Epilessia e disbiosi (passando per i vaccini e le radiazioni del telefonino)

Creato il 21 gennaio 2013 da Corradopenna

La dottoressa Natasha Campbell-McBride nel suo libro sulla Sindrome della Psiche e dell'Intestino parla estesamente della relazione tra autismo, disagi cosiddetti psichiatrici e disbiosi intestinale, ed accenna anche alla relazione tra disbiosi ed epilessia rimarcando il fatto che Gluteomorfine e Caseomorfine sono presenti nelle urine dei pazienti epilettici. Queste due sostanze derivano dal fatto che la disbiosi provoca una digestione difettosa del glutine e della caseina, la quale genera a sua volta la produzione di questi due oppiacei, che interferiscono con il sistema nervoso. Questa prima informazione fa sospettare che l'adozione di una dieta specifica (e temporanea) come la dieta GAPS potrebbere risolvere il problema alla radice, e che una dieta senza glutine e senza caseina potrebbe quanto meno ridurre la gravità delle crisi epilettiche.
A conferma del legame epilessia-intestino, all'interno dell'articolo "INTOLLERANZE ALIMENTARI: VERITA' O PREGIUDIZIO?", scritto dalla biologa nutrizionista Federica Mastronardo (http://www.federicamastronardo.it/articoli_9.html), leggiamo:
Perché attribuire proprio a quel nutrimento di cui si è ghiotti la causa di un banale mal di testa? Lo stesso vale per numerosi disturbi comuni che spesso sono associati a momenti di stress psico-fisico: colon irritabile, reazioni cutanee, attacchi di ansia, obesità, disbiosi e malassorbimento intestinale, carenze di vitamine e minerali fino ad arrivare ai disturbi comportamentali quali epilessia, schizofrenia, autismo, iperattività nei bambini, fotofobia o problemi di performance fisica nello sport agonistico. 
Interessantissimo a tale proposito è l'articolo sulla dieta SCD (Dieta dei Carboidrati Specifici) con la testimonianza della ricercatrice Elaine Gottschall sul rapporto tra sintomi di patologie intestinali da una parte e sintomi di sofferenza psichica e mentale (compresa l'epilessia) e dall'altra. Consiglio di leggere integralmente l'articolo SCD per il controllo delle crisi epilettiche: http://www.emergenzautismo.org/content/view/231/48/
 Nella discussione sul forum di Italia Salute intitolata "epilessia e celiachia" (http://www.italiasalute.it/forum/forum_posts.asp?TID=6238) il dottor Paolo Mainard, Neurochimico del Centro Epilessia dell'Università di Genova, Consulente del Centro di Nutraceutica Applicata, afferma
Per quanto riguarda l'epilessia, Dephour riporta un'aumentata risposta convulsiva in animali nei quali è stata provocata un'infiammazione intestinale con un olio urticante, l'olio di crotontiglio. Pertanto un'infiammazione intestinale riduce la soglia convulsiva.
La prova non è decisiva in quanto basata su un esperimento di vivisezione (i topi per quanto simili all'uomo sono pure per molti aspetti differenti). Più interessante è il seguito del discorso:
Sospendere il glutine elimina i processi infiammatori legati alla risposta anticorpale, in analogia a qualsiasi altra intolleranza alimentare o allergia. In tutti questi casi si ha un intestino troppo permeabile che lascia passare grossi peptidi, frazioni di proteine, "clandestini". Contro questi peptidi si attiva una risposta anticorporale che si risveglia ogni qualvolta entriamo in contatto con la proteina progenitrice. Se questi peptoni rimangano in circolo abbiamo un processo infiammatorio, tipico delle allergie, ma se questi peptoni vanno ad accumolarsi presso frazioni di proteine dei nostri tessuti a loro simili, simile cerca simile, la tolleranza degli anticorpi, che si portano dietro, non sarà in grado di distinguere tra il peptone clandestino e il pezzo di proteina del nostro tessuto. Se l'accumulo avviene in prossimità delle articolazioni avremo l'artite remauoide, se nella mielina le patologie autoimmuni.
