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Equo compenso: ecco il rincaro della tassa sui prodotti tecnologici

Creato il 23 giugno 2014 da Nextgenteam @nextgenteam10

Equo compenso: ecco il rincaro della tassa sui prodotti tecnologici
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Equo compenso: ecco il rincaro della tassa sui prodotti tecnologici

Si sa, l’Italia è un Paese dove vi sono tanti, troppi furbetti che cercano di portare al proprio mulino il più possibile a discapito delle povere persone, e così, come se non bastasse già la grande mole di tasse e leggi senza senso eccone arrivare un’altra che ha dell’incredibile.

Per i prossimi tre anni le tariffe dell’equo compenso per copia privata sono state adeguate attraverso la firma di un decreto da parte di Dario Franceschini, il ministro dei beni culturali. Cosa significa tutto ciò? Significa che saremo costretti a pagare qualche euro in più per acquistare determinati prodotti teconologici, ad esempio per comperare uno smartphone e/o un tablet da 16GB il consumatore dovrà sborsare 4 euro, 0.40 euro per una pennetta USB con capacità di 4GB, 0.36 euro per le memory card da 4GB e 0.20 euro per i DVD.

equo

Quello che più fa sorridere è che sul sito ufficiale dei beni culturali è stata postata l’immagine visibile qui sopra e come potete notare i prezzi applicati all’Italia sono stati paragonati a quelli di Francia e Germania, ovvero due dei Paesi Europei che possiedono l’equo compenso più alto.

Come se non bastasse Franceschini ha dichiarato che “parlare di tassa sui telefonini è capzioso e strumentale: il decreto non introduce alcuna nuova tassa ma si limita a rimodulare ed aggiornare le tariffe che i produttori di dispositivi tecnologici dovranno corrispondere (a titolo di indennizzo forfettario sui nuovi prodotti) agli autori e agli artisti per la concessione della riproduzione ad uso personale di opere musicali e audiovisive scaricate dal web. Un meccanismo esistente dal 2009 che doveva essere aggiornato per legge” e aggiunge che “si garantisce il diritto degli autori e degli artisti alla giusta remunerazione delle loro attività creative, senza gravare sui consumatori“.

Il ministro conclude dicendo che “il decreto non prevede alcun incremento automatico dei prezzi di vendita. Peraltro, com’è noto, in larga parte gli smartphone e tablet sono venduti a prezzo fisso“.

Peccato solamente che il signore precedentemente citato non ha fatto bene i conti, in quanto seppur si tratta di pochi euro vorrebbe dire svariati milioni che dovrebbero essere pagati dai produttori, i quali non penso proprio si faranno qualche scrupolo a incrementare il prezzo dei propri prodotti per rientrare in queste spese extra.

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