Magazine Diario personale

Episodio III - Elena e Gregorio-Furio

Creato il 21 dicembre 2015 da Ritacoltellese

La “Maschera” Furio.


Carlo Verdone è un genio e nel suo attento studio dei caratteri umani ha saputo cogliere un aspetto che riguarda molti tipi umani e l’ha raffigurato caricaturalmente nella figura di “Furio”.
“Furio” può avere varie facce e svolgere professioni o mestieri diversi, ma sempre ha una connotazione ossessiva, paradossale che, in percentuale diversa, da un’impronta inconfondibile al suo agire: da lì nasce il personaggio di Verdone che suscita il riso e lo sconcerto perché il suo Autore ne fa, appunto, un’immagine caricaturale, quindi estrema.
Quello che fa ridere di più è il rapporto di Furio con la malcapitata che lo ha sposato, dipinta come una vittima che, nel caso estremo interpretato da Veronica Pivetti, si getta in mare suicida per sfuggire al suo inconsapevole aguzzino.
Oppure, come in un altro episodio, fugge con un bel tenebroso che la insidia lasciando persino i figli o, anche, in una delle prime scenette in cui Verdone abbozzava il personaggio, egli parla alla moglie che non gli risponde ormai più, annichilita dalla sua incapacità di percepire le esigenze dell’altro, e lui si risponde per lei, ottusamente inconsapevole dello stato di depressione in cui l’ha gettata e, in tale scenetta, Verdone interpreta anche il figlio di Furio il quale, uscito il padre, si rivolge con lo stesso metodo alla sempre più annichilita madre che, tristissima, continua a sferruzzare muta, e le dice con foga: “Io con quell’uomo non voglio parlare più, capito? Io quell’uomo non lo sopporto più!” Poi, senza aspettare risposta, esce dimostrando in sostanza di essere “Furio” anche lui.
Ora, come dicevo, ci sono tantissimi tipi umani che hanno in sé in percentuali diverse “Furio”: io conosco una moglie di un “Furio” il quale è posseduto da questa maschera fortunatamente in minima percentuale, ma è anche lui inconfutabilmente un “Furio” !
Vorrei prendere spunto dagli innumerevoli episodi che “La Moglie di Furio”, che io conosco, vive e racconta per scrivere delle gustose scenette comiche, a volte anche un po’ amarognole, per riderne insieme.
Li chiamerò “Episodi” e darò loro solo un numero progressivo.
La moglie del nostro  “Furio” si chiama Elena e lui Gregorio.

Episodio III

Elena al telefono la sento veramente stanca. "Rita, non ne posso più!" Rido: "Sembri davvero la Magda del film!" Ma lei stavolta non ride. "Non riesco nemmeno più a riderne. Sarà l'età, gli anni che passano, ma proprio non ce la faccio più!" Cerco di sdrammatizzare: "Dai, ora non esagerare! Gregorio è un uomo buono, onesto, ti vuole bene... Guardati intorno: ma non vedi che soggetti capitano ad altre donne?" La voce però è sempre lamentosa. "Si, è buono, gli voglio bene e vedo quello che c'è in giro... Ma credimi.. certe volte è insopportabile!" "Andiamo sputa il rospo, racconta cosa ha fatto questa volta!" La incito a sfogarsi un po'. "Non quello che ha fatto... Ma quello che fa ormai continuamente!" "Elena! Gregorio è sempre stato un "Furio", un po'... Mica tanto! Adesso cosa c'è di nuovo?" "C'è che stiamo invecchiando tutti e due e io vado per accumulo e lui si fa sempre più ossessivo e dice che invece sono io insopportabile!" "Tu hai i tuoi lati.. E certo che invecchiando tutti noi non miglioriamo di certo." "Ma lui si impunta all'improvviso su assurdità e di botto cambia umore e me lo fa cambiare anche a me.. In peggio naturalmente!" La voce è quasi