19 SETTEMBRE – Dopo l’esordio tutto sommato convincente di Bergamo e la “salutare” sosta per l’impegno della nazionale maggiore, forte era l’attesa per l’esordio stagionale tra le mura amiche del Bentegodi. E nel popolo gialloblù, che come sempre ha risposto alla grande – oltre 18.000 i presenti sugli spalti – è cresciuta di pari passo la curiosità di poter ammirare sin da subito Javier Saviola e Nico Lopez, gli ultimi due “colpi” estivi di Sogliano, giunti in riva all’Adige negli ultimi giorni di mercato. Come era forse facile prevedere, Mandorlini non si è però fatto influenzare dalle pressioni della piazza e, fedele al suo ferreo principio di gioco costruito sull’equilibrio tattico della propria squadra, ha preferito tenere i due “conigli” nel proprio “cilindro” – entrambi per motivi diversi sono soprannominati in patria “el conejo” – affidandosi al nazionale greco Christodoulopoulos e al sempre fidato Juanito Gomez, concedendo al solo Lopez uno scampolo finale di match. Un atteggiamento iniziale più che comprensibile quello scelto dal tecnico gialloblù, anche perché il neopromosso Palermo – guidato dall’ex Beppe Iachini – non era certo la squadra da prendere “sottogamba”. Il risultato finale alla fine ha sorriso ai gialloblù che dopo essere andati sotto, sono riusciti a ribaltare l’esito dell’incontro a proprio favore, con una prestazione tutta grinta e cuore ma non particolarmente entusiasmante. La manovra è apparsa lenta ed a tratti impacciata, incapace di arrivare velocemente nei pressi della porta avversaria difesa dall’ex Chievo Sorrentino. Nella seconda frazione di gioco, complice anche un leggero calo fisico dell’undici scaligero, i rosanero hanno spesso tenuto in mano il pallino del gioco arrivando a sfiorare da vicino la seconda segnatura in un paio di occasioni. La disposizione tattica delle due squadre ha poi avuto il suo peso in quanto il 3-5-2 rosanero portava sovente i giocatori di Iachini in superiorità numerica nella zona nevralgica del campo obbligando spesso i centrocampisti gialloblù ad un extra lavoro di copertura. La squadra vista all’opera lunedì è apparsa sicuramente lontana dalla forma migliore tuttavia a poco più di tre settimane dall’inizio del campionato è presto per pretendere di più e qualche alibi è ragionevolmente giusto concederlo. Difficilmente a questo punto della stagione la forma fisica è al top ma soprattutto la rosa totalmente rivoluzionata – ben 17 sono i nuovi giocatori a disposizione di Mandorlini – rappresenta una giustificazione più che lecita. In ogni caso i gialloblù, sopperendo con la grinta e l’orgoglio alle difficoltà, hanno reagito allo svantaggio e grazie alla rete di Toni su rigore e al rocambolesco gol-autogol di Gomez, hanno messo in cascina tre punti di fondamentale importanza. Forse il Palermo non meritava del tutto la sconfitta tuttavia è innegabile che la squadra che alla fine ha avuto le occasioni migliori è stata sicuramente quella scaligera. Al termine dell’incontro più di qualcuno – addetti ai lavori e tifosi – è uscito dal Bentegodi “storcendo” leggermente il naso, viste probabilmente quelle che erano le aspettative prima del fischio d’inizio di Rocchi. Alla fine, come ha ribadito con fermezza Mandorlini negli spogliatoi durante le interviste del dopo gara, è giusto essere moderatamente soddisfatti perché tre punti a questo punto della stagione, quando essere al top di gioco e di forma fisica è sicuramente un’utopia, rappresentano un bottino di tutto rispetto. Saranno necessarie almeno altre quattro o cinque settimane perché il tecnico gialloblù sia in grado di trovare la cosiddetta “quadratura del cerchio” e fino ad allora quindi qualunque giudizio è sicuramente prematuro. Con questa vittoria i gialloblù iniziano subito ad “accorciare” la strada verso la salvezza – i fatidici 40 punti – e soprattutto possono continuare con tranquillità il proprio lavoro, proteso al raggiungimento della forma migliore. L’importante era vincere, per i processi è ancora troppo presto….
Enrico Brigi
twitter @enrico_brigi
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