente famoso Katrina, che ha devastato New Orleans nel 2005.
“Abbiamo scoperto che, quando presenti, le turbine eoliche rallentano i venti di rotazione esterni”, ha spiegato Jacobson. “Questo retroagisce per diminuire l’altezza delle onde, che riducono a loro volta i movimenti dell’aria verso il centro del ciclone, aumentando la pressione centrale e rallentando quindi i venti dell’intero ciclone che così si dissipa velocemente.”
[foto da lifegate.it]