piagnucolosa. "Fammi qualche esempio in modo che mi possa rendere conto.." La voce si fa un poco più animata mentre racconta: "Sono andata a fare delle compere con mia figlia. Ero così felice! Sai lei è sempre così occupata con il suo lavoro che uscire insieme è quasi una festa. Prima di uscire Gregorio mi fa: "Compera dei cucchiaini. Non abbiamo più cucchiaini, e pure un vassoio." Rido: "Un vero casalingo! Non avete davvero cucchiaini?" "Ma de che!!!" Sbotta Elena-Magda. "Li abbiamo, anche d'argento, ma quelli non li tengo nel portaposate della cucina e allora, quando la lavastoviglie è carica per il lavaggio, può succedere che nel portaposate ce ne è magari uno solo! Anche perché le nostre abitudini di vita sono cambiate, ora con i figli ci vediamo molto di più nella casa al mare, i pranzi tutti insieme ora li facciamo lì, ed io ho trasferito un po' di cose là... Cosa me ne faccio di tanta roba qui... Siamo solo in due.. Ogni tanto passa qualche figlio, qualche nipote, qualche amico o conoscente, ma in piccoli numeri, dunque i cucchiaini che ho, compresi quelli in argento, mi bastano!" "Lui vuole comprarne degli altri?" "Lui ha la mania di comperare cose inutili che affollano le mie credenze inusati! Per stizza li usa solo lui!" Sorrido. "Per esempio?" "Per esempio un giorno è tornato a casa con due tazzoni da caffè e latte tipo refettorio, con un piatto che è più grande di quelli da frutta!" "E che ci fa?" Esasperata: "Ci fa colazione solo lui!!! Come i bambini! Io prendo la mia colazione con le tazze da cappuccino!" "Mangia eh?" Dico ridendo. "E si lamenta che ha la pancia e dice che deve mangiare di meno!!" "E tu non gli fai notare la contraddizione?" "Me ne guardo bene! Diventa un Furio-Mannaro!" Scoppio in una sonora risata. "Addirittura! E che ti fa?!" "Si arrabbia, alza la voce, parla senza interruzione accusandomi di tutti i miei difetti veri o presunti! In modo irragionevole, senza specificare, in modo che io possa ribattere. Mi attacca e basta difendendo se stesso aggressivamente!" "Allora lascialo perdere con i suoi tazzoni da refettorio." Dico arrendendomi. "Non ho più posto nella credenza! Ogni tanto torna con qualche tazza che compera, poi decide che non gli piacciono più e le vuole buttare! Butta i soldi così!" "Abbi pazienza Elena, mi sembrano fissazioni innocue in fondo.." "Mi da fastidio l'insensatezza, mi da! Aveva comperato delle tazze da thè grigio scuro: orribili. In credenza nemmeno ci entravano e non ne avevamo bisogno. Le ha usate per un po' poi si è stufato e per utilizzare la spesa fatta le usavo io. Voleva gettarle via, allora io, che vedo i soldi stupidamente gettati nella spazzatura,  le ho trasferite nella seconda casa dove ho più posto nelle credenze... Ma ti pare possibile? Poi se voglio fare un acquisto per la casa, utile, tipo gettare un mobile vetusto, mi dice di no! Che non possiamo spendere!" "Insomma, glieli hai comperati  poi i cucchiaini per farlo contento?" "No. Ogni tanto provo a contraddirlo e gli avevo detto prima di uscire che ne avevamo a sufficienza e che erano al lavaggio in lavastoviglie; sia pure malvolentieri gli ho comperato il vassoio.." Fa con aria di sopportazione. "Allora l'hai in parte accontentato?" "Neanche per sogno! Sono tornata tutta contenta, gli stavo parlando di nostra figlia quando mi fa: "Hai comperato i cucchiaini?" Gli ho detto di no ma che avevo comperato il vassoio; si è immediatamente rabbuiato, io, che pure lo conosco, spero sempre in un miracolo e così non lo avevo preso molto