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Éowin contro il Re Stregone: da libro a cinema

Creato il 10 maggio 2011 da Emanuelesecco
sottofondo: Blind GuardianLord of the Rings

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«-Vattene, orrido dwimmerlaik, signore delle carogne! Lascia in pace i morti!-
Una voce glaciale gli rispose: -Non metterti tra il Nazgûl e la sua preda! Rischieresti non di venire ucciso a tua volta, ma di essere portato via dal Nazgûl e condotto alle case del lamento, al di là di ogni tenebra, ove la tua carne verrà divorata e la tua mente raggrinzita verrà esposta all’Occhio Senza Palpebre.-
Una spada risuonò mentre veniva sguainata. -Fa’ ciò che vuoi; ma io te lo impedirò, se potrò.-
-Impedirmelo? Sei pazzo! Nessun uomo vivente può impedirmi nulla!-
Allora Merry udì fra tutti i rumori il più strano: gli sembrò che Dernhelm ridesse, e la sua limpida voce era come una vibrazione d’acciaio. -Ma io non sono un uomo vivente! Stai guardando una donna. Éowin io sono, figlia di Éomund. Tu tu ergi fra me e il mio signore dello stesso mio sangue. Vattene, se non sei immortale! Viva o morente ti trafiggerò, se lo tocchi.-»1

Questa una delle scene più toccanti del Signore degli Anelli, libro che non manca mai di trasportarmi nel suo magico mondo ogni volta che mi appresto a leggerne qualche passaggio.
La scena in questione si svolge durante la battaglia dei campi del Pelennor, scontro fra le esorbitanti orde di orchetti, comandate da Sauron, e gli esigui eserciti del Bene, ultimi e strenui difensori della pace e della libertà nella Terra di Mezzo.
In questo frammento di battaglia possiamo vedere Éowin, nipote del signore dei cavalli Théoden, affrontare uno degli avversari più temibili di tutto il romanzo: il capo dei Nazgûl; lo spettro di un umano a suo tempo assoggettato e consumato dal potere dell’Unico Anello e che ora non può fare a meno di servire l’Oscuro Signore.
Altro personaggio, secondario ma non del tutto in questa parte, è Merry, uno dei quattro Hobbit che partono da Hobbiville per distruggere l’Unico Anello.
Il dialogo che ci viene presentato da Tolkien è un magistrale miscuglio di linguaggio tipico della letteratura cavalleresca e modernità. Le parole hanno una forte potenza evocativa, tanto da farci immaginare la scena senza il benché minimo sforzo.
La forza del romanzo è proprio questa: riuscire, con un linguaggio a metà tra l’aulico e il moderno, a far innamorare il lettore tanto da fargli costruire la Terra di Mezzo nella sua mente.
Altro punto a favore è lo stile narrativo, per quanto riguarda la tempistica. Tolkien adorava la descrizione, come si può notare, ma di certo non era sua intenzione proporci un titolo in cui trovare, una pagina sì e una sì, le interminabili sezioni descrittive tipiche del romanzo di cavalleria (si pensi solo agli sproloqui del caro don Quijote) e dell’epica in generale.
L’obiettivo dell’autore, a prescindere da tutto, era comunque l’immediatezza. E, a dirla tutta, c’era riuscito molto bene.

Anni e anni dopo, un facinoroso regista, tale Peter Jackson, decise di adattare i libri per il cinema. Ne nacque una delle trilogie più famose e premiate (in termini di Oscar) di sempre.
Premetto già che non mi trovo qui per screditare l'uno o l'altro prodotto; mi rendo perfettamente conto che uno è un libro e l'altro un film, due linguaggi diversissimi per raccontare la stessa storia. Infatti, nel raccontare la storia, Peter deve essere ancora più stringato, più immediato,e cosa sceglie di fare? Mi sforbicia brutalmente il fantastico dialogo che vi ho riportato sopra.
Ecco la fine che fa quel magnifico estratto dopo che Jackson e moglie ci mettono le mani:

Nazgûl
(rivolto alla creatura alata che cavalca e indicandole re Théoden)
”Saziati della sua carne…”
Éowin
”Ti ucciderò se osi toccarlo!”
Nazgûl
”Non metterti tra il Nazgûl e la sua preda!”

La creatura attacca Éowin, che con un colpo di spada le taglia la testa
Sequenza di combattimento tra Éowin e il Nazgûl
Il Nazgûl colpisce Éowin al braccio, mandando in frantumi lo scudo e facendola cadere a terra. La prende per la gola e la solleva da terra.

Nazgûl
”Stupido… nessun uomo può uccidermi… ora muori!”

Merry compare alle spalle del Nazgûl e lo pugnala al polpaccio.
Il Nazgûl cade in ginocchio.

Éowin
(togliendo l’elmo, parandosi davanti al nemico)
”Io non sono un uomo!”

Éowin affonda la spada fra la corona e il manto del Nazgûl.

 

Manca solo Clint Eastwood eh?! Sembra o no la scena di un western di Sergio Leone?
E infatti mi piace pensare che, nei campi del Pelennor, qualche orchetto, notata la scena, si fosse messo a gridare(credendo ancora che Éowin fosse un uomo):

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E.


1. J.R.R. TOLKIEN, Il Signore degli Anelli, RCS Libri S.p.A., Milano, 2002, p. 1010.

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