Eppure non credo di essere l'unico...
Da Narratore
@Narratore74
Il titolo di questo
post vuole essere una sottile provocazione, visto che, come al solito, l'altro
giorno mi è capitato di chiacchierare con alcuni amici. Vuoi per un discorso o
per l'altro, alla fine si è arrivati a parlare di libri e dopo appena cinque
minuti mi sentivo una come pecora in mezzo a un branco di mucche.
Vi spiego: è
risaputo che in Italia si legge poco, almeno stando a quello che ci viene detto
e che vediamo in giro ovunque, ma accorgermi, a 38 anni suonati, di essere uno
dei pochi che si spara qualcosa come 3-4 libri al mese, senza contare i
fumetti, mi ha lasciato perplesso.
Insomma, perplesso.
Non è proprio così, anzi per certi versi me l'aspettavo. Ma qui sorge un altro
problema, ben più grave e preoccupante.
In quanti scrivono,
invece?
Tanti. Troppi, visto
i numeri sopracitati.
Allora, da piccolo
imbranato ingenuo che crede ancora a Babbo Natale, agli elfi dei boschi e
all'A-Team, mi chiedo come si possa improvvisarsi scrittori senza aver un
minimo di background letterale dietro. Certo, non sono sicuramente un
acculturato senza difetti, visto che le mie letture sono molto sui generis, ma
cazzo, leggere ho letto, e tanto, e quando mi ritrovo a scrivere mi rendo conto
che ho parecchi esempi contro cui paragonarmi e scontrarmi.
Ma uno che non
legge, come fa? Crede forse di essere bravo a priori?
Facile prendere una
penna (o una tastiera) e imbrattare un foglio. Poi si va dagli amici,
evidentemente dello stesso calibro intellettuale, e si fa la figura dei fighi
che si danno alla scrittura. Perché quegli stessi amici non vi diranno mai che
quello che avete scritto fa schifo, che è la più insulsa cosa che abbiano mai
letto. E sapete perché? Semplice, perché loro, come voi, non leggono e quindi
non hanno metri di valutazione con cui giudicare. Insomma, come fare uno più
uno, con la differenza che qui si pèarla di lettere e non di numeri.
Quindi, per scrivere
non serve leggere...
Ma davvero? Cioè,
allora volete proprio dire che non ho capito una mazza e che per anni mi sono
sorbito romanzi e antologie per un mero gusto di abnegazione assoluta e un
masochismo spicciolo dannatamente radicato?
Ma chi volete
prendere in giro?
Non sono un cultore
dei manuali di scrittura, pur non disdegni di leggerne e assorbirne quello che
considero giusto e coerente, sempre in rispetto del mio stile e del mio modo
d'intendere la scrittura. Ma se c'è una cosa, una sola, su cui tutti gli scrittori
comunemente definiti affermati concordano, è che per scrivere l'essenziale è
leggere, tanto, così da comprendere meglio le meccaniche e le modalità di
questa fatica. La definisco fatica perché è quello che è, una gran rottura,
fatta di ore, chinati su una tastiera, di sacrifici e tempo dedicato a questo
piuttosto che a schiantarsi di cuba libre sulla spiaggia. Scrivere è una dura
passione, che chiede tanto e spesso non da indietro l'equivalente delle energie
spese.
Non suona bene ,
vero? Peccato che però, quando le soddisfazioni arrivano, sono una gran figata!
Quindi, mi spiegate
come potete scrivere se prima non avete letto qualcosa? E per qualcosa non
parlo del numero di Topolino (fumetto che peraltro, io leggo...) poggiato sul davanzale in bagno o delle etichette
della maionese che tenete in frigo.
Avete mai sentito
nominare Hemingway? Potrei citarne fino alla nausea, ma credo che questo basti
a far capire cosa intendo...
Se posso
permettermi, e posso visto che questa è casa mia e, fino a prova contraria, ho
facoltà di dire quello che voglio, andate a zappare la terra! Userete meglio il
vostro tempo e chissà, magari imparereste anche cos'è l'umiltà.
Non m'interessa se
puntualizzate su una regola o sull'altra, se vi esaltate per un POV messo alla
cazzo o qualcosa che invece di essere mostrato è raccontato. Mi rifiuto di
mettermi insieme a persone che, solo perché possiedono una tastiera, credono di
essere scrittori. Volete scrivere? Fatelo, purché sappiate quello che state
facendo e lo facciate con coscienza, e non come un bel passatempo utile per
broccolare la compagna di banco…
Ma esistono anche le
mosche bianche, che esulano da questo discorso. Persone che, forse per grazia
divina, possiedono la prosa nel sangue, che sanno come mettere due parole una
affianco all'altra per innata infusione, come un superpotere che fin dalla nascita
li accompagna. Ma sono pochi, fidatevi, ed è molto difficile che facciate parte
della categoria.
Nel mio lavoro non è
possibile improvvisare. Non ci si può mettere ai fornelli e, senza aver mai
visto una padella, cucinare un filetto alla Strogonoff o un branzino al
cartoccio. Al massimo potreste fare un piatto di pasta al pomodoro, o nel
migliore dei casi, una scaloppina, ma sarebbe come tante altre a questo mondo e
non avrebbe quel non so ché che la renda speciale. O meglio, si può fare, ma ci
vuole un minimo di esperienza affinché si riconoscano sapori, profumi e colori,
altrimenti quello che cucinate farà ribrezzo.
Perché non dovrebbe
essere lo stesso per la scrittura? Anzi, sono convinto che sia una metafora
perfetta per la scrittura.
Insomma, fate pure
quello che volete, scrivete pure tutte le minchiate che vi pare, ma non ditemi
che leggere non serve.
Sbagliate, di
grosso, e un giorno ve ne accorgerete. Sempre se non ci avete già sbattuto il
muso, allora il discorso cambia...
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