sul serio sulla storia dei cucchiaini... Ma purtroppo questo peggiora sempre più! Credevo scherzasse.. forse volevo illudermi che scherzasse.. invece si è messo a declamare "che lui non poteva avere niente... " e che..." A questo punto debbo dire che anch'io, pur conoscendolo, ho detto meravigliata: "... Ma per i cucchiaini..?! Ma che è un bambino che fa i capricci?" "Capisci???!!! Io non ne posso piùuuuu!! Sembra pazzo! Si è andato a sedere in salotto continuando a sbraitare! Allora ho cercato di rabbonirlo con il vassoio..." "Ma che ci doveva fare con il vassoio?" Chiedo un po' sbalordita. Sospira: "Aveva comperato due vassoi per mangiare noi due quando siamo soli. Li prepariamo in cucina poi possiamo spostarci in soggiorno dove c'è il televisore. Ma per la casa al mare, mica per qui, qui li abbiamo, ma li avevamo anche lì... Ma è come per le tazze.. Non gli va bene all'improvviso ciò che abbiamo e deve comperarne dei doppioni... Senza avvisarmi si presenta a casa con questi oggetti, - la voce si è rifatta quasi di pianto - io ho dei vassoi... Ma... ti ho spiegato.." "Allora?" "Allora un giorno uno mi si è rotto." Lo dice come se le fosse successa una disgrazia. "Allora a lui davo quello rimasto ed io usavo uno di quelli che avevo da prima." "Capisco." Dico per consolarla un po'.  "Non gli andava bene che io usassi un vassoio diverso... Diceva che era scomodo."  "Ma se lo usi tu e ti va bene..." "Ma allora non hai capito Rita!! Hai dimenticato Furio? Il Furio che dice alla povera Magda: "Ho deciso di fare questo e quest'altro, va bene cara vero? Lo vedi che è reciproco?" Reciproco un cavolo! Decide lui ed io debbo arrendermi alle sue fissazioni?! Eh no!" "Fai bene a non arrenderti, - le dico comprensiva - ma certo è un urto quotidiano." "Che debbo fare? Fuggire con un bel tenebroso come Magda?" Rido di nuovo. "Beh, se è come Angelo Infanti ci si può fare un pensierino!" "Di certo non mi butto di sotto come Veronica Pivetti!" Dice riprendendo un poco di animo. "Insomma come è finita questa volta?" "E' finita che ho cercato di rabbonirlo dicendogli che avevo però comperato il vassoio e l'ho sfilato dalla busta andandogli dietro in soggiorno, dove era andato a sedersi su una poltrona con un'aria offesa come se gli avessi fatto chissà cosa! Gli ho detto che non era uguale al vassoio superstite nel disegno, solo nello stampo; gli ha gettato solo un rapido sdegnoso sguardo ed io, che avevo voglia di togliermi le scarpe e mettermi le pantofole e dovevo fare la pipì, ho sentito che tutta la mia gioia stava sfumando via per dar retta ad un deficiente che cercavo di calmare per salvaguardare la mia serenità! "Cosa vuoi, - gli ho detto - se non li fanno più con quel disegno?!" Si è alzato in piedi fuori di sé urlando che ne potevo comperare due e che lui ora usciva e ne comperava quattro tutti uguali e che si comperava pure una BMW!!" "Ma che c'entra la BMW Elena?" Chiedo sempre più sbalordita. Lei mi risponde esasperata: "Ma che ne so Rita?!! Ma chi lo capisce?!! Mi ha guastato la serenità lieta che avevo accumulato uscendo nella mia breve mattinata con mia figlia, inutile è stato il mio sacrificio di trattenere il dolore dei piedi nelle scarpe, la pipì e tutte le cose giuste che deve fare uno quando ritorna a casa dopo un giro di spese, perché ha continuato nella sua reazione esagerata che gli è durata tutto il giorno!" Non so più cosa dire. Ha ragione poveretta. Sarà pure buono, fedele, onesto... ma certo è assurdo, irragionevole e... pesante!!!  