Ennesima conferma di quanto esposto dalla dottoressa Campbell sul rapporto tra malattie autoimmuni e infiammazione, disbiosi, eccessiva permeabilità dell'intestino.
Sempre il dottor Mainardi in una sua lettera critica nei confronti della trasmissione "dica 33" (http://www.emergenzautismo.org/content/view/1031/68/) ha scritto:
In  base ai risultati dei miei studi ho realizzato un integratore alimentare a base di alfa-lattoalbumina che è entrato nei programmi di screening nuovi farmaci anticonvulsivi dell'NIH (USA) per i risultati ottenuti sia pre-clinici che clinici. Questa molecola agisce principalmente a livello intestinale come prebiotico, riduce la disbiosi e la permeabilità intestinale. I risultati ottenuti con le diete a restrizione, non noti forse al solo autore dell'articolo su dica-33, confermano l'importanza del ruolo dell'intestino in diverse patologie neurologiche. Compreso l'autismo, il cui aumento esponenziale dell'incidenza (da 1 su 10000 a 1 su 130) rende altamente improbabile una natura genetica, ma quanti fondi vengono impiegati oggi in questa improduttiva ricerca?
D'altronde la curcumina, la dieta chetogena e l'alfa-lattolbumina mostrano ampi spettri d'azione, difficilmente attribuibili a specifiche azioni a livello cerebrale, più facilmente dovuti alle loro azioni intestinali (...) ad ulteriore conferma del collegamento intestino-cervello, provocare processi infiammatori intestinali porta a stati ansiosi e riduce la soglia convulsiva.
La dieta chetogena è una dieta ricca in grassi e povera in corboidrati, che sembrava ormai quasi dimenticata dalla comunità scientifica nonostante la produzione del film "Non nuocere" (testimonianza di una guarigione dall'epilessia per mezzo della dieta). Di recente la sua validità nel per ridurre la frequenza delle crisi epilettiche è stata scientificamente dimostrata come riporta un articolo del 2008 del New York Times che menziona uno studio scientifico effettuato col gruppo di controllo:  http://www.nytimes.com/2008/05/06/health/research/06epil.html.
Rimarchevole è un altro articolo scritto dal dottor Mainardi in collaborazione col dottor Gianluigi Pesce e la dottoressa Silvia Bornia (http://www.det.it/pdf/ottobre10/int.pdf).
 In esso leggiamo che:
E' sorprendente come l'intestino nell'antichità fosse considerato l'organo responsabile di molte patologie neurologiche sin dai tempi della bibbia, quando le crisi di epilessia venivano  curate con il digiuno, da cui ebbe origine la dieta chetogena, ricca di grassi e povera di carboidrati, ampiamente usata nell'epilessia sino agli anni 30
Oggi viene appplicata anche in altre patologie neurologiche, ad esempio depressione Alzheimer, Parkinson etc., dimostrando come una dieta possa ridurre significativamente i sintomi di patologie neurologiche complesse.
 E ancora:
La disbiosi intestinale riducendo l'assoribimento di triptofano, può rendere più fragile il cervello, meno capace di autoripararsi.
Interessanti sono le proprietà dell'integratore di alfa-lactoalbumina serplus menzionato dal dottor Mainardi che regolando la flora intestinale avrebbe ricadute positive anche sull'umore delle persone e sulla normalizzazione del ciclo sonno-veglia.
Maggiori informazioni sul serplus potete leggerle al seguente link: http://www.mangiaconsapevole.com/forum/T-Alfa-Lattoalbumina-Serplus%C2%AE-BioZzz%C2%AE.html


