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di Clemente Angotti
Equitalia non perdona i contribuenti morosi e pignora le somme giacenti nei conti correnti bancari anche a titolo di pensione o di stipendio: è successo a Catanzaro nei confronti di alcuni ignari cittadini che si sono ritrovati improvvisamente con i loro depositi congelati.
A denunciarlo è l'associazione dei consumatori Codici che ha aperto uno sportello per tutelare i diritti delle persone che si sono viste recapitare i provvedimenti. In un momento di grave e drammatica crisi economica, che coinvolge quotidianamente molte famiglie italiane e tanti imprenditori, l'associazione catanzarese punta il dito su quella che definisce "una grave anomalia consistita in azioni esecutive promosse da Equitalia spa". E ricorda i tanti che, a livello nazionale, spesso oberati da esposizioni debitorie nei confronti dell'erario dello Stato, sono arrivati anche a gesti estremi.
Cosa è accaduto? La società di riscossione ha notificato a molti contribuenti morosi, che spesso riescono a vivere solo grazie allo stipendio o alla pensione percepita, atti di pignoramento dei crediti verso terzi (ai sensi dell'art. 72 bis del D.P.R .n 602/73) attraverso procedura di espropriazione delle somme depositate in banca. In particolare, Equitalia eseguendo il pignoramento indistintamente di tutte le somme, ha anche vincolato quelle canalizzate nei conti correnti ed accreditate a titolo di pensioni e assegni sociali erogati dall' Inps. "Equitalia, informata dagli interessati che sui loro conti correnti confluivano soltanto le pensioni, a seguito della legge che ne ha reso l'obbligatorietà - spiegano dall'associazione Codici - ha disatteso le richieste degli interessati i quali, tra l'altro, hanno evidenziato l'assoluta impignorabilità delle stesse.
I pensionati, inutilmente, hanno anche comunicato alla società che le pensioni erogate erano l'unico mezzo di sostentamento per i propri nuclei familiari. La particolarità della vicenda sta nel fatto che né l'Agente della riscossione né le banche hanno inteso disporre lo svincolo delle somme canalizzate a titolo di pensione (spesso sociale) malgrado la disperata e reiterata richiesta degli interessati che, proprio a causa di tale indisponibilità, non sono neanche nelle condizioni di poter fare fronte alle spese legali per adire l' autorità giudiziaria non ricorrendo le condizioni per l' assistenza con il gratuito patrocinio a causa del reddito da pensione percepito l'anno precedente". L'associazione, che ha messo a disposizione le proprie strutture, è pronta a dare battaglia e parla di "dubbia costituzionalità delle norme utilizzate".
Fonte testo www.ansa.it
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