Carlo Verdone è un genio e nel suo attento studio dei caratteri umani ha saputo cogliere un aspetto che riguarda molti tipi umani e l’ha raffigurato caricaturalmente nella figura di “Furio”.
“Furio” può avere varie facce e svolgere professioni o mestieri diversi, ma sempre ha una connotazione ossessiva, paradossale che, in percentuale diversa, da un’impronta inconfondibile al suo agire: da lì nasce il personaggio di Verdone che suscita il riso e lo sconcerto perché il suo Autore ne fa, appunto, un’immagine caricaturale, quindi estrema.
Quello che fa ridere di più è il rapporto di Furio con la malcapitata che lo ha sposato, dipinta come una vittima che, nel caso estremo interpretato da Veronica Pivetti, si getta in mare suicida per sfuggire al suo inconsapevole aguzzino.
Oppure, come in un altro episodio, fugge con un bel tenebroso che la insidia lasciando persino i figli o, anche, in una delle prime scenette in cui Verdone abbozzava il personaggio, egli parla alla moglie che non gli risponde ormai più, annichilita dalla sua incapacità di percepire le esigenze dell’altro, e lui si risponde per lei, ottusamente inconsapevole dello stato di depressione in cui l’ha gettata e, in tale scenetta, Verdone interpreta anche il figlio di Furio il quale, uscito il padre, si rivolge con lo stesso metodo alla sempre più annichilita madre che, tristissima, continua a sferruzzare muta, e le dice con foga: “Io con quell’uomo non voglio parlare più, capito? Io quell’uomo non lo sopporto più!” Poi, senza aspettare risposta, esce dimostrando in sostanza di essere “Furio” anche lui.
Ora, come dicevo, ci sono tantissimi tipi umani che hanno in sé in percentuali diverse “Furio”: io conosco una moglie di un “Furio” il quale è posseduto da questa maschera fortunatamente in minima percentuale, ma è anche lui inconfutabilmente un “Furio” !
Vorrei prendere spunto dagli innumerevoli episodi che “La Moglie di Furio”, che io conosco, vive e racconta per scrivere delle gustose scenette comiche, a volte anche un po’ amarognole, per riderne insieme.
Li chiamerò “Episodi” e darò loro solo un numero progressivo.
La moglie del nostro  “Furio” si chiama Elena e lui Gregorio.

Episodio III

Elena al telefono la sento veramente stanca. "Rita, non ne posso più!" Rido: "Sembri davvero la Magda del film!" Ma lei stavolta non ride. "Non riesco nemmeno più a riderne. Sarà l'età, gli anni che passano, ma proprio non ce la faccio più!" Cerco di sdrammatizzare: "Dai, ora non esagerare! Gregorio è un uomo buono, onesto, ti vuole bene... Guardati intorno: ma non vedi che soggetti capitano ad altre donne?" La voce però è sempre lamentosa. "Si, è buono, gli voglio bene e vedo quello che c'è in giro... Ma credimi.. certe volte è insopportabile!" "Andiamo sputa il rospo, racconta cosa ha fatto questa volta!" La incito a sfogarsi un po'. "Non quello che ha fatto... Ma quello che fa ormai continuamente!" "Elena! Gregorio è sempre stato un "Furio", un po'... Mica tanto! Adesso cosa c'è di nuovo?" "C'è che stiamo invecchiando tutti e due e io vado per accumulo e lui si fa sempre più ossessivo e dice che invece sono io insopportabile!" "Tu hai i tuoi lati.. E certo che invecchiando tutti noi non miglioriamo di certo." "Ma lui si impunta all'improvviso su assurdità e di botto cambia umore e me lo fa cambiare anche a me.. In peggio naturalmente!" La voce è quasi piagnucolosa. "Fammi qualche esempio in modo che mi possa rendere conto.." La voce si fa un poco più animata mentre