Equitalia pignora le pensioni!

Creato il 14 maggio 2012 da Nicola Spinella @ioparloquantomi

nella foto QN, la sede di Equitalia di Livorno, assaltata dai manifestanti con il lancio di pietre e molotov

Il giocattolo Italia sta per rompersi: la bomba potrebbe esplodere da un momento all’altro, complice la miopia amministrativa dell’Esecutivo Monti, che non perde occasione per svelare il proprio assurdo disegno di asservimento totale delle masse alle proprie ambizioni, che coincidono grossomodo con quelle dell’alta finanza.

Adesso si fa quadrato davanti ad Equitalia, la società incaricata di riscuotere le somme erariali con precisione chirurgica e violenza inaudita.

La notizia non è stata riportata dai media a larga diffusione, ma grazie alla natura virale della rete siamo venuti a conoscenza dell’ingiustificabile azione perpetrata dall’ “estortoria” di stato, recentemente presa d’assalto da gruppi di manifestanti in tutta Italia.

Pare che a Catanzaro siano stati in molti a notare il congelamento dei conti correnti, proprio a causa del pignoramento dell’unica fonte di sostentamento (pensione o stipendio). Equitalia può legittimamente pignorare pensioni e stipendi, aggirando facilmente la legge: non più la scelta tra mangiare e pagare le tasse. Adesso lo stato può mettere le mani in tasca ai contribuenti, senza distinzione tra possidenti e nullatenenti.

Infatti, a differenza dei redditi da lavoro e da pensione (che possono per legge essere pignorati solo per un quinto), i conti correnti sono pignorabili in toto dal braccio armato della dittatura Monti.

Ovviamente i dirigenti di Equitalia Sud si barricano dietro il rigoroso rispetto della legge, condizione che tuttavia non è sufficiente a giustificare un gesto tanto grave che ovviamente non potrà trovare giustizia, poiché la maggior parte dei cittadini penalizzati dal provvedimento esecutivo non avrà le risorse necessarie per adire le vie legali per il recupero delle somme, spesso basilari per la sussistenza dei cittadini defraudati.

E pensare che la Cancellieri, probabilmente il peggior ministro degli interni che la storia d’Italia ricordi, vuol chiamare in causa l’Esercito per difendere un sistema incivile, identificando nei centri di riscossione erariali i “punti sensibili”. Ignoranza dello stato di fatto della società italiana  o becera provocazione, totalmente assimilabile a quell’assurdo “Lo stato siamo noi” pronunciato al salone del libro di Torino?

Forse il Viminale, considerata le evidenti incapacità politiche della dirigente del dicastero, non ha ben compreso che i problemi annessi alla sicurezza nazionale potrebbero crescere esponenzialmente e gettare davvero l’Italia in un baratro che credevamo di aver rimosso.

Se si vuole davvero evitare il disastro è indispensabile che il governo di SuperMario intervenga tempestivamente sulle modalità di riscossione dei tributi, riformandole. Ma sarà in grado, l’esecutivo dei ragionieri, a portare a termine un progetto così ambizioso? Basterà commissionare altri sondaggi in cui la popolarità del governo è artificiosamente elevata?

Speriamo di no. Per il bene della Nazione.


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