Equinozio d'Autunno: San Matteo

Da Marialuisapesce @marialuisapesce
Continuo, con questo articolo, il filone micheliano che tanto mi prende in questo periodo equinoziale, per consuetudine sotto il suo dominio.La data spartiacque del 23 Settembre, che astronomicamente segna un passaggio celeste e terrestre, è contornata da una serie di altre festività di stampo cattolico che non fanno che riaffermare figure maschili archetipiche, testimoni e simboli del nuovo equilibrio che si sta creando fra Luce e Ombra.In questa scia si collocano il "Miracolo del Sangue" di San Gennaro il 19 Settembre a Napoli, la festività di San Matteo a Salerno il 21, quella dedicata agli Arcangeli il 29 Settembre.Sembra quasi che questi numi giochino a passarsi il testimone equinoziale, che astrologicamente cade sotto il segno della Bilancia, in perfetta sintesi di equilibrio fra gli opposti.Segnalo qui il curioso particolare che si può rilevare visitando la meravigliosa cripta sottostante al Duomo di Salerno, punteggiata da archi a sesto acuto e magnifiche decorazioni parietali. Ebbene, proprio nel cuore di questo tempio, sorge la tomba di San Matteo che ha la peculiarità di essere bifronte, come si vuole che nella leggenda lo fosse il Santo, noto pubblicano ed esattore delle tasse, che manifestava un lato sacro ed uno profano, sottolineando l'ambiguità del proprio personaggio.Entrando dall'ingresso principale della cripta si scorge un altare sovrastato dalla statua in bronzo a semibusto del Patrono della città, ma è girandoci intorno che ti accorgi che un altro altare è alle sue spalle, perfettamente simmetrico, che si sviluppa tuttavia in profondità, celando, nella sua parte più bassa, alcune reliquie del Santo, alle quali si accede scendendo da una delle due scalinate tortili che si dipartono dalla balaustra centrale.Abbiamo dunque un Matteo pubblico ed uno segreto: il primo si mostra alla luce dell'apertura della cripta, il secondo sembra volersi inabissare ancora di più in profondità nella terra.E, proprio all'altezza della balaustra che fronteggia il lato ipogeo, pare a molti di avvertire una curiosa sensazione, come un flusso di energia che riverbera proprio all'altezza del plesso solare e che non sembra provenire dalle spoglie di Matteo, ma dal modo in cui l'altare stesso è stato costruito, confermando la teoria gurdjieffiana della cosiddetta arte oggettiva, prodotta cioè per ottenere su chi la osserva sempre e solo un determinato effetto sottile, che viene registrato dalla macchina uomo a seconda del tipo psicologico che vi si pone di fronte: un istintivo o un motorio, un mentale o un emozionale.Pare inoltre che, fino al 1860, in una colonnina di rame visibile sul fondo della tomba, si raccogliesse la Manna di San Matteo, che trasudava dalle sue spoglie mortali e si riteneva avesse proprietà miracolose.Questa cripta ha la peculiarità di essere stata la prima nel Meridione d'Italia a venire concepita ad aula, con struttura cioè aperta rispetto agli angusti vani che in precedenza si destinavano alle tombe dei santi.L'altra particolarità è che essa, nei suoi componenti architettonici, è perfettamente simmetrica alla chiesa sovrastante, uso assai comune nel Nord Italia, ma assolutamente di nuova concezione per quei tempi nel Sud del paese. Esiste inoltre una corrispondenza di proporzioni e di numeri che lega l'intera struttura della Cattedrale, facendone una costruzione modulare.Come Jano bifronte che mostrava un volto al passato e uno al futuro e la sua più antica controparte femminile  Janua, signora della soglia, da cui poi le creature magiche che da lei prendevano il potere, le cosiddette Janare, ecco un Santo equinoziale posto sul punto liminare fra Luce e Ombra ( ci viene da dire, non a caso), che sorveglia il passaggio, sempre sacro, di queste forze, che da questo punto dell'anno scendono verso i regni delle Ombre, fino a toccare la Notte più lunga, segnando la strada verso la mistica discesa dell'Anima. 
 

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