racconta: "Sono andata a fare delle compere con mia figlia. Ero così felice! Sai lei è sempre così occupata con il suo lavoro che uscire insieme è quasi una festa. Prima di uscire Gregorio mi fa: "Compera dei cucchiaini. Non abbiamo più cucchiaini, e pure un vassoio." Rido: "Un vero casalingo! Non avete davvero cucchiaini?" "Ma de che!!!" Sbotta Elena-Magda. "Li abbiamo, anche d'argento, ma quelli non li tengo nel portaposate della cucina e allora, quando la lavastoviglie è carica per il lavaggio, può succedere che nel portaposate ce ne è magari uno solo! Anche perché le nostre abitudini di vita sono cambiate, ora con i figli ci vediamo molto di più nella casa al mare, i pranzi tutti insieme ora li facciamo lì, ed io ho trasferito un po' di cose là... Cosa me ne faccio di tanta roba qui... Siamo solo in due.. Ogni tanto passa qualche figlio, qualche nipote, qualche amico o conoscente, ma in piccoli numeri, dunque i cucchiaini che ho, compresi quelli in argento, mi bastano!" "Lui vuole comprarne degli altri?" "Lui ha la mania di comperare cose inutili che affollano le mie credenze inusati! Per stizza li usa solo lui!" Sorrido. "Per esempio?" "Per esempio un giorno è tornato a casa con due tazzoni da caffè e latte tipo refettorio, con un piatto che è più grande di quelli da frutta!" "E che ci fa?" Esasperata: "Ci fa colazione solo lui!!! Come i bambini! Io prendo la mia colazione con le tazze da cappuccino!" "Mangia eh?" Dico ridendo. "E si lamenta che ha la pancia e dice che deve mangiare di meno!!" "E tu non gli fai notare la contraddizione?" "Me ne guardo bene! Diventa un Furio-Mannaro!" Scoppio in una sonora risata. "Addirittura! E che ti fa?!" "Si arrabbia, alza la voce, parla senza interruzione accusandomi di tutti i miei difetti veri o presunti! In modo irragionevole, senza specificare, in modo che io possa ribattere. Mi attacca e basta difendendo se stesso aggressivamente!" "Allora lascialo perdere con i suoi tazzoni da refettorio." Dico arrendendomi. "Non ho più posto nella credenza! Ogni tanto torna con qualche tazza che compera, poi decide che non gli piacciono più e le vuole buttare! Butta i soldi così!" "Abbi pazienza Elena, mi sembrano fissazioni innocue in fondo.." "Mi da fastidio l'insensatezza, mi da! Aveva comperato delle tazze da thè grigio scuro: orribili. In credenza nemmeno ci entravano e non ne avevamo bisogno. Le ha usate per un po' poi si è stufato e per utilizzare la spesa fatta le usavo io. Voleva gettarle via, allora io, che vedo i soldi stupidamente gettati nella spazzatura,  le ho trasferite nella seconda casa dove ho più posto nelle credenze... Ma ti pare possibile? Poi se voglio fare un acquisto per la casa, utile, tipo gettare un mobile vetusto, mi dice di no! Che non possiamo spendere!" "Insomma, glieli hai comperati  poi i cucchiaini per farlo contento?" "No. Ogni tanto provo a contraddirlo e gli avevo detto prima di uscire che ne avevamo a sufficienza e che erano al lavaggio in lavastoviglie; sia pure malvolentieri gli ho comperato il vassoio.." Fa con aria di sopportazione. "Allora l'hai in parte accontentato?" "Neanche per sogno! Sono tornata tutta contenta, gli stavo parlando di nostra figlia quando mi fa: "Hai comperato i cucchiaini?" Gli ho detto di no ma che avevo comperato il vassoio; si è immediatamente rabbuiato, io, che pure lo conosco, spero sempre in un miracolo e così non lo avevo preso molto sul serio sulla storia dei cucchiaini... Ma purtroppo questo peggiora sempre