Altra informazione che potrebbe essere interessante è quella della relazione tra melatonina ed epilessia, vedi l'articolo "Melatonina in aiuto degli epilettici": 
http://www.italiasalute.it/News.asp?ID=78
Interessante pure il resoconto di un'esperienza di guarigione di una bambina epilettica nella quale la malattia era scatenata dalla presenza di parassiti nematodi. La testimonianza è della dottoressa Rosanna Qualizza, specialista in Allergologia e Immunologia Clinica: http://www.airett.it/studi-clinici-quando-i-problemi-possono-essere-causati-anche-dai-parassiti
Segnalo anche la recente scoperta di casi di crisi epilettiche che si scatenano in seguito all'uso del cellulare, come riportato nell'articolo "Rischio epilessia col telefonino" sul sito italiasalute: http://www.italiasalute.it/News.asp?ID=8871


Il discorso sul rapporto tra epilessia e disbiosi non sarebbe completo se non si esaminassero ancora due aspetti: il primo è che la dieta GAPS della dottoressa Campbell e la dieta chetogena, assomigliano (per la loro proibizione/restrizione dell'assunzione di carboidrati) alla dieta vegetariana crudista, che in realtà è ancora più restrittiva persino della dieta GAPS.
E' infatti possibile seguire una dieta con alimenti permessi dalla dieta GAPS ma esclusivamente crudi e di orgine vegetale, oppure seguire una dieta vegan tendenzialmente crudista, o seguire le indicazioni del dottor Ehret (dieta senza muco). Ovviamente non è facile, soprattutto i primi tempi, ed ovviamente è meglio non improvvisare niente e farsi seguire da un medico o da un dietologo che valuti la dieta anche in relazione alle specifiche condizioni di salute del paziente.
Per approfondimenti su epilessia e dieta igienista (tendenzialmente crudista) vedi i due link seguenti:
http://www.nonsoloanima.tv/valdovaccaro/index.php?m=11&y=11&d=28&entry=entry111128-123248
http://valdovaccaro.blogspot.it/2010/10/epilessia-chiarita-uguale-epilessia.html
http://valdovaccaro.blogspot.it/2011/09/epilessia-rolandica-ansie-ed-amnesie.html



Infine come trascurare il legame tra vaccini ed epilessia? La stessa dottoressa Campbell denuncia come l'abitudine di vaccinare indiscriminatamente i bambini a prescindere da uno screening che verifichi l'eventuale presenza di alterazioni intestinali espone molti soggetti vaccinati al rischio di contrarre una serie di malattie più o meno gravi. Secondo quanto da lei riportato nel libro "Sindrome della Psiche e dell'Intestino" un intestino già sofferente può non sopportare lo stress delle vaccinazioni che in tal caso aggravano lo stato patologico pre-esistente.
Vedi questa piccola bibliografia a cura di P. Vanoli:
Convulsioni ed epilessia da vaccini:
Hirtz DG, Nelson KB, Ellenberg J H, "Epilessia a seguito di vaccinazioni infantili", Pediatr 1983 Jan; 102(1):14-18
Cherry JD, Holtzman AE, Shields WD, Buch D, Nielsen, "Vaccinazione da pertosse e caratteristiche dei primi attacchi epilettici in neonati e bambini,"J Pediatr, giugno 1993; 122(6): 900-903
Coplan J, "Attacchi epilettici a seguito di vaccinazioni," J Pediatr, sett. 1983;103(3):496
Barkin RM, Jabhour JT, Samuelson J S, "Vaccinazioni, epilessia e conseguenti valutazioni," JAMA, luglio 1987; 258(2): 201
Griffin MR, "Rischio di attacchi epilettici a seguito di vaccino morbillo-parotite- rosolia", Pediatrics, nov. 1991; 88(5): 881-885
Griffin MR, "Rischio di epilessia ed encefalopatia a seguito di vaccinazione con il vaccino difteria- tetano- pertosse", JAMA, marzo 1990; 263(12): 1641-1645
Cizewska S, Sluzewski W, "Vaccinazioni e attività epilettica seguita con EEG", Neurol Neurochir Pol., sett.- dic. 1981, 15 (5-6): 553-557
Huttenlocher PR, Hapke RJ, "Valutazione di epilessia intrattabile nell'infanzia", Ann Neurol, nov. 1990; 28(5):699-705
Blumberg DA, "Gravi reazioni associate al vaccino difteria.- tetano- pertosse: dettagliato studio di bambini con epilessia, episodi ipotonici iporesponsivi, elevati febbri e pianto continuo", Pediatrics, giugno 1993; 91(6): 1158-1165
Baraff LJ, "Neonati e bambini con convulsioni ed episodi ipotonici-iporesponsive a seguito di vaccinazione anti-difterica- tetano- pertosse", Pediatrics, giugno 1988; 81(6):789-794
Jacobson V, "Relazione della vaccinazione anti-pertosse sulla comparsa dell'epilessia, convulsioni febbrili ed infezioni del sistema nervoso centrale: uno studio epidemiologico", Tokai J Exp Clin Med 1988;13 Suppl: 137-142
Ballerini, Ricci B, "Complicazioni neurologiche delle vaccinazioni, con particolare riferimento alle sindromi epilettiche", Riv Neurol, luglio-agosto 1973, 43:254-258
Wolf SM, Forsythe A, "Epilessia e ritardo mentale a seguito di attacchi febbrili nell'infanzia," Acta Paediatr Scand, marzo 1989; 78(2):291-295
"Epilessia a seguito di vaccinazioni infantili", J. of Pediatrics, Vol 102, n.1

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