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La trama (con parole mie): siamo in un pronto soccorso della Chicago dei primi anni novanta, e tra le sale emergenza medici, chirurghi, specializzandi ed infermieri incastrano le loro vite con una professione dura quanto intensa. Il giovane John Carter, al suo primo praticantato, si troverà a confrontarsi con l'equilibrato responsabile Mark Greene, il pediatra Doug Ross, il duro chirurgo Peter Benton e tutti gli altri elementi della squadra della sezione ER: nel corso di questo suo primo anno avrà occasione di imparare, porre le basi per quella che sarà la sua professione e vedere se stesso, i colleghi ed i superiori cadere e rialzarsi di fronte alle vite salvate o perdute di pazienti così come rispetto alle storie che ognuno di loro porta come bagaglio nel rapporto con il lavoro, i colleghi e se stesso.
Non è la prima volta che, qui al Saloon, ci si accinge al recupero di una serie ormai "datata" precedentemente ignorata o seguita fin troppo saltuariamente: in realtà, ER arrivò in casa Ford la scorsa primavera, quando, ancora senza sapere che il Fordino sarebbe entrato nelle nostre vite, con Julez si pensava di abbandonare la barca italiota in perenne affondamento e fare rotta verso realtà decisamente più consone alle nostre aspettative, sogni e gusto: una di queste riguardava un ritorno in Australia, terra meravigliosa che non abbiamo mai davvero lasciato e che ancora oggi continua ad essere un pensiero fisso.
Così, per allenare l'inglese, la stessa Julez acquistò una buona scorta di cofanetti di serie che potessero fornire un certo supporto in materia di sottotitoli ed essere pronta nel momento della partenza: la storia ha preso poi una direzione diversa - e che non suoni come un rimpianto -, il Piccolo ha deciso di farci rimanere da queste parti - almeno per un pò - e dunque ER è stato riciclato come una delle consuete visioni "da cena", ormai un vero e proprio rito da queste parti.
Il risultato è stato un piacevole ritorno al passato inizialmente reso ostico da una certa freddezza nel trasporto emotivo della narrazione e dunque esploso fino a solleticare già la curiosità per la seconda annata, che ci aspetta nella sezione cofanetti di serie nella prestigiosa zona del salotto appena sopra le vetrinette degli alcolici: tornando alla visione, è stato decisamente curioso affrontare un look ed un piglio profondamente anni novanta - terribili quasi tutti i capi d'abbigliamento indossati dai protagonisti - che ora appare inesorabilmente datato ma che, nello specifico del drama ospedaliero è stato senza dubbio il punto d'origine di quelli che, un decennio più tardi, sarebbero stati Scrubs, Grey's anatomy e, perchè no, anche Il dottor House.
Se, come già accennato, dal punto di vista emotivo spesso e volentieri i protagonisti di ER si mantengono ad una certa distanza dall'audience, tecnicamente la serie risulta assolutamente valida, spesso giocata su uno stile di regia che privilegia acrobatici piani sequenza all'interno delle sale del pronto soccorso e supportata da un ottimo cast all'interno del quale figurano future star - su tutte, George Clooney - e conferme solidissime - William Macy e Michael Ironside -, senza contare speciali collaborazioni come quella con Quentin Tarantino, che firmò uno degli ultimi episodi fornendo al pubblico i primi indizi del suo amore per il piccolo schermo, che si tradurrà nel decennio successivo con la realizzazione di episodi di Alias e CSI.
Ottima la varietà dei personaggi, dal protagonista e "bravo ragazzo" da tradizione americana John Carter - e non parliamo del muscoloso antieroe in partenza per Marte - al responsabile Mark Greene - che i più legati agli eigthies ricorderanno come protagonista di Toccato! -, dall'apparentemente freddo e duro Peter Benton a tutto il personale infermieristico, per la prima volta mostrato come parte fondamentale del processo di intervento troppo spesso e volentieri assegnato solo ed esclusivamente ai medici.
In questo senso ER può essere senza dubbio definito come il titolo più innovativo del panorama medical-drama, forse ormai naif agli occhi di un pubblico abituato allo stile ed al taglio del nuovo millennio eppure una delle pietre miliari che traghettarono il piccolo schermo ed i suoi fan dalle proposte al limite del kitsch degli anni settanta e ottanta fino alla consolidata - e di qualità quasi cinematografica - realtà attuale.
Come se non bastasse, tra suicidi, morti e disagi personali, l'aspetto "buonista" che un prodotto di questo genere rischiava è ampiamente tenuto a bada, e risulta interessante anche dal punto di vista "storico" soprattutto per la situazione dell'AIDS, ai tempi decisamente più incontrollato e minaccioso di quanto non possa suonare ora soprattutto nei paesi occidentali - anche se, ed è bene ricordarlo sempre, parliamo di uno dei grandi flagelli dell'ultimo secolo che andrà sempre tenuto sotto stretto controllo -.
Una proposta, dunque, coraggiosa e coinvolgente, che forse è stata troppo in fretta dimenticata ma che meriterebbe perlomeno una piccola ribalta, non fosse altro per la grande influenza che ha esercitato sul mondo delle serie televisive.
MrFord
"I think we have an emergency
I think we have an emergency
if you thought I'd leave, then you were wrong
cause I won't stop holding on
so are you listening?
so are you watching me?"Paramore - "Emergency" -
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