più! Credevo scherzasse.. forse volevo illudermi che scherzasse.. invece si è messo a declamare "che lui non poteva avere niente... " e che..." A questo punto debbo dire che anch'io, pur conoscendolo, ho detto meravigliata: "... Ma per i cucchiaini..?! Ma che è un bambino che fa i capricci?" "Capisci???!!! Io non ne posso piùuuuu!! Sembra pazzo! Si è andato a sedere in salotto continuando a sbraitare! Allora ho cercato di rabbonirlo con il vassoio..." "Ma che ci doveva fare con il vassoio?" Chiedo un po' sbalordita. Sospira: "Aveva comperato due vassoi per mangiare noi due quando siamo soli. Li prepariamo in cucina poi possiamo spostarci in soggiorno dove c'è il televisore. Ma per la casa al mare, mica per qui, qui li abbiamo, ma li avevamo anche lì... Ma è come per le tazze.. Non gli va bene all'improvviso ciò che abbiamo e deve comperarne dei doppioni... Senza avvisarmi si presenta a casa con questi oggetti, - la voce si è rifatta quasi di pianto - io ho dei vassoi... Ma... ti ho spiegato.." "Allora?" "Allora un giorno uno mi si è rotto." Lo dice come se le fosse successa una disgrazia. "Allora a lui davo quello rimasto ed io usavo uno di quelli che avevo da prima." "Capisco." Dico per consolarla un po'.  "Non gli andava bene che io usassi un vassoio diverso... Diceva che era scomodo."  "Ma se lo usi tu e ti va bene..." "Ma allora non hai capito Rita!! Hai dimenticato Furio? Il Furio che dice alla povera Magda: "Ho deciso di fare questo e quest'altro, va bene cara vero? Lo vedi che è reciproco?" Reciproco un cavolo! Decide lui ed io debbo arrendermi alle sue fissazioni?! Eh no!" "Fai bene a non arrenderti, - le dico comprensiva - ma certo è un urto quotidiano." "Che debbo fare? Fuggire con un bel tenebroso come Magda?" Rido di nuovo. "Beh, se è come Angelo Infanti ci si può fare un pensierino!" "Di certo non mi butto di sotto come Veronica Pivetti!" Dice riprendendo un poco di animo. "Insomma come è finita questa volta?" "E' finita che ho cercato di rabbonirlo dicendogli che avevo però comperato il vassoio e l'ho sfilato dalla busta andandogli dietro in soggiorno, dove era andato a sedersi su una poltrona con un'aria offesa come se gli avessi fatto chissà cosa! Gli ho detto che non era uguale al vassoio superstite nel disegno, solo nello stampo; gli ha gettato solo un rapido sdegnoso sguardo ed io, che avevo voglia di togliermi le scarpe e mettermi le pantofole e dovevo fare la pipì, ho sentito che tutta la mia gioia stava sfumando via per dar retta ad un deficiente che cercavo di calmare per salvaguardare la mia serenità! "Cosa vuoi, - gli ho detto - se non li fanno più con quel disegno?!" Si è alzato in piedi fuori di sé urlando che ne potevo comperare due e che lui ora usciva e ne comperava quattro tutti uguali e che si comperava pure una BMW!!" "Ma che c'entra la BMW Elena?" Chiedo sempre più sbalordita. Lei mi risponde esasperata: "Ma che ne so Rita?!! Ma chi lo capisce?!! Mi ha guastato la serenità lieta che avevo accumulato uscendo nella mia breve mattinata con mia figlia, inutile è stato il mio sacrificio di trattenere il dolore dei piedi nelle scarpe, la pipì e tutte le cose giuste che deve fare uno quando ritorna a casa dopo un giro di spese, perché ha continuato nella sua reazione esagerata che gli è durata tutto il giorno!" Non so più cosa dire. Ha ragione poveretta. Sarà pure buono, fedele, onesto... ma certo è assurdo, irragionevole e... pesante!!!  

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