Er ist wieder da!
Creato il 28 luglio 2014 da Sara
Magico potere dell'invenzione letteraria! Può far apparire improvvisamente in un punto imprecisato del deserto del Sahara un bambino dai capelli biondi che chiede di avere disegnata una pecora oppure un signore dalla divisa militare logora e impolverata in un campo non ancora edificato della Berlino di oggi. Certo non è la stessa cosa, il primo fa di nome Piccolo Principe, vessillo universale dei valori più belli, l'amore e l'amicizia, il secondo si chiama Adolf, si proprio così, Adolf Hitler, impersonificazione per eccellenza del "male radicale" per dirla alla Kant. "Er ist wieder da", "(Lui è di nuovo qua) il titolo dell'edizione originale in Germania, "Lui è tornato" la versione italiana, "Il est de retour" quella francese che ho appena finito di leggere. In fondo credo non esistano buoni o cattivi soggetti e non ricordo quale scrittore l'abbia detto ben prima di me, è il modo di trattarli che ti prende o meno, che ti fa divorare parola per parola ogni pagina oppure che ti spinge a una lettura trasversale veloce. Questo libro, grande successo editoriale in Germania e tradotto in non so quanti paesi, per me rientra nel secondo caso, non mi ha preso, o forse mi ha disturbato, non so, come Alberto Sordi o Fantozzi che con i loro personaggi ci fanno vedere allo specchio tessere di noi che non vorremmo vedere. Eppure l'invenzione è buona, l'Hitler, quello vero, si risveglia 67 anni dopo in un terreno abbandonato, riceve provvisoriamente ospitalità da un edicolante nel suo chiosco che trovandolo assolutamente originale gli presenta due suoi clienti abituali, degli agenti televisivi che lo ingaggeranno subito"fiutando" nel personaggio qualcuno che bucherà lo schermo. Comunicatore esperto e notorio fruitore delle tecniche di propaganda, Hitler si appropria subito delle possibilità mediatiche del presente, inizialmente la pubblicità televisiva gli fa pensare a un complotto di rape o di porri, ma ne intuisce presto l'incredibile potere, nuove strade per veicolare vecchie idee sempre in auge, aggiornate naturalmente al contesto storico attuale. La verità, quando è troppo evidente, diventa non credibile, grande spunto di riflessione. Hitler è vestito come Hitler, si muove come Hitler e soprattutto pensa e ragiona come Hitler dicendo le stesse terribili cose di un tempo, ma è "troppo lui" per essere "lui", tutti pensano a un brillantissimo esempio di "method acting", quella tecnica interpretativa che consiste nell'immedesimarsi completamente nel ruolo che si sta interpretando, tutti pensano a un attore straordinario di se stesso che dice le cose non politically correct che dice per ottenere l'effetto opposto, criticare cioè la società odierna, rivelarne contraddizioni, corruzioni, manipolazioni, ingiustizie, volgarità. Questo Hitler dei nostri giorni, che diventa in un battibaleno star di youtube, che sprizza scintille di veleno intollerante contro le nostre società melting-pot, altro che "purezza della razza", non viene preso sul serio, esattamente come all'inizio della sua ascesa politica; lo si interpreta come un ossimoro in carne ed ossa, blatererebbe il male per affermare il bene, sottolineerebbe il marcio dell'animo umano per indurlo al suo opposto e tutti i partiti gli spalancano le porte, lo vorrebbero come esponente, finalmente qualcuno che dice pane al pane e vino al vino, viene persino preso a pugni per strada da un gruppo neonazista che non riconosce in lui il capo originario con la C maiuscola. Chi lo sa, forse il libro non mi è piaciuto perché faccio come lo struzzo che infila la testa nella sabbia per non vedere, forse mi mette a disagio dover constatare che Hitler certo non è cambiato, ma soprattutto non siamo cambiati nemmeno noi, circolano indisturbate idee pericolose e informazioni distorte, i cattivi maestri parlano e trovano schiere ad ascoltare ed applaudire, niente di nuovo sotto il sole e in fondo, a ben pensarci come suggeriscono le ultime parole del libro, "Tout n'était pas mauvais", ( tutto non era poi così male), una buona base per riprendere il filo del discorso.
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